Cura del particolare


Giornata intensa oggi: sveglia alle 4 di mattina  per seguire le qualifiche su internet da Krakow, quindi alle 10 al  canale per un allenamento di "simulation race" durato fino alle 5 del pomeriggio. Poi tornato per elaborare tempi e percentuali, analisi video e bacio della buona notte ad Amur in terra polacca a seguire i pargoli  guerrieri al mondiale under 23.  Giornata ora finita, ma bisogna però  concretizzare alcune idee a   22 giorni dall'accessione della fiaccola olimpica nel leggendario  Maracanã di Rio, anche se inizio ad avere un certo languorino allo stomaco.
Mi sono piaciute principalmente due cose dell'allenamento odierno: l'approccio  con cui gli atleti hanno  preparato la prova e la  conferma che nulla è più completo e specifico di una gara stessa per migliorarsi e per capire dove intervenire tanto più a ridosso di un appuntamento importante.
Ci sono precise differenze tra un allenamento e una gara e di questo tutti ne siamo convinti, ma forse gli allenatori poco fanno per riportare più gare negli allenamenti. O meglio poco si fa per rendere un allenamento più vicino alla gara stessa.


Ecco quindi alcuni accorgimenti che ci facilitano il compito per simulare al meglio le competizioni:

1. sul canale solo le porte del tracciato e  togliendo tutte le altre per non creare distrazioni agli atleti e per avere una visione completa e corretta di quello che stiamo per andare a fare. La vista di un campo di gara con le sole 25 porte cambia totalmente rispetto ad una visione con il doppio di paline. Ci si rende conto che ci sono precisi spazi tra porta e porta e tra risalita e risalita e questo, attraverso gli intertempi, ci fa capire molte cose (approfondiremo questo punto presto).
2. Video per registrare ogni prova e per avere la pista intera filmata.

3. Far precedere la discesa degli atleti con una Demo-run.
4. Start list con orari precisi di partenza.

5. Usare le stesse metodologie per le partenze ufficiali quindi chiamare il mimuto, i 30 secondi, i 10 e il fatidico 5,4,3,2,1 go. 
6. Ovviamente analisi del percorso a secco, come in gara, con il proprio tecnico.

Credo che sia fondamentale questo tipo di approccio all'allenamento tanto più se siamo prossimi al clou della stagione o meglio di un intero ciclo di 4 anni di allenamenti e di gare. 

Occhio all'onda!



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