Trionfo annunciato

 

photo@Michaela Daille

 Perché a Praga ti sembra di essere profondamente coinvolto nell’evento e di farne parte in maniera integrale? Beh perché è come quando vai ad un concerto o in Arena ad assistere all’opera o al cinema:  ci sono i mega schermi, prima dell’inizio parte la pubblicità studiata per questa manifestazione, poi c’è la voce guida, c’è uno speaker eccezionale, ci sono gli stand di ogni tipo, c’è la gente che fa colore e calore, nonostante sia  un comune venerdì lavorativo. Ci sono i bimbi che giocano e che si fanno fare gli autografi dai loro idoli, poi le foto con loro, poi la premiazione con Eva Rihova che canta gli inni dei vincitori: oggi quello australiano e quello ceco. Insomma uno spettacolo nello spettacolo.

Il tracciato per la semifinale e quindi per la finale ha avuto cinque modifiche rispetto a quello delle qualifiche che hanno costretto  gli atleti a due se non tre retro e così facendo il percorso si è allungato di qualche secondo per i migliori.  Alla semifinale  le donne in kayak entravano  con un margine dalla prima (la solita Fox J.) di poco più di 7 secondi che raddoppiano nel caso della canadese. Per gli uomini entravi  in semifinale diretto con distacci intorno ai 6 secondi in kayak e poco più di 5 in C1. Le cose cambiano per le finali  dove nel kayak femminile entri con poco più di 4 secondi dalla sempre ed unica Jessica Fox e anche tra i maschietti il margine per la battuta finale rimane intorno ai 4 secondi.
Per i padroni di casa forse non poteva andare meglio con il trionfo di un Jiri Prskavec scatenato che ha saputo controllare l’emozione come solo i grandi campioni sanno fare. Alle sue spalle il compagno di squadra Vit Prindis e bravo pure a Giovanni De Gennaro che conquista il gradino più basso del podio in casa di questi fenomeni. La stessa freddezza e determinazione l’abbiamo vista negli occhi di Jessica Fox che non ha sbagliato nulla nella sua discesa  tanto elegante quanto aggressiva.  L’australiana vince con 4 secondi e 63 su una Funk ritrovato e 5.95 sulla britannica Franklin. Ora inutile dire che queste tre ragazze stanno facendo la storia di questi anni tra i paletti dello slalom con un determinazione unica. Prskavec ha un margine di 0.88 su Prindis conducendo una gara in rimonta, considerando il fatto che sui primi due intermedi, quindi oltre la metà del percorso, viaggia con un ritardo sotto il secondo. La vittoria, il pagaiatore praghese, l’ha costruita uscendo dalla risalita 19, momento in cui cambia marcia, inserisce il turbo e pennella le ultime due onde brutali che sono costate care a più di qualche atleta, tra cui Zeno Ivaldi.  Giù il cappello su le mani ed onore ad un paese che ci fa ancora credere che la canoa possa essere considerata uno sport di altissimo livelloIo

Il pomeriggio l’ho chiuso con un bicchiere di prosecco offertomi da Elena Kaliska: stavo rientrando verso la partenza a gare finite  e sento chiamare:
"Ettore Ettore", mi giro e vedo un gruppo composto per l’appunto da Elena Kaliska, Stepanka Hilgertova, Marcela Sadilova, Irene Pavelkova, Mikela Daille e nel frattempo arriva pure Maialen Chourraut. Qui ci sono cinque medaglie d’oro olimpiche e altrettante di altri colori, se poi dovessi contare le medaglie iridate dovrei perdere tutta la serata che invece dedico al tango! 

 

Occhio all’onda!

 

Eccomi qui con il tre campionesse olimpica di cui due bi-campionesse e una sfilza di medaglie iridate

Il podio del kayak femminile con Eva Rihova che canta l'inno australiano. photo@ Michaela Daille


 

 

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