«Will C1 Jess beat K1 Jess?»


Abbiamo lasciato Cracovia con due immagini molto chiare. La prima è la finale nel Kayak maschile di Joseph Clarke e l’altra è l’opera d’arte che Jessica Fox ha composto con il suo C1 scendendo sul canale di Kolna in una domenica fredda e piovosa.
Il britannico ha vinto con un vantaggio consistente su Peter Kauzer e cioè di 1,31 e di 1,77 su Prskavec. Si è riproposto, per chi ha buona memoria, il podio olimpico di Rio 2016. 

Riguardando e analizzando la prova della finale di tutti e tre i medagliati ci si rende conto che nessuno ha messo in acqua quella che Bill Enticott definirebbe «The ultimate run» e cioè la manche perfetta. Infatti partendo dal vincitore possiamo dire che Clarke fino all’uscita della 10, fatta in retro, è imballato e non impressiona per nulla. Poi uscito da quella combinazione si rende conto che può fare una bella gara, quindi ci crede e iniziano i suoi cambi di ritmo precisi e costanti. Riesce alla fine restare concentrato e ogni sua pagaiata è  efficace.  Kauzer è veloce nella prima parte, ma dopo la 6 in  risalita, da manuale, perdete contatto con l’acqua e alla 7 deve rimediare in qualche modo perdendo parecchio. Poi non è in linea dalla 18 alla 20. Prskavec perde nel traghetto 10 - 11 finendo troppo dentro il buco di mezzo e la sua gara da questo momento in poi è quella di cercare di recuperare il tempo perso in quell’azione. Tutto questo per dire che comunque gli atleti a volte pensano e si trovano poi condizionati in gara da errori ed iniziano a non credere più nella possibilità di portare a casa comunque una bella gara che potrebbe valere il passaggio in finale o la medaglia. Mi rendo sempre più conto che la strategia di gara, che ovviamente deve essere comunque aggiustata sul momento, determina l’esito finale della competizione. Lasciamo stare la condizione fisica e tecnica che sono aspetti basilari e che diamo per acquisiti, concentriamoci invece sugli elementi che veramente condizionano la prestazione. Ecco quindi che una buona dose di autostima, dopo aver visto molte finali, diventa essenziale per esprimere tutto il potenziale a volte nascosto dentro l’atleta stesso. 

Il vero capolavoro arriva ancora una volta da Jessica Fox che combatte con se stessa per capire se arriverà un giorno a realizzare quello che è sempre stato il sogno dei C1  americani e in modo particolare di Jon Lugbill e David Hearn e cioè quello di battere i K1 uomini. Nel caso femminile la domanda che ci poniamo tutti è: «Will C1 Jess  beat K1 Jess?»
Bene a Cracovia ci è andata molto, molto vicina. Il suo tempo nella finale in K1 è stato di 91,51 con zero penalità. Il suo tempo in finale in C1 è stato di 92,51, ma purtroppo con 2 tocchi (porta 10 e 21).

Quindi come diceva il nostro amato Manzoni per Napoleone Bonaparte … ai posteri l’ardua sentenza!

Occhio all’onda! 






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