Povero me e povera anche la Canoa!



Q
uando arrivo al controllo dei passaporti al mio rientro in Brasile e dopo aver consegnato anche  il mio documento di residente permanente in questo paese mi dicono: “seja bem vindo de volta por su casa”. La frase poi me la ripetono ogni volta che arrivo al check-in nell’hotel in cui vivo quando sono qui e la cosa si ripete quando mi presento al canale e ritrovo le varie persone che lavorano da quelle parti. Insomma quando rientro sul mio posto di lavoro mi fa sempre un certo effetto perché mi sento accolto alla grande e mi sento bene e a mio agio. Detto ciò prima di partire dall’Italia mi  è capitato di vedere il programma che i tecnici dello slalom della Federazione Italiana Canoa Kayak  hanno proposto ad un raduno giovanile in quel di Valstagna. Si parla di giovanissimi dai 12 ai 14 anni che immagino super entusiasti di partecipare ad un training camp in maglia azzurra e che si trovano di fronte ad un allenamento che deve essere fatto a soglia sul piatto, oppure a due prove tipo gara più quattro in potenza aerobica. Ci sono poi gli allenamenti sulle variazioni di ritmo alla ricerca dei ritmi gara e poi finalmente si legge… gioco! Su sei allenamenti in acqua c’è una voce che a mio modo di vedere dovrebbe essere stata presente sempre e posta da sola senza interferenza alcuna. Il gioco, il divertimento, gli allenamenti comuni su varie combinazioni, dovrebbero essere la base di questi raduni per far condividere a questi giovani le gioie e le fatiche dello slalom. Sapete cosa fanno in Repubblica Ceca? Ai raduni giovanili vengono chiamati atleti del calibro di Prindis, Krejci, Rohan che accompagnano i giovani in acqua e giocano con loro sull'acqua, tra le porte che siano leggere o pesanti. Diventano i loro punti di riferimento, perché a questa età conta veder fare e non sentire dire come si fa!  A questa età dovrebbero essere dei grandi giocolieri, dovrebbero sapere fare l’eskimo con le orecchie, giocare sulle onde con i loro scafi per giorni interi. Sapere calciare una palla, andare in bici, sugli sci, tirare a canestro e palleggiare sotto rete facendo avvitamenti e salti mortali. Bisognerebbe parlargli della storia di chi li ha preceduti.  Bisognerebbe buttare via il cronometro e qualsiasi altro strumento e lasciarli scoprire come il loro corpo si muove sull’acqua e cercare le soluzioni quando gli allenatori li mettono in difficoltà. Sono loro che ci danno le risposte non noi che stiamo sulla riva, a meno che anche noi scendiamo in acqua con loro! 

Rimango sconvolto perché i tecnici sono stati miei ex atleti con i quali abbiamo condiviso allenamenti, viaggi, emozioni, gioie e dolori e soprattutto eravamo uniti da un’unica filosofia: la ricerca della tecnica che ci ha portato a fare qualche buon risultato ascoltando le informazioni che ci arrivavano dalla nostra canoa! La mente può ragionare e sviluppare fisicamente un movimento, ma è il corpo che, percependolo, fa cambiare alla mente le sue supposizioni. Solo così il gesto si sublima in noi stessi e se è nato per farci eccellere allora uscirà pure il grande risultato. 

Questi ex atleti e oggi tecnici, li ritrovo a guidare le nuove leve in maniera diametralmente opposta alle loro personali esperienze.  Mi chiedo, ma questi giovani quando gli si dice di lavorare a soglia che cosa capiranno? Hanno un cardio frequenzimetro? Hanno il valore della loro soglia? Come e da chi è stata calcolata ad un ragazzino di 12 anni? Stiamo parlando di una fase della loro vita, l’adolescenza, in cui, come sappiamo,  ci sono cambiamenti ormonali, lo sviluppo puberale, la crescita statuale, cambiamento del sistema nervoso. C’è la costruzione dell’identità, a livello emozionale grandi sbalzi d’umore e in più è il momento in cui l’adolescente inizia a farsi un pensiero critico. Calcoliamo la soglia e come? Dobbiamo considerare le grandi variazioni individuali legate alla maturazione biologica e che questa venga fatta da personale qualificato con test adatti all’età e al livello di sviluppo. Se da un lato ha senso avere la soglia a questa età, dall’altro deve essere presa per un criterio formativo, non di  prestazione. In sostanza è utile per accompagnare la crescita, ma non per spremere i ragazzi!


Occhio all'onda ! 



Commenti

Post più popolari