C1 uomini sotto esame agli Euro 2019

Se con i K1 uomini le cose non sono facili certo non si fanno sconti neppure fra  i C1 uomini. Tanto per farsi un’idea agli Euro 2019  non passano le qualifiche personaggi come Gargaud (campione olimpico), Anton (campione del mondo), Benus (argento olimpico), mentre Roberto Colazingari, che qui all’inizio di Aprile alla Pyrenees Cup era arrivato secondo con una penalità, ma con il miglior tempo dietro a Ander Elosegi che agli Europei è arrivato settimo,  non ce la fa a passare il turno.   Devono fare la seconda manche per accedere in semifinale pure personaggi come Tasiadis, Elosegi e Martikan (i primi due poi li ritroveremo anche in finale) tanto per rendervi conto del livello competitivo in questa categoria.
Partiamo dal vincitore e cioè da Benjamin Savsek che ritorna sul trono continentale dopo il titolo già vinto nel 2015 e dopo essere rimasto fuori dalla finale all’edizione 2018. Lo sloveno ad inizio stagione ha ritrovato quella maturità che due anni fa gli permise di vincere un mondiale in grande stile.  Il trentaduenne sloveno, allenato da Jose Vidmar, 

costruisce la sua gara all’uscita della porta 3 (una discesa in morta a destra) quando cioè pianta in acqua il debordè (manovra sulla quale si possono costruire interi sonetti che potrebbero essere ispirazione di romanzi cavallereschi e su cui ho già espresso la mia puerile poetica) e lo toglie solo all’entrata della porta 7 senza quasi mai estrarre la pala dall’acqua. L’effetto è devastante perché il suo scafo sembra un siluro che non si fermerà mai se non dopo aver tagliato il traguardo. Sembra non fare nulla, apparentemente, ma la canoa è sempre sopra l’acqua e credo che in tutta la discesa non abbia nemmeno preso una goccia in faccia. Il vincitore, a differenza di tutti gli altri, non ama svernare in Australia perché preferisce fare dei micro cicli di allenamento negli Emirati.  Quindi torna nella sua Lubjana, dove ha casa e famiglia,  per i lavori a secco, per  poi fare ancora un altro ciclo al caldo curando tecnica e velocità. 
Alle spalle dello sloveno il francese che usa come nome Martin e come cognome Thomas... così come è per  Franz Anton! Il transalpino parte dal suo lato di pagaiata e cioè a sinistra, ma uscendo dalla tre cambia mano e passa a destra fino a pochi metri dall’entrata della 8 e non cambierà più fino alla fine. Messi a confronto i primi due del podio hanno condotte di gara fotocopiate fino all’uscita della 9 e poi Savsek gli prende spazio progressivamente fino all’ultima porta dove ha un vantaggio di 1 secondo e 09 nello scatto finale però Thomas è particolarmente veloce e recupera 30 decimi che fanno soffrire Benjamin tanto più che il francese è sceso immerso in una folla che lo incitava senza nessun ritegno neppure da parte dello speaker al quale comunque vanno i complimenti per aver dato voce ad un Europeo che non era facile da commentare e da esaltare. 
Dei 10 finalisti  5 (Tasiadis, Burgess, Mirgorodsky, Westley e Florence)  erano già nella finale del 2018 mentre due di loro (Thomas e Elosegi) non erano neppure in squadra nazionale.  Da sottolineare l’assenza, per problemi fisici,  di Alexander Slafkovsky che nel 2018 aveva chiuso al 4^  e aveva già al suo attivo tre titoli e cioè nel 2017, 2016 e 2014.

Occhio all’onda!

 
MEDAGLIERE EURO SLALOM 2019

... fine terza parte 

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