Germania trionfa nel kayak
con Funk e Hegge subito dopo la premiazione |
Belle, veramente belle ed emozionati le gare di oggi, nonostante nel retrobottega i problemi siano stati tanti e magari ve li racconto con calma; prima però andiamo al sodo partendo dal tracciato di gara disegnato da Fiona Pennie e Victory Lamy, entrambi nominati dall’ICF, che, a mio modo di vedere, sono riusciti a mettere in campo un buon percorso che ha permesso a tutti gli atleti di esprimersi al meglio, chi con esito favorevole, chi con tanta dedizione e poco sostanza. Delle lamentele ci sono state, leggi Peter Kauzer, per il fatto che, sia alla La Seu che qui, i percorsi erano troppo facili quasi delle discese sprint! Questo è il bello dello slalom, questo è il sex-appeal del nostro sport, che ci lascia sempre con la bocca aperta ad ogni discesa, perché ad ogni passaggio l’incognita è dietro o nella porta stessa!
Complimenti ai vincitori e cioè a Ricarda Funk e a Noah Hegge. La prima, e cioè la tre volte campionessa europea, due titoli mondiali e un oro olimpico, ha dominato la finale con una discesa che definirei pulita, nel senso che non ci sono state sbavature da nessuna parte, con risalite gestite tutte con estrema abilità. La tedesca, che quest’anno ha curato la preparazione da sola in Australia, è tornata a spingere come da tempo non faceva e, nonostante i suoi 33 anni, i titoli conquistati e una maturità sportiva assoluta, ha dimostrato di avere ancora tanta voglia di pagaiare e di vincere. Dovessi dire qual è stata la sua arma migliore oserei dire che è stata la capacità di mantenere sempre lo scafo piatto e scorrevole su un percorso e su un’acqua che certo non è facile da interpretare. Ho avuto un colpo di fulmine per una sua pagaiata di destro, che ha dato appena superata la porta 8: una spinta verso avanti, partita dalla punta dei piedi, in connessione con gamba-bacino-dorsale, spalla, bicipite, mano, che l’ha proiettata direttamente in cielo. La risalita più armoniosa, potente, agile, sublime per me è stata la numero 12: ci arriva preparandola con il Duffek, la guarda e si prepara a ricamare attorno al palo interno delle vere e proprie perle e strass che neppure le famose sorelle Fontana sarebbero state in grado di cucire meglio. A quel punto piazza la pala sinistra in acqua spostando leggermente l’impugnatura in modo da avere più leva e … zac! La coda ruota come una trottola sull’asse terrestre ed esce da quella risalita a una velocità pari al doppio di quella con cui è entrata. Prosegue imperterrita fino al traguardo sicura e precisa da far invidia ai migliori kayak uomini. Qualcuno potrebbe obiettare che la tedesca non ha fatto registrare il miglior tempo perché, se escludessimo le penalità, Eva Pietracha e Lois Leaver, entrambe under 23, avrebbero fermato i cronometri su 101.22 e 101.88 ai quali però vanno sommati i tocchi, per la francese Eva, alla risalita 9, mentre per la britannica alla risalita 5. Chiudono rispettivamente al secondo e terzo posto comunque.
Le delusioni sono arrivate da Camille Prigent, che ha visto svanire i sogni di gloria andando lunga alla 18, da Maialen Chourraut che su queste acque si allena ormai da molto tempo e che oggi è andata con il freno a mano tirato e con un tocco di troppo; ancora fuori dalla finale Jessica Fox che ancora non in perfetta forma tocca la 20; fuori anche Klaudia Zvolinska, che per la verità rientrava alle gare dopo un breve periodo di infermità fisica. Fuori anche la vincitrice della Seu e cioè Sona Stanovska, e le hanno fatto compagnia pure Emma Vuitton e Monica Doria.
Spendo due parole anche per Chiara Sabattini che ha conquistato la finale, la sua seconda per la precisione dopo gli europei, con una discesa semplice, ma efficace. Il distacco di poco più di due secondi dalla Leibfarth, che ha vinto la qualifica, testimonia il valore della prestazione dell’atleta della Polizia Penitenziaria, che in pratica ha trasferito amore e lavoro in Germania, cosa che a quanto sembra si sta rilevando molto produttiva. Fuori dalla finale Stefanie Horn, che invece aveva fatto il processo inverso. Oggi per la italo-tedesca un salto di porta, la 14 per la precisone, si è dimostrato fatale. Con questa prestazione la ligure si assicura la partecipazione ai mondiali di Penrith ad ottobre.
La gara maschile ci ha lasciati con il fiato sospeso fino alla fine, perché, sinceramente, non pensavo che Noah Hegge, riuscisse a ripetersi anche nell'atto conclusivo, dopo che aveva fatto una grande prestazione in qualifica. Non solo ha tenuto, ma è pure riuscito a ripiazzare un 91 basso, cosa non riuscita al folletto Xabi Ferrazzi, straordinario in qualifica, meno sulla distanza in finale. Titouan chiede troppo a se stesso, fosse leggermente più cauto e attento, oggi sarebbe imbattibile, ma i suoi 20 anni non lo lasciano pensare, non gli permettono di fare calcoli matematici. A questa età c’è solo voglia di pagaiare più forte possibile. Finirà quarto con un 89.74 e 4 penalità. Stesso problema lo ha avuto il campione olimpico, condizionato dal tocco alla 10 e alla 12. E pensare che De Gennaro in finale ha preferito fare la 10 in retro, mentre in qualifica la sua scelta era stata quella di affrontarla in discesa, l’unico che ha osato tanto. Forse solo Martikan domani prenderà come esempio il bresciano, lui a cui, per motivi religiosi, sembra sia vietato fare manovre in retro. Sembrano esserci novità per Giovanni De Gennaro che ha preparato la gara seguito dal francese Narduzzi. Che sia solo un caso oppure il carabiniere si fará allenare per tutta la stagione dal tecnico transalpino?
Detto tutto ciò non si possono non evidenziare pure le prestazioni di Anatole Delassus e di Lucien Delfour. Il francese e il franco-australiano sono risaliti sul podio e a loro va il merito di aver fatto due gran belle finali. Delusioni anche in campo maschile con Jiri Prsklavec ancora fuori da una finale e con lui pure Jakub Grigar e altri personaggi come Peter Kauzer, Martin Srabotnik e Miquel Trave, tanto per citare i più accreditati.
Mi ci vorrebbe molto tempo per segnalare tutti i disguidi che ci sono stati oggi e che qualche problema hanno creato come le decisioni di squalificare e poi far rientrare atleti in finale per partenze errate, oppure dei 50 assegnati con qualche o più riserva, penalità riviste, video mancati e problemi elettrici. Sorvoliamo, tanto più che questa sera il mio ausiliare tecnico ha preparato un ottimo churrasco per tutta la squadra!
Sabato dedicato alle canadesi donne e uomini.
Occhio all'onda !
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Giovanni De Gennaro con il tecnico Narduzzi |
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gran finale di serata! |
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