Alcune riflessioni dopo 3 gare di Coppa

 


 Per come la vedo io, bisognerebbe dare punti di Coppa nella prova di Time Trials così,  oltre a definire le varie griglie di partenza nelle batterie, si  contribuirebbe alla classifica di Coppa. Così com’è concepita ha poco senso questa prova cronometrata.  Io addirittura assegnerei una Coppa di Specialità: Time Trials. Allora sì che si animerebbe e potrebbe essere venduta bene, anche se,  per la verità,  alla domenica mattina di buon ora,  non la segue nessuno a parte noi, ovviamente!

In attesa delle batterie ho disquisito con il mio amico Guille Diez Canedo via WhatsApp sulla gara vinta da Jiri Prskavec, a proposito avevate capito di chi si stava parlando nel post precedente? Amur subito e mi ha mandato la riposta al volo! Con il tecnico spagnolo ci chiedevamo se qualcuno aveva vinto precedentemente qualche  gara con un distacco così alto dal secondo classificato e la risposta è stata: assolutamente no  dal 2017 ad  oggi!  Nel passato ci sono state gare con distacchi maggiori, a memoria ricordo il mondiale di Augsburg 1985 dove vinse Richard Fox su Peter Micheler di poco più di 10 secondi e ricordo anche la gara iridata sul Savage River, dove sempre la Volpe mise al collo l’oro con  Gilles Clouzeau a  4 secondi e poco più.



Tornando alla gara di Kayak Cross c’è da sottolineare che la partenza così posizionata a Tacen è poco spettacolare,  perché la rampa è posizionata in morta e in pratica si salta e si affonda per poi riemergere e quindi in pratica si riparte da fermi. Facile criticare senza dare soluzioni, la mia proposta quindi è quella di fare la partenza sopra lo scivolo a 30 metri di distanza con gli atleti che partono dall’acqua tenuti dalla coda. Sarebbe molto più spettacolare ed emozionante. 

Non mi soffermo sui risultati che,  a distanza di diversi  giorni, sono ben conosciuti da tutti, mi concentro nel fare una piccolissima analisi di tre settimane di gare per il settore slalom che ci hanno fatto capire diverse cose in ottica mondiali e qualificazione olimpica. Poche le nazioni che possono contare su più elementi di valore, ci sono le punte poi i rincalzi o i giovani in vista del futuro. Diamo uno sguardo ad alcune di queste partendo proprio da quella italiana.

Italia:  può contare su Giovani De Gennaro che, vista la vittoria ad Augsburg,  il terzo posto a Praga  e la finale di Tacen,  è attualmente secondo  a 11 punti da Jiri Prskavec e ha 8 punti di vantaggio su Vit Prindis. Poi al femminile c’è la solita ed unica Stefanie Horn ottava in coppa con due gare sul podio nella classifica guidata da Elena Lilik. Poco o nulla si fa per questo settore nella penisola e il progetto che avevo presentato e che portavo avanti è stato abbandonato dopo la mia rinuncia. Avevo almeno la speranza che l’incarico fosse affidato a qualche altro tecnico non fosse altro per non buttare all’aria un anno di lavoro. Personalmente non potevo restare a collaborare con persone di cui non si condivide il modus operandi!  Nel settore  canadese direi che l’Italia ha trovato in Raffaello Ivaldi una certezza, con Paolo Ceccon e Roberto Colazingari pronti a sostenere l’obiettivo di qualificare la barca per i Giochi. Una specialità che l’Italia non ha alle Olimpiadi dal 2012 quando Stefano Cipressi finì in 13esima posizione. Prima di lui bisogna risalire al 1996 e cioè ad Atlanta con Renato De Monti - 13esimo - e Francesco Stefani 26esimo. Erano altri tempi quando al via ci potevano essere 30 C1, 30 K1 donne, 44 K1 uomini e 15 C2 e cioè 30 atleti - per un totale di 145 atleti, mentre oggi ci potranno essere solo 85 più 3 del Kayak Cross, quindi 46 atleti in meno. Da questi numeri si capisce quanto l’organo internazionale della canoa incida nella politica del CIO. Il settore femminile canadese  ha in Marta Bertoncelli una punta importante, viste le due finali conquistate, oltre  ad Elena Borghi ed Elena Micozzi. Quello che non si capisce però di questa squadra è come gli atleti siano stati selezionati considerando che per molti le percentuali previste non sono state rispettate, ma sono stati comunque chiamati in squadra, mentre altri, pure essendo i migliori nei test valutativi, sono stati esclusi.

