Amarcord di Penrith World Championships 2005


Jakub Grigar, classe 1997,  oltre ad essere un raffinato atleta, medagliato olimpico, è un gran signore: quello che gli anglosassoni definirebbero un gentleman. Ieri l’ho visto scendere dalla canoa, durante il suo spot di allenamento,  alla “main wave” per  aiutare una sconsolata ragazza, credo bosniaca, a svuotare il suo kayak. Poi dopo averla rassicurata è tornato ad allenarsi con il sorriso che lo caratterizza da sempre.  Questo un piccolo  episodio, ma emblematico perché non so quanti altri atleti avrebbero fatto si tal gentilezza nei riguardi di un’altra slalomista. Il buon Grigar da poco ha lasciato il suo storico allenatore, Stanislav Gejdos, vecchia conoscenza italiana che per un certo periodo ha gareggiato per il nostro Paese, quando cioè Walter Ussai  propose allo slovacco di tentare l’impresa olimpica in C2 e lo naturalizzò per l’Italia. La cosa non andò come sperato dal friulano sacilense Ussai e, come il progetto  nacque, si disperse sulle prime onde delle gare di selezione.  Di tutt’altra pasta è fatto Michal Martikan che, nonostante l’età, 46 lo scorso maggio, sembra soffrire la presenza di altre persone nell’ora di allenamento e cerca lo scontro diretto contro giovani atlete a volte indifese e impaurite dal campione slovacco. Per non parlare poi della mancanza di rispetto al momento delle partenze: lui arriva dal tapis-roulant e senza badare a nessuno riparte lanciandosi sul canale ignorando totalmente gli altri atleti che sono in attesa di partire rispettando l'ordine della fila. Come se tutto ciò non bastasse l’esperto pagaiatore di Liptovsky Mikulas è l’unico candidato per diventare rappresentante degli atleti nella Commissione ICF slalom… e i latini direbbero: Pro Aris et Focis per Dio e per la Patria! che fine faremo aggiungo io. 

Oggi la premessa per iniziare ad entrare nel clima mondiali è stata più lunga del solito quindi diciamo subito che i campionati del mondo di slalom tornano dopo 20  anni esatti sul canale olimpico australiano nella cittadina di Penrith. Anche le date quasi coincidono, infatti nel 2005 iniziarono il 29 settembre, cosa che accadrà anche quest’anno, e terminarono il 3 ottobre, quest’anno il 4 per il semplice motivo che, in questa edizione, ci saranno anche le gare di Kayak Cross, che all’epoca non esistevano e neppure si pensava che mai un giorno gli atleti dei paletti appesi al cielo prendessero armi e bagagli per cimentarsi con canoe che pesano 18 chilogrammi.  Al tempo  si gareggiava con due manche di qualifica, che venivano sommate e passavano in semifinale i primi 40 atleti, 15 per il C2, e poi restavano in 10 per la finale. Il risultato sommava il tempo della semifinale e della finale. La formula che si adotterà quest’anno sarà quella di una qualifica su manche unica, dove passano i primi 30 per poi avere un giorno di riposo e disputare semifinale e finale a 12.   Nel 2005 la partenza dal lago con fotocellula posizionata sul primo dislivello con arrivo poco prima  della fine del canale. Vent’anni dopo rimane invariata la partenza, ma l’arrivo é anticipato al secondo ponte.

I ricordi con il tempo svaniscono, ma certe emozioni rimangono indelebili nella memoria come la finale dei C1 o la prova di Fabien Dorfler con quel suo modo esagerato di pagaiare. 

Erano gli anni in cui si viveva il dualismo tra Martikan e Estanguet e fu proprio il primo a vincere la semifinale distaccando di 2 secondi e 11 centesimi Robin Bell, australiano,  e di 3.90 Tony Estanguet. Sembrava cosa fatta per lo slovacco che usciva dalle Olimpiadi di Atene con il dente avvelenato visto com’era andata a finire: secondo dietro al suo rivale di sempre il transalpino Estanguet di 12 centesimi e con un tocco, alla porta 7, molto, molto discusso. Ricordo che passarono parecchi minuti prima di conoscere il vincitore di quella gara, era andato in tilt tutto il sistema con giudici arbitri che correvano e autorità che non capivano e con il mega schermo che continuava a ridare a rallentatore la gara dei due contendenti, ma quando si arrivava alla fatidica porta in discussione l’immagine passava oltre, lasciandoci tutti sulle spine. Tornando alla finale dei mondiali australiani succede quello che nessuno avrebbe potuto immaginare visti i distacchi fra i tre atleti in corsa per il podio.  Solo un’impresa epica poteva stravolgere la classifica e solo uno come Tony Estanguet, con il suo naso da italiano in gita, direbbe Paolo Conte, avrebbe avuto questa capacità di stravolgere il tutto. Alla fine il francese, che vent’anni più tardi diventerà il presidente del comitato organizzatore dei Giochi olimpici di Parigi 2024, riesce a fermare i cronometri sui 101 secondi e 58 centesimi: tempo eccezionale. In finale Michal Martikan sembra andare con il freno a mano tirato, molto guardingo con l’idea probabilmente di gestire il suo vantaggio, ma c’è un imprevisto: il tocco alla risalita 8 che sconquassa evidentemente tutti i suoi piani. Ma come spesso succede tra i due litiganti il terzo gode ed è il caso di Robin Bell, padrone di casa, che si è presentato in gara con una canoa da lui modificata e tagliata, che in semifinale arriva secondo e poi in finale si migliora di quasi tre secondi e riesce a mettere la punta davanti a Estanguet di 21 centesimi. Sul gradino più alto del podio ci sale Robin Bell alla sua destra Tony Estanguet e alla sua sinistra Michal Martikan. 

A quei mondiali non ero presente fisicamente, ma li ho commentati per Eurosport e quindi li ho vissuti comunque molto intensamente. Al tempo avevo appena chiuso il mio ruolo di commissario tecnico della canoa fluviale in Italia per la Fick e in quell’anno ero rimasto a fare il commissario tecnico per la discesa, ma era come se mi avessero preparato la strada per andarmene, cosa che avvenne nel novembre del 2005. 

Anche il Kayak maschile regalò al tempo belle sfide tra Dorfler, Lefevre e tutti gli altri atleti che andavano per la maggiore. Tra le donne Kaliska dominava e nel C2 ci fu la sorpresa, questa volta per aver fallito la gara, di Peter e Pavol Hochschorner che, dopo l’oro olimpico di Atene, chiusero solo all’11esimo posto il mondiale nella terra dei canguri. 

Queste sono altre storie che sicuramente vi racconterò un giorno dei prossimi per prepararci al meglio al mondiale che prenderà il via fra poco.


Occhio all'onda! 

Il podio C1 men World Championships 2005 



Commenti

Post più popolari