Partiamo da dove avevamo finito!
La Coppa del Mondo 2025 di canoa slalom e kayak cross riparte da dove l’avevamo lasciata lo scorso anno e cioè a La Seu d’Urgell. Infatti dopo nove mesi il carrozzone mondiale dello sport dei pali appesi al cielo si ritrova in Spagna, in Catalogna per l’esordio di una Coppa che da quest’anno adotta una formula più snella e speriamo pure più dinamica. Nella cittadella della sede del vescovado per antonomasia, in pratica, nulla è cambiato, se non il fatto che sul Cadì, la montagna che sovrasta La Seu, c’è ancora la neve testimonianza di un inverno rigido e più lungo del solito. Le prime giornate di calore sembrano averle portare i canoisti che sono già numerosi sul canale olimpico del Parco del Segre. Per il resto tutto è uguale a quello che avevo incontrato la prima volta che arrivai da queste parti: era un settembre del 1991 quando partecipai alle gare Pre-Olimpiche e all’inaugurazione di questo impianto che l’anno successivo avrebbe ospitato il grande rientro della canoa slalom nella famiglia olimpica. Il tradizionale mercato nelle vie del centro è sempre il martedì e il sabato, il gazpacho, il fuet e la crema catalana rimangono i punti di forza nella mia dieta da queste parti che mi fanno sentire tanto a casa, considerando che vent’anni fa dalla Seu d’Urgell è partita la mia avventura di allenatore fuori dall’amata Patria. Anche il mio amico salice piangente, che da sempre è testimone del passaggio di mille e ancora mille canoisti che da queste parti sono passati e passano e passeranno, è sempre imponente, flessibile ed elegante. Forse i suoi rami sono stati tagliati nel suo riposo vegetativo, ma oggi l’ho visto di un verde intenso e vivo come non mai. Il salice, una pianta che porta con sé la leggenda di essere stato l’ispiratore di Shirobei Akiyama, un medico giapponese, che ammirando i suoi rami cosi flessibili e cedevoli sotto una fitta nevicata si rese conto che ci si può far piegare, ma mai spezzare ed è così che diede vita ad una delle più antiche arti marziali e cioè il Jujitsu.
Saranno 44 le nazioni presenti alla prima gara di Coppa con le gare che si svolgeranno in tre giorni a partire da venerdì 6 a domenica 8, quindi un giorno in meno rispetto alle scorse edizioni. 5 i Continenti rappresentati per un totale di 244 atleti di cui 16 saranno impegnati nella doppia categoria. I partenti nel Kayak Cross saranno 138. Sono 119 gli accreditati tra allenatori, staff e dirigenti vari. A spanne c’è un introito per il comitato organizzatore in relazione agli accrediti di circa 44 mila euro. Francia, Germania, Repubblica Ceca, Cina e ovviamente Spagna le nazioni con più atleti al via. Italia presente con 9 atleti di cui 3 faranno pure le gare in Kayak Cross con 2 team leader e 3 dello staff. Salta all’occhio l’assenza del Campione Olimpico Giovanni De Gennaro, che ha dato forfait per impegni istituzionali. L’Italia però non ha pensato di sostituirlo con un altro K1, magari giovane, visto che sembra questa la politica adottata dalla FICK, considerando che il 6^ nel ranking internazionale ICF e vincitore delle gare di selezione nella canadese monoposto maschile viene ingiustamente lasciato ai box!
A tracciare i percorsi ci penseranno il francese Yves Narduzzi, nominato dal’ICF, e il delegato del comitato organizzatore David Burgos. Il primo è un allenatore che il prossimo 10 ottobre compirà 56 anni ed è sposato con Anne Lise Bardet, vi dice nulla questo nome? Ho parlato di lei poco tempo fa in un post… lei è la vicepresidente della Federazione Francese di Canoa, da atleta conquistò il bronzo a Sydney 2000, mentre il marito può contare su un argento iridato ai mondiali di Três Coroas nel 1997, nel mondiale dove il fenomeno Martikan si confermò vincendo il suo primo titolo mondiale dopo il titolo di campione olimpico conquistato l’anno precedente a soli 17 anni. Narduzzi, allenò per un tempo anche Tony Estanguet, oltre a Cedric Joly che proprio qui a La Seu vinse il mondiale in C1. Il secondo, David Burgos, è un ex atleta che gareggiò a livello internazionale dal 2016 al 2022 in C1 e in C2. A livello assoluto partecipò solo a qualche gara di Coppa del Mondo, da Under a livello individuale, viaggiava tra la 15esima e 25esima posizione; da Junior conquistò un argento a squadre nel mondiale di Bratislava nel 2017.
Qui vedremo all’opera per la prima volta, nel ruolo di Chief Official, Richard Fox e capiremo pure che tipo di politica imposterà per questo suo quadriennio olimpico da chairman dello slalom mondiale. Sarà la fotocopia di Jean Michel Prono e cioè un tuttofare e super visore pignolo e attento su ogni dettaglio, oppure osserverà dall’alto e si occuperà di promuovere lo slalom in maniera diversa? Staremo a vedere perché la speranza, ma in parte già sopita, è quella di vedere il nostro sport fare un salto di qualità sotto ogni aspetto! Per fare questo ci vuole un uomo al comando con capacità e professionalità profonde. Sarà Richard Fox quello che è stato Galileo Galilei per la scienza? I latini avrebbero detto: "Et qui vivunt, videbis" che tradotto in vulgaris è: "chi vivrà vedrà"!
Tutti i detentori della Coppa 2024 saranno al via anche nell’edizione 2025 quindi Matej Benus per i C1 uomini, Anatole Delassus per i K1 uomini. Ricarda Funk per il K1 donne e Jessica Fox per la C1 donne. Anche nel Kayak Cross Joseph Clarke e Kimberly Woods difenderanno il trofeo conquistato lo scorso anno e l’edizione 2025 sarà la numero 5 per questa nuova disciplina, mentre siamo arrivato alla 36esima edizione per il settore Slalom. Una Coppa nata ufficialmente nel 1988 e non assegnata solo nel 2020 per le ragioni che tutti noi sappiamo.
Occhio all'onda !
Commenti
Posta un commento