Lo slalom attraverso l'occhio di Neil Proctor


Nella foto di Neil Proctor il campione olimpico Etienne Stott (a sinistra)  e il suo compagno Mark Proctor

Ranghi completi per la squadra inglese di slalom per le prossime gare internazionali partendo dai campionati europei di fine maggio. 18 atleti di cui 9  U23. Il fatto di avere la metà di atleti sotto i 23 anni garantisce a questo paese una continuità per il futuro oltre al fatto di avere una  eleva competitività all'interno del Regno Unito.  Ma forse non volevo dire questo, quindi volevo principalmente dire che ho seguito le gare di selezioni da Lee Valley in internet sul sito canoeliveresults.com:  gran bel sito per il nostro sport anche se si potrebbe fare di più. E a queste informazioni ho aggiunto le foto che  Neil Proctor puntualmente postava dopo ogni giorno di gara. Questo fotografo, cugino di Mark Proctor che ora gareggia con il campione olimpico Etienne Stott, ha una particolare sensibilità per le immagini in canoa e fuori. Coglie i particolari e li esalta. Pulita la luce, colori freschi e originali. Foto che, se lette attentamente,  raccontano e descrivono gli stati d'animo degli atleti e di chi segue le gare da vicino. Una panoramica globale e non limitata ai grandi campioni. Per me una conferma del talento di questo fotografo quindi Mr. Proctor: "thank You very much".

Anche noi in Brasile abbiamo una squadra giovanissima, solo un K1 è over 23.

Questo è il frutto di un lungo processo di crescita di questo paese iniziato canoisticamente parlando nel marzo 2011. I risultati si devono progettare a lungo termine, mentre a breve bisogna costruire un sistema che possa funzionare a 360 gradi. Tutto ovviamente dipende dalle risorse e queste sono il frutto del lavoro di un mix tra dirigenti che nel sistema italiano è il politico di turno,  tecnici, società, atleti. Secondo me però ci deve essere una netta e precisa divisione di ruoli e competenze il tecnico non può fare il politico e quest'ultimo non può far il tecnico. Si è cercato in questi ultimi anni di inserire nel pacchetto delle decisioni gli atleti, ma a mio modo di vedere le cose non sono migliorate. Il motivo è complesso certamente, ma un atleta in attività è concentrato su se stesso, come è giusto che sia e non ha e non può avere una visione aperta per apportare cambiamenti all'interno del proprio sport.

Occhio all'onda!



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