KAYAK CROSS IL FUTURO DELLA CANOA SLALOM?

 

nella foto da sinistra Sam Leaver, Noemi Fox, Pierre Labarelle e Angela Hug 

È tornato il tempo di parlare di canoa e l’occasione ci arriva dal congresso sul tema Kayak Cross appena conclusosi ad Epinal (Francia). L’incontro è stato fortemente voluto e spinto dal direttore tecnico della  Svizzera, nonché ex grande atleta della canadese monoposto,  Pierre Labarelle che ha coinvolto molti atleti e un discreto numero  di  tecnici e soprattutto l’ ICF. La sede originaria avrebbe dovuto essere quella di Huningue, ma è successivamente stata spostata in  Francia per alcuni problemi legati all’acqua. Sono intervenuti on line Richard Fox, Llouis Rabaneda e Tony Estanguet. Partiamo proprio da quest’ultimo, che in questi giorni ha presentato il suo libro che parla dell’organizzazione, dietro le quinte, dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, per le quali  è stato il Presidente del Comitato Organizzatore. Il tre volte campione olimpico ha avuto certamente il merito di portare ai Giochi la specialità del Kayak Cross, un processo iniziato quando lui nel 2012 era entrato a far parte della grande famiglia del CIO, quel luogo cioè dove si decide sul futuro dello sport mondiale,  e con Michel Prono aveva spinto per inserire il Kayak Cross nel programma olimpico.  Nel suo intervento Estanguet ricorda il suo impegno per il Kayak Cross all’interno della stanza dei bottoni e, dopo l’edizione parigina, dimostratasi un vero successo di pubblico e di consensi da parte della dirigenza sportiva, si rende ancora più conto che il futuro del nostro sport deve passare dal Kayak Cross: una disciplina che è la risposta giusta per adeguarsi ai tempi che cambiano e alle esigenze dei giovani. Sostiene a spada tratta le motivazioni del francese lo stesso vice presidente dell’ICF Llouis Rabaneda e sottolinea il fatto che questa disciplina può avvicinare un maggior numero di nazioni  perché possono allenarsi più facilmente rispetto allo slalom, oltre al fatto che è una specialità che, a detta sua, è alla portata di tutti e in cui si possono ottenere in breve grandi risultati. Mi permetto di dissentire da tutte queste affermazioni e questo mio dissentire arriva da una analisti dei dati in nostro possesso fino ad oggi. Infatti non troviamo nessuna nazione “nuova” che si affermi in questa specialità a livello di campionati del mondo o olimpiadi. Il successo del “Kiwi” Finn Butcher, non è certo da annoverare tra le  nazioni sconosciute o nuove, considerando la realtà sviluppata in Nuova Zelanda con un canale, quello di Aukland, e con la partecipazione di questa nazione a tutti i maggiori eventi internazionali. Se poi noi prendiamo sette edizioni di campionati del mondo di Kayak Cross, e cioè dalla sua nascita nel 2017 in quel Pau ad oggi, ci rendiamo conto che ai Quarti di Finale, per il momento, troviamo sempre le solite nazioni. Questo sta a significare che tutta questa facilità nell’ottenere facili risultati e inserimento di nuove nazioni per il momento non si è vista! 

A coordinare il summit è stato chiamato Sam Leaver che quest’anno ha curato le interviste a fine gara nelle prove di slalom e, da atleta nel kayak cross, ha vinto la gara di Coppa ad Ausgburg ed è arrivato quarto a Tacen, oltre ad aver vinto gli Europei a maggio a Parigi. Il motivo di questo suo impegno è dovuto al fatto che, essendo madre lingua inglese, avrebbe potuto coordinare al meglio i lavori. Anche qui avrei da suggerire che forse sarebbe meglio dare spazio a chi viceversa l’inglese lo ha imparato non per nascita in suolo britannico perché non è facile seguire i “madre lingua”! Detto ciò a riassumere il senso dell’incontro ci ha pensato Pierre Labarelle che lo aveva progettato  come momento aggregante per un mondo nuovo quale dovrebbe essere il kayak cross e organizzato in un momento in cui non c’è lo stress dovuto alla preparazione e alle gare. 

Siamo tutti d'accordo sul fatto che questo sport sia valido, ma le regole e il modo in cui viene giudicato oggi sono molto problematici - esordisce Pierre e prosegue - quando ho parlato con l’ ICF, si è dimostrata molto positiva e propositiva al fine di avere un feedback dai diretti interessati”. Io aggiungo comunque che gli interventi istituzionali certo non sono stati né illuminanti e neppure interessanti, poiché si sono limitati a dire l’ovvio. Giustamente Labaralle aggiunge: “Ora la sfida è fare qualcosa di concreto, in modo da non organizzare la stessa cosa l'anno prossimo con le stesse identiche discussioni e domande perché se fosse così sarebbe un fallimento per me!” Ma, poiché il tecnico francese al servizio della Svizzera è un uomo concreto, ci tiene a sottolineare che cercherà di avviare una discussione all'interno del gruppo dei team leader per riunire alcune persone e provare a rimodellare le regole e presentarle all'ICF con una voce comune, perché ritiene che sia l'unico modo per vedere le cose evolversi.

Le giornate di lavoro si sono concluse con gli allenamenti in acqua degli atleti presenti, il miglior modo possibile poi per concretizzare le parole e capire quale direzione prenderà il nostro futuro. Un grande vantaggio il Kayak Cross sicuramente ce l’ha ed é quello che, per avere un allenamento efficace ed efficiente, c’è la necessità che si svolga in gruppo dando prevalenza agli scontri diretti e quindi il divertimento è assicurato per chi è in acqua e chi viceversa resta sulle rive. 

Ora la palla o meglio la pagaia passa in mano a chi di dovere e speriamo che non si perda tempo a discutere sul sesso degli angeli!


Occhio all'onda! 








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