GARE A SQUADRE CON IL BOTTO

 


Partiamo dalla fine e cioè dalle gare a squadre e come sempre le sorprese non mancano mai quando fai scendere assieme tre pagatori della stessa squadra su un tracciato pensato per gare singole! Gara condita da una infinità di contestazioni post-arrivo  tanto che le premiazioni hanno tardato più del dovuto. Vincono tra gli uomini seduti gli spagnoli con una discesa onesta su polacchi e francesi,  quest’ultimi con 8 penalità: un’infinità per prendere una medaglia se ci si pensa! Italia chiude quinta con cechi e tedeschi naufragati nelle retrovie e con gli inglesi che fanno registrare il miglior tempo ma, prendono un 50 sulla penultima porta. Bravi quindi gli iberici che con due giovani come Miguel Trave e Pau Echaniz guidati dall’esperto David Llorente, ritrovato, hanno iniziato alla grande questi Giochi.  In rosa il verdetto arriva solo a cose fatte e a distanza di parecchio tempo, visto che, in un primo momento, veniva assegnato alla Francia un salto di porta. Poi passa il tempo, c’è movimento nella zona arrivo, si temporeggia, si aspetta e alla fine lo stravolgimento con Francia prima, Repubblica Ceca seconda terza la Germania. Estromessa dal podio la Spagna che sembrava essere già pronta per salirci.

Gare di qualifiche senza brividi considerando che nel settore maschile in prima manche si qualificano tutti i big. L’unico brivido è il 31esimo posto di Marcello Beda che poi sale di una posizione per una penalità assegnata a Miguel Trave ben dopo l’arrivo. Il bolognese ringrazia e passa in semifinale diretto come Xabi Ferrazzi e Giovanni De Gennaro. Solo Jiri Prskavec fa sussultare sugli spalti i suoi fans quando cioè affronta la porta 11 in discesa. L’unico a provarci, ma per la verità a cose fatte non è stato in quella frazione il più veloce. Una retro fatta bene, secondo me, paga sempre e ti lascia tranquillo per la buona riuscita! Nel settore femminile Klaudia Zwolinska, forte di gareggiare in casa, non ha problemi e pur non forzando vince su Kuhnle e Prigent. Stefanie Horn è quarta con un tocco alla discesa 5 e il suo 93.53 sarebbe stato il secondo tempo dietro solo alla transalpina Camille Prigent che ha fatto un 95.46 e anche lei con un tocco alla porta 11.  Chiara Sabatini si perde nelle acque polacche con due manche caratterizzate da troppi errori. Non capisco poi perché si insista a far perdere energie a Marta Bertoncelli facendola  gareggiare in kayak, quando conosciamo tutti molto bene le sue potenzialità nella canadese. Forse per una presunta gara a squadre? Assolutamente no, visto che l’Italia, pur portando tre kappiste, due delle quali senza aver rispettato i criteri selettivi (evidentemente dipende che casacca societaria indossi) ha preferito non scendere in acqua neppure per onorare la bandiera!


Domani si replica con le canadesi uomini e donne

Occhio all'onda!

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