C2 e donne in C1




Non me ne vogliano C2 e donne in ginocchio, ma dovrò riunire tutti qui considerando il fatto che venerdì inizia la coppa del mondo e quindi non abbiamo molto tempo per archiviare questi campionati europei che hanno fatto discutere a lungo per regolamenti avulsi dal resto del mondo e per un tracciato decisamente discutibile.

Non è una fatalità trovare due equipaggi tedeschi sul podio. Se ci pensate bene questa specialità storica della canoa, che qualcuno vuole eliminare, affascinante ed unica ha dalla sua il fatto che oltre alle difficoltà dell'acqua mossa si trova a fare i conti anche con l'aspetto di unire due persone sulla stessa imbarcazione. Un equipaggio per l'appunto. Quindi affiatamento tra i due componenti e tanto lavoro psicologico su di loro per farli rendere al meglio nello stesso preciso momento. Il fatto di gareggiare in casa certamente agevola non poco tanto più le canadesi doppie.
Ma veniamo alla gara di finale che lascia fuori i campioni del mondo Bozic/Taljat, i campioni europei in carica e cioè i cugini Skantar, Klauss/Peche vincitori della coppa del mondo 2013 e ci aggiungerei anche Kucera/Batik altro equipaggio slovacco decisamente di livello.
Behling/Becker, rispettivamente 24 e 25 anni, sono al loro primo vero grande successo internazionale dopo essere entrati diverse volte in finale di coppa del mondo, ma mai però in quelle di un dei due campionati del mondo a cui hanno partecipato. Alle loro spalle i loro compagni di squadra Anton/Benzin che invece di esperienza ne hanno da vendere. Il bronzo ai britannici Florence/Hounslow che avevano vinto la semifinale con un tempo che gli avrebbe regalato la vittoria continentale. Esordio internazionale 2015 del campione olimpico di questa specialità che dopo il ritiro del suo compagno Baillie è rimontato in barca con Mark Proctor e si è subito inserito tra i migliori: chiudono in quinta posizione.
Molto bene gli avieri italiani Camporesi/Ferrari, sesti con un tocco proprio sul finire del tracciato alla porta 22. Loro hanno fatto una scelta coraggiosa e cioè quella di dire no alle proposte tecniche fatte dalla federazione andando per la propria strada e rinunciando a molti aiuti che avrebbero potuto avere facendo finta di nulla e accettando, senza seguire, i consigli di un tecnico a loro non gradito. E siamo arrivati al punto e cioè ai fratelloni Hochschorner che fanno registrare un tempo mirabolante 100,80 (si è vinto con 104,46), ma con 3 penalità alla 7 alla 18 e alla 22. Chissà forse giocarsi questa terna sulla ruota di Venezia potrebbe portare anche fortuna a noi, certamente a loro questi numeri non gli hanno riservato una grande sorte.

Mi sa che la Franklin non l'ha presa bene il fatto di vincere la semifinale davanti alla sua compagna di squadra Woods e poi invertire i ruoli nella finale. Ma si sa che lo slalom è fatto così e non si può perdere tempo a piangersi addosso. Brava la catalana Villaruba che dopo il mondiale U23 recentemente vinto, si mette al collo anche una medaglia a questi europei che saranno ricordati a lungo per le difficoltà di un tracciato decisamente più da rodeo che da farci slalom.

Piccola riflessione sul medagliere. Sono 10 le nazioni che salgono sul podio in totale, mentre per l'individuale sette.





Occhio all'onda! 

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