Le gare a squadre hanno aperto l'Europeo

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Scrivevo ieri che le gare a squadre non hanno un grande peso, perché sappiamo che non sono olimpiche e quindi le nazioni non ci lavorano specificatamente. Di concerto però ci possono dare l’indice del valore complessivo di una nazione, perché, indipendentemente da questo, ci si rende conto del potenziale degli atleti messi in campo e,  se poi compariamo questi dati con il medagliere Junior e Under 23, il quadro si completa con dati molto interessanti. 

Sono state 8 su 28 nazioni che sono andate a podio oggi 15 maggio nella giornata dedicata alle gare a squadre e  sono:  Repubblica Ceca, Germania, Great Britain, Spagna, Francia, Slovenia, Italia e Repubblica Slovacca. Le prime tre dell’elenco  hanno vinto il titolo Continentale. 

Era iniziato con un brivido il pomeriggio di oggi, perché le prime a partire nel kappa uno femminile dovevano essere le italiane, ma poco prima della partenza Stefanie Horn ha rotto il puntapiedi ed il regolamento consente in questo caso di far partire per ultima l’atleta che si trova in questa condizione. Poi, alla fine, tutto regolare e Stefanie Horn, Chiara Sabatini e Lucia Pistoni hanno fatto la loro onesta discesa classificandosi al sesto posto. Troppe le penalità fatte registrare dalle azzurre, cosa  che in pratica ha caratterizzato tutte le prove delle squadre italiane, per fortuna  Marta Bertoncelli, Elena Borghi e Elena Micozzi nella canadese sono state incisive e attente portando a casa un bronzo più che meritato. Entrando più nello specifico non capisco come si possa far partire per primo Xabi Ferrazzi, quando avrei messo a dirigere il concerto il campione olimpico con la sua esperienza e con la sua calma. Il povero giovane carabiniere di Valstagna, preso dalla voglia di fare bene, inciampa sulla porta due mettendo in crisi da subito tutto il team che si è trovato a dover recuperare una porta che aveva iniziato a ballare più del dovuto. Da lì in poi  il team azzurro accumula ancora due  penalità e non gli rimane che cercare di tagliare il traguardo il prima possibile per dimenticare una discesa sottotono  e concentrarsi sulle gare individuali di domani. 

Sono mancati all’appuntamento con le medaglie i Cechi che mettevano in palio il titolo conquistato lo scorso anno con estrema facilità. In Francia però non sono riusciti a trovare quella amalgama e quella fluidità di gruppo che sono i segreti per essere vincenti in questa tipo di gare e il nuovo inserito , Barta, non ha saputo, in così poco tempo, sostituire un uomo di esperienza e grandi qualità che risponde al nome di Vit Prindis. Il miracolo nel kayak maschile lo hanno fatto i tedeschi con una discesa da manuale guidati da un Hengest in gran forma che ha dato i giusti spazi ai suoi compagni e con un Aigner capace di sprintare in ogni occasione per riportarsi sotto. Conclusione: vittoria più che meritata. 

 

I canadesi azzurri, con il loro 92.33, avrebbero fatto registrare un  tempo da medaglia, ma con il condizionale e con le  penalità non si va da nessuna parte. Quindi Ivaldi, Ceccon e Barzon devono accontentarsi del 7^ posto finale nella gara vinta dai britannici su sloveni che, pur iniziando male, toccando la 2, sanno riprendersi per salire sul podio. Terzi gli slovacchi con un Michal Martikan che aggiunge al suo medagliere un altro trofeo alla bellezza di 46 anni!

Il tabellino della giornata ci dice che il percorso di gara fatto da 18 porte, il minimo sindacale, era piuttosto facile e, se vogliamo, pure banale con le doppie risalite (6/7 e 17/18). Tempo atmosferico instabile con cielo coperto con qualche piccolo rovescio. Pubblico decisamente giovane, visto che l’organizzazione si è preoccupata di far fluire all’evento diverse scuole locali. Tra il publico di tifosi italiani presenti si sono visti solo Alessandro Barzon e Cecilia Acqua oltre ai genitori di Stefanie Horn, peccato perché ci sono all’esordio alcuni giovani e magari il sostegno delle famiglie poteva essere pure di aiuto. 

Di tutt’altra pasta il percorso per le gare di qualifiche su manche unica. Molte le combinazioni già viste alle Olimpiadi. Si parte con una combinazione uno e due in discesa per usare il buco ed entrare nella 3 in risalita. Ancora due discese per passare sotto il ponte e la combinazione precedente si inverte con 5 da tagliare per entrare nella 6 in risalita. Si ripete lo schema due discese e 9 in risalita a destra. Nel canalone si passa zigzagando tra cinque porte per impostare stretta la 14, forse vedremo fare anche qualche retro, che immette in un’altra risalita a destra in una morta piuttosto instabile. 16/17/18 è la combinazione olimpica dove Castryck si era giocato, per nostra buona sorte, l’oro. Ancora tre discese prima di affrontare la 22 in risalita a sinistra e si chiude con le due discese angolate  23, 24  e lo scatto finale. Miglior tempo dei dimostratori del percorso è stato di 86 secondi, domani passeranno i primi 30 per tutte le categorie. 

