Open Ceremony all'insegna del passato
Lo
sapevo che ci sarei cascato e che non avrei resistito all'emozione
rivedendo e rivivendo il passato che ha segnato a caratteri cubitali il
mio cuore e la mia vita. Le lacrime poi sono arrivate puntuali
quando, durante la cerimonia di apertura di questi Campionati del Mondo
di canoa slalom, Abigail Bingham Endicott ha cantato l'inno
dell'International Canoe Federation. Lei sola in mezzo al palco con una
voce che non ha subito trasformazioni nonostante l'età e con quel
sorriso dolce e amabile che mi ha rassicurato quando giovanissimo
trascorsi molti mesi a casa sua a Brookmont per allenarmi con la
leggenda degli allenatori nonché suo marito Bill e con i suoi atleti che
rispondevano ai nomi di Jon Lugbill, David e Cathy Hearn, Bob
Robison, Kent Ford, Richard Weiss, Eric Jackson e tanti altri. Abigail
la ricordo intenta a scrivere note e parole di questo inno per noi
canoisti, quando rientravo a casa e mi chiedeva che cosa pensassi e se
mi sembrava interessante.
Quello stesso spirito si è più volte nuovamente concretizzato questa sera, nella grande palestra trasformata in teatro al Garrett College qui a McHenry, anche quando nel suo discorso di benvenuto Joe Jacobi ha ricordato che l'ultima prova iridata negli States è stata esattamente 25 anni fa e ha invitato gli allora partecipanti ad alzarsi in piedi. Un trionfo di sentimento ed emozioni quando è partito il filmato della gara di Jon Lugbill proprio sul Savage River a pochi chilometri da qui. Tutti però ci aspettavamo che con l'applauso finale che ha accolto il suo trionfo di 25 anni fa ci fosse la sorpresa di una sua apparizione, magari al centro della sala e solo per un attimo per fermare il tempo e per non lasciare dubbi sulla sua esistenza. Le leggende però non si fanno vedere. Vengono alimentate giornalmente dalle parole e dai ricordi, la loro concretezza rischierebbe di frantumare, come neve al sole, un'epoca magica e decisamente unica per molti aspetti. Io, se devo essere sincero, però ci conto che Jon faccia una scappatina da queste parti, fosse solo per un attimo, giusto il tempo per stringergli la mano e dirgli ancora grazie per quello che mi ha saputo regalare nel passato e che porto sempre con me. Per oggi mi è bastato sentire il mio nome dal suo allenatore Bill che mi ha stretto a sé per salutarmi calorosamente. Questo è ciò che rimane di importante nella vita e ne vado fiero!
Da domani non più sentimentalismi, non più rimpianti, se mai ce ne fossero stati, ma solo concentrazione sulle gare di qualifica perché la storia i miei ragazzi devono iniziare a scriverla con le loro gesta e non già mai con le parole.
L'ultimo doveroso rigo lo uso per augurare a tutti i 291 atleti, in rappresentanza di 47 paesi, buona fortuna e che lo spirito dell'acqua che corre vi accompagni in ogni pagaiata
Occhio all'onda!
Quello stesso spirito si è più volte nuovamente concretizzato questa sera, nella grande palestra trasformata in teatro al Garrett College qui a McHenry, anche quando nel suo discorso di benvenuto Joe Jacobi ha ricordato che l'ultima prova iridata negli States è stata esattamente 25 anni fa e ha invitato gli allora partecipanti ad alzarsi in piedi. Un trionfo di sentimento ed emozioni quando è partito il filmato della gara di Jon Lugbill proprio sul Savage River a pochi chilometri da qui. Tutti però ci aspettavamo che con l'applauso finale che ha accolto il suo trionfo di 25 anni fa ci fosse la sorpresa di una sua apparizione, magari al centro della sala e solo per un attimo per fermare il tempo e per non lasciare dubbi sulla sua esistenza. Le leggende però non si fanno vedere. Vengono alimentate giornalmente dalle parole e dai ricordi, la loro concretezza rischierebbe di frantumare, come neve al sole, un'epoca magica e decisamente unica per molti aspetti. Io, se devo essere sincero, però ci conto che Jon faccia una scappatina da queste parti, fosse solo per un attimo, giusto il tempo per stringergli la mano e dirgli ancora grazie per quello che mi ha saputo regalare nel passato e che porto sempre con me. Per oggi mi è bastato sentire il mio nome dal suo allenatore Bill che mi ha stretto a sé per salutarmi calorosamente. Questo è ciò che rimane di importante nella vita e ne vado fiero!
Da domani non più sentimentalismi, non più rimpianti, se mai ce ne fossero stati, ma solo concentrazione sulle gare di qualifica perché la storia i miei ragazzi devono iniziare a scriverla con le loro gesta e non già mai con le parole.
L'ultimo doveroso rigo lo uso per augurare a tutti i 291 atleti, in rappresentanza di 47 paesi, buona fortuna e che lo spirito dell'acqua che corre vi accompagni in ogni pagaiata
Occhio all'onda!
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