Vita da allenatore

 


I giorni che precedono la settimana di gare hanno costantemente due facce: una concitata, ci sono molte cose da fare, ma soprattuto da verificare che tutto sia sistemato, e un’altra di pace e concentrazione. L’affanno si mixa con la tranquillità. La gioia con la tristezza, il benessere fisico con la stanchezza, la sicurezza con l’incertezza. Ci si gode ogni singolo allenamento perché sai che giorno dopo giorno  arriverai all’ultima discesa prima del fatidico 3,2,1 go! Guardo o meglio  osservo attentamente gli atleti non solo in acqua, ma nel loro muoversi nel quotidiano. Cerco di cogliere e  capire i loro stati d’animo che, ovviamente,  oscillano costantemente. Misuro e cerco di approfondire le espressioni del viso e del corpo, peso le parole che mi dicono o che non dicono. Penso che per un allenatore l’unica cosa da fare in questo momento è consolidare le loro certezze, rafforzarle, metterli nella condizione di verificare che effettivamente i punti forti ci sono e su quelli dovranno puntare nel momento in cui entreranno in gara. Esattamente allora  e solo allora saranno soli con la loro canoa, con la loro pagaia, con l’acqua che li avvolgerà e che potrà essere amica e benevola, oppure nemica e severa. Una discesa che potrà regalare gioia o  disperazione, una discesa preparata in mesi di allenamenti, con alle spalle una vita dedicata a realizzare quel sogno che ogni atleta coltiva in ogni pagaiata. Tutto ciò però rende questi momenti unici,  momenti in cui non senti la stanchezza, in cui non ti accorgi che passa il tempo, in cui corri e fai molte cose anche le più disparate , ma non ti fai problemi a fare di tutto per cercare di creare l’atmosfera ideale per i tuoi atleti, per non lasciare nulla al caso o all’improvvisazione. Così l’unico momento tranquillo o meglio riflessivo arriva alla sera, quando nella casa che ci ospita cala il silenzio, sai che gli atleti sono a letto, anche l’ultimo è passato dalla cucina a riempire la borraccia da mettere sul comodino per la notte, e per me rimane il tempo di riordinare le idee e pensare al domani che è già oggi in un attimo. Le ultime note scritte sulla mia Moleskine, dopo aver mandato sul gruppo WhatsApp il programma di domani ricordando orari, allenamenti e obiettivi.  Ricontrollo le note inviate dall’organizzazione per essere sicuro di non aver perso nulla e soprattutto verificare che non vengano cambiati i programmi, cosa che purtroppo ultimamente succede spesso, e quando ho la certezza che tutto è stato fatto ed è sotto controllo, salgo in camera, scrivo l'ultimo saluto a Marina e le ricordo quanto la amo, sapendo che tutto ciò non sarebbe possibile e realizzabile se lei non fosse qui vicino a me anche nella distanza, che spesso ci divide, ma solo fisicamente. Poi mi addormento aspettando un’altra giornata che sarà ricca di emozioni e gioie.  


Occhio all’onda!






 

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