Manca Tasiadis? Nessun problema ci pensa Anton a vincere e Kuhnle si impone nel k1 donne

Ero allo stand di Galasport a misurare il muletto che dovrebbe usare Zeno in attesa della nuova canoa e una signora sulla sessantina abbondante leggendo il nome Ivaldi sulla canoa distrutta dopo essere stata persa in autostrada dagli sloveni mi chiede se conosco il proprietario. Ovviamente rispondo di sì e le spiego che è mio figlio. Lei mi guarda e mi abbraccia e inizia a spiegarmi che mi legge sempre e che è super felice di conoscermi dal vivo perché segue lo slalom attraverso il mio blog e mi riempie di complimenti. Sa anche che ballo il tango e presentandosi mi dice di chiamarsi Maria Ćwiertniewicz che è polacca, ma è da molti anni che vive a Vienna. Il nome non  mi suona nuovo e le faccio una domanda che suona decisamente stonata: "sei appassionata di canoa?" e mi rendo subito conto che a volte la fretta non ti lascia il tempo di pensare perché nel momento preciso in cui finisco la frase capisco  che si tratta di quella Maria Ćwiertniewicz che nel 1975 vinse il mondiale a Skopje e prima fu seconda sulla Muota dietro alla ex DDR Sybille Spindler. Tanto per la cronaca per la Germania dell’Est quello svizzero fu l’ultimo campionato del mondo a cui sarebbero stati presenti  perché da lì a breve Montreal non inserirà  lo slalom fra le discipline della XXI edizione dei Giochi Olimpic dell’era moderna, quindi i tedeschi comunisti non hanno nessun interesse a proseguire in questa disciplina. Si pensi che a Lipsia  sotterrano un canale che era la perfetta copia di Augsburg e fanno sparire tutto ciò che è canoa slalom.   Come tutti sappiamo abbiamo dovuto aspettare il  1992 per diventare sport ufficiale nei Giochi dopo la prova dimostrativa del 1972. 
Chiudiamo quindi qui anche la  parentesi "amarcord" che arriva giusto  dopo qualche settimana dall’incontro che il mitico Roberto D’Angelo ha avuto a  Merano, in occasione della gara ranking, con la  campionessa Olimpica Angelika Bahmann e dopo pure la "reunion" di Londra organizzata per ricordare lo scomparso Hedge. Tra l'altro Richard Fox mi faceva vedere le foto vintage scattate in quell’occasione sottolienando la fatica della sua discesa con i primi modelli di slalom risalenti allla fine degli anni '40, 

Tornando all’attualità partiamo dalla nota di colore hair fashion di  Katerina Kudejova che in qualifica ieri per la prima volta l’ho vista gareggiare con i capelli raccolti in una classica treccia a tre ciocche, ma la cosa è durata poco perché già in semifinale, la campionessa del mondo del 2015, è tornata a gareggiare con il capello sciolto che effettivamente non le rende giustizia. La nota di freschezza invece arriva dalla statunitense Evy Leibfarth che a solo 15 anni conquista la sua prima finale in una gara di coppa del mondo. La giovinetta era quest’inverno in Australia e agli Oceania Championships e aveva chiuso in 14esima posizione. Oggi è stata protagonista di una semifinale praticamente perfetta fino all’ultima risalita dove è arrivata lunga, ma il suo 104,31 se pur sommando la penalità alla 21 era un tempo di tutto rispetto che le regalava la 4^ posizione. In finale la ragazzina parte a ritmi forsennati facendola arrivare alla porta 10 con vantaggi stratosferici, ma che le fanno anche annebbiare la vista tanto è che dalla porta successiva sarà una sofferenza e una raccolta di penalità continua. E’ giovane e si farà!
Dovrei addentrarmi in alcune decisioni arbitrali decisamente difficili da condividere, ma che segnano la gara. Dei 50 evidentissimi con tanto di foto e grafici vengono fatti passare per passaggi corretti. Quindi meglio soprassedere e accettare, anche perché non si può fare diversamente, il verdetto arbitrale.
Gli slovacchi piazzano in finale del C1 tutti e tre i loro atleti che sono galvanizzati davanti ad un numeroso pubblico (costo del biglietto 5 euro al giorno o 10 per tutti i tre giorni), ma sul podio ci sale solo Benus che arriva secondo per 0,30 dietro a un Franz Anton ritrovato e il bronzo a Bozic. Savsek fa registrare un favoloso 93,74, ma con due salti di porta al limite 

e finisce al 9 posto davanti solo al ceco Heger.
Fra le donne sedute trionfa Corinna Kuhnle graziata in semifinale, seconda Luuka Jones e terza una sprecona Ricarda Funk. Fox solo sesta, lei il miracolo l’ha fatto in semifinale quando pur risalendo una porta riesce ad infilarsi nelle top 10, ma evidentemente non è giornata per lei. A fine gare ancora bagnata e sudata arriva in sala video ad analizzare la sua discesa e rimane con la madre fino a quando praticamente non si sbaracca tutto e si torna in albergo. E pensare che c'è qualche atleta che mi dice che non si deve guardare il video dopo la gara! Andando al parcheggio assieme mi sono permesso di dirle che forse è tempo di prendersi un po di pausa considerando che ogni volta che andavo sul canale lei era sempre in acqua. Con il suo sorriso, che da sempre la contraddistingue, mi ha fatto capire che la posta in palio è alta e  deve cercare di assicurarsi il posto olimpico con una vittoria. La domanda però mi sorge spontanea: ma se non va lei ai giochi Olimpici chi ci deve mandare l’Australia?

Occhio all’onda!  

   



Una Kudejova inedita con tanto di treccia a tre ciocche


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