Un artista es un trabajador

Questa mattina, quando ho aperto la finestra di buon ora come faccio sempre quando mi sveglio, è venuto a trovarmi un colibrì. Si è piazzato davanti a me e ci siamo guardati a lungo. Il mio istinto sarebbe stato quello di impugnare la macchina fotografica per immortalarlo, ma ho resistito e mi sono fermato ad apprezzare il momento.  Lui bello colorato di un verde smeraldo, battendo le sue ali velocemente tanto da sembrarne privo era immobile all'altezza dei miei occhi ed è rimasto li a danzare sospeso nell'aria e sembrava  volermi invitare ad una tanda assieme. Questa è una delle cose belle della vita che ti fanno riprendere  contatto con il mondo in modo piacevole e soft come sa fare Amur con i suoi messaggini che trovo al mio risveglio sul mio telefono, non stancandosi mai del suo giramondo!

Ma veniamo a quello che volevo condividere dal punto di vista tecnico che sono due spunti avuti parlando prima con  Jordì Domenjo e poi con Amur. Il primo sintetizzo riportando la frase del mio collega tecnico: "un artista es un trabajador". L'assunto si spiega da sé considerando il fatto che lo slalom, pur essendo arte allo stato puro ha bisogno di un raffinato e duro lavoro per riuscire ad esprimere quello che si ha dentro. Considerazione questa che mi ha portato ieri sera a discutere molto con Amur sul fatto di esaltare il "tecnicismo" nel ballare il tango. In buona sostanza si dibatteva sul fatto che per migliorare ovviamente bisogna sempre studiare per poi applicare ciò che questo o quell'insegnante propone. Io sono dell'avviso che pur condividendo la necessità di confrontarsi e avere stimoli diversi bisogna prendere ciò che ci viene proposto come uno spunto per riflettere personalmente sul modo in cui esprimersi e quindi come applicarlo in concreto.  Io ad esempio ai miei atleti nei lavori tecnici cerco, assieme a loro,  di scoprire qual è quello a loro più confacente alle caratteristiche personali  per far sì che l'atleta  possa esprimere il suo potenziale. Il mio obiettivo non è quello di avere atleti fotocopie di un pseudo modello motorio  ideale di questa o di quella manovra, perché  facendo così limiterei l'espressività corporea del  soggetto in prima battuta e poi l'evoluzione dello sport o della danza stessa. Mentre Amur ha una visione più attenta al particolare tecnico, perdendo a mio avviso, l'essenza di quello che è l'espressività pura fatta sì di tante ore di lavoro e di studio, ma che deve trovare un momento di realizzazione interiore personalizzata. 

Buon fine settimana a tutti -

Occhio all'onda!

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