Germania: nel settore femminile è ben coperta ovviamente con Funk e nel caso in cui  andasse nel pallone,  come è successo a Tacen,  può sempre contare su Elena Lilik che in Coppa, sia da seduta che in ginocchio,  ha  fatto gran bene. La tedesca di Augsburg è in testa alla Coppa nel Kayak davanti a Fox di 8 punti, mentre le cose si invertono nella canadese con l’australiana avanti di 6 lunghezze.  Nel Kayak maschile c’è  Hannes Aigner, che nonostante abbia faticato a qualificarsi nelle selezioni interne, è colui che sta facendo meglio per il suo paese, attualmente 4 in coppa,   con ben tre finali su tre gare con un podio, bronzo ad Augsburg, un 9^ a Praga e un 4^ a Tacen. Per trovare un altro tedesco bisogna scendere parecchio e al 16^ posto troviamo Noah Hegge. Nella canadese monoposto c’è la garanzia di Sideris Tasiadis mentre Franz Anton è sembrato  sotto tono sia in casa che a Praga rispettivamente 6^ e 12^.

Gran Bretagna: non sembra interessarsi molto alla Coppa la squadra guidata da Marc Ratcliff,  infatti, specialmente con  il settore femminile, ha partecipato a singhiozzo alle tre prove. Sono evidentemente concentrati su Giochi Europei e Mondiali in casa. Nei kappa uno uomini hanno nel solito Joe Clarke la punta di diamante, un campione olimpico che quest’anno ha cambiato allenatore. Infatti è arrivato Campbell Walsh dopo anni trascorsi ad allenare la Nuova Zelanda, anzi più precisamente Luukas Jones. Neppure i C1 uomini hanno convinto al momento; stiamo a vedere e aspettiamoli al varco.

Repubblica Ceca: incanta con i kayak uomini, che la fanno da padrona, in pratica su tre gare ne hanno vinte due e hanno conquistato 7 finali con  Prskavec, Prindis e pure con il 21enne Jokub Krejci che sta tenendo il passo dei due big. Negli altri settori hanno preso 5 finali nel C1 uomini e donne e 3 nel kayak femminile. Questo ultimo settore risente della mancanza di una vera leader, la stessa Tereza Fiserova ha avuto un inizio di stagione piuttosto rallentato sia in K1 che in C1 su due gare di Coppa ha preso tre finali,  due da seduta finendo ad Augsburg 6^ e 8^ a Praga, mentre in C1 una solo finale quella di Augsburg 4^.

Francia: non è partita al top in questo inizio di stagione; fra i k1 l’unico a centrare le finali è il giovane Titouan Castryck che ha dimostrato di meritare più di chiunque altro il posto in squadra con una finale ad Augsburg dove è arrivato 10 e due quinti posti a Praga e Tacen. Delude il kayak femminile con una sola finale, quella di Augsburg, con Camille Prigent. Poi ci sono i C1 uomini con 6 finali e due medaglie; al femminile c’è solo la Hug a tenere alto l’onore dei galletti con 3 finali e una medaglia, quella di Augsburg, di color argento.

Slovacchia: in sordina in Coppa con 8 finali; il più titolato è il ciunista Benus che ha due secondi posti, Augsburg e Praga, e un ottavo posto a Tacen e per il momento è secondo in classifica a due punti da Benjamin Savsek. Nessun finalista nel kayak maschile e una sola nel femminile, Mintalova 10^ ad Augsburg. Due finali in C1 per Suzana Pankova, ottava in Germania e sesta nella Repubblica Ceca.  Una nazione che da sempre ha dominato e che però batte in testa con le nuove generazioni che faticano ad uscire allo scoperto a livello internazionale.


Chiusa la prima parte di stagione con le tre gare di Coppa ora concentriamoci sui Giochi Europei che inizieranno il 29 giugno con le varie fasi di gara e che seguirò sul posto. Nel frattempo il mitico Canoa Club Verona ha riunito per una cena molti, moltissimi soci per festeggiare e ricordare i 60 anni dalla fondazione di questo sodalizio della pagaia. Purtroppo non sono potuto andare perchè impegnato in gare altrove, ma c'è l'intenzione e l'idea di ripetere l'incontro prima che finisca l'anno e nel frattempo... Tanti Auguri al CCVR!

Occhio all’onda! 

 

Carnevale in Adige 1974 - ricordi che escono dalla serata conviviale tra i Soci del CCVR

 

 

 


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