Lawerence, Martikan e Aigner le prime medaglie d'oro della terza prova di coppa


Se pensate ad un quadro vi viene in mente la Gioconda, se scegliete una scultura il gemellaggio con la Pietà di Michelangelo è scontato. Se fate lo stesso giochino con un'opera letteraria l'associazione di idee vi porta alla Divina Commedia o ai Promessi sposi, mentre se provate ad immaginare una combinazione di porte certe sul canale di Troja qui in Repubblica Ceca non c'è dubbio alcuno è  la combinazione 9/10 della gara di semifinale e finale. Questa  è la più classica delle classiche combinazioni dalla notte dei tempi ed è stata fatta e rifatta  da tutte le varie generazioni di canoisti che sono passati da queste parti. Anche da Cristina Giai-Pron che le sponde proprio non le digeriva!  In sostanza è un passaggio da sinistra a destra con una porta in discesa giusto prima del ricciolone con successiva risalita a destra. Bella, pura, elegante con principi tecnici ben precisi: infilare la punta nella porta 9, saltare diritti, ruotare le spalle in direzione della porta successiva e lasciarsi andare con un gioco di bacino e gambe. Se fate tutto ciò alla perfezione vi sentirete proiettare dall'altra parte del canale come se vi avessero sparato fuori dal cannone dell'uomo proiettile che qualche volta al circo avrete sicuramente visto. E' come una volcada fuori asse con la vostra ballerine in un giro di tango, è come uscire dalla neve fresca per ruotare nella curva successiva, è come colpire una pallina con la vostra racchetta da tennis usando la massima rotazione possibile, è come pedalare in salita, ma sentirsi come in discesa. E'... come dire? Semplicemente magico!
Poi il resto del percorso, a mio modo di vedere, è perfetto. Per fare una discesa ad hoc bisogna seguire l'acqua, salire sopra le onde e ruotare. Non bisogna mai mettersi contro la corrente e soprattuto mai presentarsi di traverso sui numerosi riccioli che ci sono sul tracciato. Bisogna però avere anche la forza di lasciare andare la canoa per la sua strada e per fare ciò ci vuole tanto, ma tanto coraggio. Non bisogna pensare cosa salvare, ma bisogna mettersi nella condizione di accettare il rischio anche di una pesante sconfitta se si vuole raggiungere la vetta.


Ecco la cronaca della gara di semifinale e finale in pillole.

- Lawerence ritrova serenità con la vittoria nella Canadese monoposto femminile in una gara che finalmente si può definire così anche per questa specialità. Abbiamo visto le ragazze esprimersi al pari con i colleghi maschi e se vogliamo dare una svolta alla disciplina bisogna proseguire su questa strada, anzi su questi percorsi. 
- Martikan sembrava un bambino felice sul gradino più alto del podio. Lui non è finito è li a lottare ancora una volta. La sua stagione di Coppa è stata un crescendo terzo a Londra, secondo a Tacen e ora oro a Praga. Certo non è il Martikan che può vincere facile, deve sperare pure nella buona sorte, ma per arrivare in finale ha ancora tante carte buone da giocarsi. Quando sono andato a fargli i complimenti era in sala video a guardare e ad analizzare la sua gara. Mi ha ringraziato e si è alzato pure in piedi... decisamente un atleta diverso rispetto a quello che era un tempo arrogante e poco socievole. Oggi a 35 anni sembra aver ritrovato lo spirito la semplicità dei suoi esordi. 
Bisogna dare merito anche a Benjamin Savsek, lo sloveno che ha fermato i cronometri a 89,59. Peccato per le sei penalità (7/10/11). Anche lui fino ad oggi ha disputato tutte e 3 le finali con un quarto, primo e terzo posto ed è in corsa per la vittoria complessiva. Il bravo va anche al solito David Florence, colui che qui l'anno scorso ha vestito la maglia di campione del mondo sia in C1 che in  C2. Oggi è secondo a 1,87 dal vincitore anche lui con una penalità alla 8. Come sempre a Praga si tocca molto per il semplice motivo che bisogna rischiare il tutto per tutto su ogni passaggio. 

- Aigner mette in fila tutti. Lui ha la consolazione di vincere la gara con la consapevolezza però che non sarà al via ai campionati del mondo negli States. E' solo il quarto k1 tedesco  alle selezioni e deve dire no alla trasferta iridata. Sorpresa della giornata l'olandese Maarten Hermans che raggiunge la finale e sfiora pure la medaglia. Il lavoro del suo allenatore, Jurgen Kohler,  inizia ad avere esiti positivi. Il tedesco ha chiuso la sua lunghissima collaborazione ricca di successi con la Germania per raggiunti limiti d'età, ma non era disposto a fermarsi ancora affamato di canoa e slalom, così ha deciso di proseguire con una nuova sfida e ha preso la pala al volo ed è volato nella terra dei tulipani.

Giornata splendida dal punto di vista sportivo, peccato per il cielo bigio e le temperatura più invernale che estiva, ma vediamola in senso positivo... non ha piovuto!

Domani ultimo giorno di gare. Poi la coppa prende una pausa si tornerà a parlarne solamente ai primi di agosto. 


La giornata in immagini...



















Occhio all'onda!

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