Arriva in serata anche una nota ufficiale sul passaggio nel kayak cross nella Role Zone. La novità sarà quella che si potrà fare il famoso “kick Flips” perché sembra, da una interpretazione del regolamento,  che non ci sia più l’obbligo di oltrepassare la barra gialla con la testa immersa nell’acqua, ma solo con la canoa capovolta di 180 gradi.

Occhio all'onda! 

                                                            english version

I wrote yesterday that team competitions do not have a great weight, because we know that they are not Olympic and therefore the nations do not work specifically on them. In concert, however, they can give us an index of the overall value of a nation, because, independently of this, we realize the potential of the athletes put on the field and, if we then compare this data with the Junior and Under 23 medal table, the picture is completed with very interesting data.

There were 8 out of 28 nations that went to the podium today, May 15, on the day dedicated to team competitions and they are: Czech Republic, Germany, Great Britain, Spain, France, Slovenia, Italy and the Slovak Republic. The first three on the list won the Continental title.

Today's afternoon had started with a thrill, because the first to start in the women's kappa uno were supposed to be the Italians, but shortly before the start Stefanie Horn broke her toe clip and the rules in this case allow the athlete who finds herself in this condition to start last. Then, in the end, everything was regular and Stefanie Horn, Chiara Sabatini and Lucia Pistoni made their honest descent, finishing in sixth place. Too many penalties were recorded by the Italians, something that in practice characterized all the tests of the Italian teams, fortunately Marta Bertoncelli, Elena Borghi and Elena Micozzi in the Canadian were incisive and attentive, bringing home a more than deserved bronze. Going into more detail, I don't understand how Xabi Ferrazzi can be made to start first, when I would have had the Olympic champion conduct the concert with his experience and calm. The poor young carabiniere from Valstagna, driven by the desire to do well, stumbles on gate two, immediately putting the entire team in crisis, having to recover a gate that had started to dance more than it should have. From then on, the Italian team accumulates two more penalties and has no choice but to try to cross the finish line as soon as possible to forget about a subdued descent and concentrate on tomorrow's individual races.

The Czechs, who were putting the title they had won last year with extreme ease up for grabs, missed out on the medals. In France, however, they were unable to find that amalgamation and fluidity of the group that are the secrets to being winners in this type of race and the new addition, Barta, was unable, in such a short time, to replace a man of experience and great qualities who goes by the name of Vit Prindis. The miracle in the men's kayak was achieved by the Germans with a textbook descent led by a Hengest in great shape who gave the right space to his teammates and with an Aigner capable of sprinting on every occasion to get back within range. Conclusion: a more than deserved victory.

The Canadian blues, with their 92.33, would have recorded a medal-worthy time, but with the conditional and with penalties you get nowhere. So Ivaldi, Ceccon and Barzon had to settle for 7th place in the final race won by the British over the Slovenians who, despite starting badly, touching the 2, were able to recover to get on the podium. Third place for the Slovakians with Michal Martikan who added another trophy to his medal collection at the age of 46!

The scorecard of the day tells us that the race course made up of 18 gates, the minimum, was rather easy and, if we want, even banal with the double climbs (6/7 and 17/18). Unstable weather with overcast skies and some small showers. The crowd was decidedly young, given that the organization took care of having several local schools flow into the event. Among the crowd of Italian fans present, only Alessandro Barzon and Cecilia Acqua were seen in addition to Stefanie Horn's parents, a shame because there are some young people making their debut and perhaps the support of their families could have been of help.

The course for the single-run qualifying races is a completely different story. Many combinations have already been seen at the Olympics. It starts with a combination of one and two downhill to use the hole and enter the 3 uphill. Two more downhills to pass under the bridge and the previous combination is reversed with 5 to cut to enter the 6 uphill. The pattern is repeated two downhills and 9 uphill on the right. In the gully you pass zigzagging between five gates to set the 14 tight, maybe we will also see some reverse, which leads into another uphill on the right in a rather unstable dead end. 16/17/18 is the Olympic combination where Castryck had played, luckily for us, the gold. Three more downhills before tackling the 22 uphill on the left and it closes with the 23 and the final sprint. The best time of the demonstrators of the course was 86 seconds, tomorrow the first 30 for all categories will pass.

An official note also arrives in the evening on the passage in kayak cross in the Role Zone. The novelty will be that it will be possible to do the famous “kick Flips” because it seems, from an interpretation of the regulation, that there is no longer the obligation to cross the yellow bar with the head immersed in the water, but only with the canoe upside down 180 degrees.

Occhio all'onda !