Joseph Clarke è lui il trionfatore di questi mondiali



 Per come la vedo io Joe Clarke, all’anagrafe Joseph, ha avuto due meriti per conquistare il suo primo titolo di campione del mondo individuale nel kayak slalom uomini, quel trofeo che mancava al suo nutrito palmares e che rincorreva da tempo. L’occasione ghiotta è arrivata proprio a casa sua, davanti alla sua gente con un tifo tutto per lui.
Il primo merito è stato quello di non mollare dopo l’esclusione dai Giochi di Tokyo.  Lui, campione olimpico in carica,  che non poteva difendere la sua posizione a cinque cerchi, lui che sembrava finito dopo quella esclusione, è risorto dalle sconfitte, e sono state tante, ed è partito dal cambio tecnico: oggi è allenato da Campbell Walsh, classe 1977,  che è rientrato sull’isola dopo molti anni in Nuova Zelanda.
Clarke non ha mai mollato, ha continuato a lavorare duro, nel frattempo ha messo su famiglia e si è tolto quel sassolino dalla scarpa che era entrato nel 2015 quando, qui ai mondiali , era rimasto fuori dalla finale e la cosa non l’aveva proprio digerita.
Il secondo merito è tecnico, ha raffinato la sua posizione in canoa e ha imparato a non toccare le paline passandoci bene dentro, rispettandole, sfilandosi via con grazia e precisione. Le penalità per lui nel passato sono state sempre un problema grande che lo hanno privato di successi iridati. Ha un 53,6% di percorsi puliti nelle sue statistiche, con 28% di percorsi con una penalità, 10% con 2 penalità e 7% con salti di porta. Oggi Clarke al mondiale in casa ha toccato solo la 3 in risalita nella prima manche di qualifica, poi ha piazzato semifinale e finale pulite, se solo al suo tempo si fosse aggiunto un tocco,  il mondiale gli sarebbe sfuggito ancora una volta! La ciliegina sulla torta è arrivata poi con la sua vittoria nel Kayak Cross che lo conferma il migliore in assoluto in questa specialità. I suoi 3 titoli consecutivi di campione del mondo ne sono la tangibile prova. Cosa lo differenzia dagli altri suoi avversari nelle gare con le canoe di plastica? La sua potenza fisica e la conduzione di un mezzo con abilità e paradossalmente con leggerezza.  Il prossimo 3 novembre compierà 31 anni e ora con questo titolo in tasca e con pochi britannici che possono creargli problemi si prepara per la sua seconda olimpiade in perfetta tranquillità e armonia. 


Oggi ho avuto modo di scambiare qualche parola con Giovanni De Gennaro al quale vanno i miei personali complimenti per una stagione vissuta da protagonista. Il bresciano si lamentava però del fatto che gli manca quel qualcosa che lo renda più felice al di là di una vittoria o di una sconfitta. Mi diceva che anche ad Augsburg, riferendosi al mondiale dello scorso anno,  pur arrivando secondo non si sentiva soddisfatto. Lo capisco e capisco che un atleta professionista di tale livello è sempre alla ricerca di una sorta di perfezione. L’atleta vive in uno stato di continua ricerca e non trova pace e tranquillità se non quando riesce a esprimere il suo essere nel gesto atletico da lui praticato. L’evoluzione è costante e l’abilità è proprio nel credere fermamente nella propria crescita e nel lavoro. 


Questo mondiale ha regalato emozioni forti a qualcuno e ad altri ha riservato amare sorprese. La più sconvolgente sicuramente è che la Germania, la grande Germania non ha qualificato il kayak maschile per i Giochi Olimpici di Parigi 2024! Gli rimane solo una possibilità sulla carta e cioè quella di qualificare nella gara di Kayak Cross il prossimo giugno a Praga. Questo la dice lunga sulla crisi che questa nazione sta affrontando con la canoa slalom. Sicuramente qualche cosa succederà nei piani alti tedeschi… staremo a vedere.

La Repubblica Ceca probabilmente esce delusa da questo mondiale con una sola medaglia a livello individuale arrivata dal solito grande campione che è  Jiri Prskavec, tutto il resto è rimasto nell’oblio. Anche  la Francia esce massacrata nello slalom con zero finalisti nel kayak maschile e femminile. Spagna a casa senza medaglie nelle prove individuali, si salva con il secondo posto delle donne in Kayak. Italia bene con i C1 uomini dove ottiene due bronzi - uno a squadre e uno individuale e la qualificazione olimpica che mancava da Londra 2012. 
 

La parte del leone l’hanno fatta però gli inglesi vincendo due ori e un argento individuali, K1 men e C1 women, e secondo posto nel C1 women. A questi vanno aggiunti l’oro a squadre nella canadese femminile, l’argento nella canadese maschile e il bronzo nel kayak femminile.
 

La sorpresa numero uno è certamente il bronzo di Mathis Soudi , il quasi 24enne marocchino che è nato e cresciuto canoisticamente a Rennes sotto la guida di Jean Yve Prigent. Aveva partecipato a Giochi di Tokyo finendo 18^. L’anno prima da U23 ad Ivrea era arrivato 4^ e quest’anno in Coppa non è andato oltre al 14esimo posto. Qui però ha fatto proprio una bella gara e il ragazzo sembra in crescita costante.  
 

A livello individuale Jessica Fox va a casa, meglio andrà  a Parigi per la finale di Coppa del Mondo, con due ori e un bronzo e una roccambolesca eliminazione nel Kayak Cross fin dai time trial.
 

Kimberly Woods esce con due ori, un argento e un bronzo.
 

Joseph Clarke due ori pesanti perché conquistati tutti e due nelle prove individuali, che gli assegnano, secondo me, il titolo di miglior atleta della rassegna iridata 2023

Occhio all’onda!




Joe Clarke con ilsuo allenatore Campebell Walsh

La famiglia del Campione del Mondo K1 Slalom e Kayak Cross al completo

 

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