Semplicità e perseveranza le chiavi del successo per Amalie Hilgertova

Due occhi lucidi e uno sguardo molto imbarazzato quasi volesse chiedere scusa per essere lì sopra a dominare tutti dall’alto verso il basso, lei che a 21 anni si è timidamente presentata al via di una finale che aveva lasciato fuori personaggi come Chourraut,  Pennie, Kudejova e aveva aperto le porte ad atlete meno conosciute come la slovacca Mintalova e la polacca Zwolinska.
Amelie Hilgertova è figlia d’arte da parte di  mamma Marcela  e papà Ivan che sono anche i titolari di Hiko Sport, oltre ad essere la nipote della Stepanka Hilgertova che tutti noi conosciamo. Nel 2013 aveva vinto il mondiale Junior a Liptovsky, poi da senior ha preso una finale nel 2018 sempre sullo stesso percorso dove aveva guadagnato la maglia iridata. Quest’anno ha cambiato allenatore e dal gruppo di Prskavec, troppo affollato in una anno pre-olimpico,  è passata sotto la guida di  Michal  Buchtel  e come compagne di allenamento ci sono le sorelle Galsuskova.
La sua finale è un compendio di semplicità ed eleganza oltre di concentrazione che non le fa praticamente sbagliare nulla per tutta la gara, ma che soprattutto le ha permesso di mantenere lucidità nei due punti critici del percorso. Quando cioè bisogna prima fare un risalita a valle per poi rimontare sull’onda a monte di un metro  per fare la successiva porta in retro (10 - 11 e 19 - 20)... un assurdo per certi versi! Combinazioni così non ne vedevo più dal 2015 mondiali di categoria a Foz do Iguaçu e sinceramente non ne capisco il senso. 
Alle spalle distanziata di nulla c’è la britannica Mallory Franklin mentre il bronzo va alla tedesca, non più giovanissima, Jasmin Schornberg, mentre la super favorita Funk paga un 50 alla porta 20 dove, purtroppo per lei, si infila dento a malapena con metà testa. Stefany Horn, dopo una semifinale dominata, crolla sulla finale uscendo troppo lanciata dalla 10 si ritrova oltre la 11 che è costretta a risalire per non incappare in un 50 e qui praticamente finisce la sua gara Continentale in ottava posizione. Per lei non c’è tempo di replica si infila in macchina e torna a casa con Jerney Abramic e la sua atleta Eva Tercelj che ha chiuso al 5^ posto con una gara onesta.

Nella C1 uomini si rimpossessa del titolo europeo, che fu già suo nel 2015,  Benjamin Savsek che fin dalle prime pagaiate dimostra di essere in gran forma pennellando tutti i passaggi. I francesi salvano l’onore con l'argento di Thomas, terzo il teutonico  Tasiadis che, al contrario dello sloveno trionfatore, ha dato l’impressione di lottare su ogni porta. Il suo distacco di 2 secondi e 18 lo testimonia.
Il nostro Raffy si ferma in semifinale al 12esimo posto: peccato perché fino alla porta 23 era in perfetta linea per passare in finale. All’entrata dell’ultima risalita la canoa si è piantata tenendolo a un metro dal palino interno perdendo poi all’entrata dell’ultima porta più di 2 secondi che gli sarebbero bastati per andare a lottare per le medaglie.

L’Europeo si chiude oggi con semifinale e finali per C1 donne e K1 uomini.

Occhio all’onda!

Commenti

Post più popolari