Raffy da manuale e Fox normale routine!

 

Quando si racconta bisogna andare per ordine, quindi, seguendo la cronologia della giornata, diciamo che nel settore femminile abbiamo assistito a delle belle gare e anche combattute. Ha la meglio la francese Camille Prigent che è brillante per tutta la discesa e non sembra aver paura di attaccare, tanto da mettere la punta  della sua canoa davanti a quella di Jessica Fox di 72 centesimi. Due discese uguali, unica scelta diversa è stata quella che la francese ha affrontato la 4 in discesa e l’australiana ha optato per una saggia e tranquilla retro. Stefanie Horn si qualifica con l’11 tempo a 4.76 dalla testa della classifica. L’unico vero brivido per l’azzurra è alla numero 2 dove azzarda un taglio di porta che avrebbe potuto costarle moltissimo, ma il passaggio viene giudicato corretto, avanza ancora con qualche indecisione fra la sei e la sette, per poi ritrovare un buon assetto fino al ponte. Nella risalita di destra è piantata e perde tempo e nell’uscita successiva si allarga troppo rischiando ancora un salto di porta. Il proseguo è lineare e la qualifica alla semifinale è facile.

Nel settore maschile  diciamo che i Kayak Uomini italiani non sono partiti subito con il colpo in acqua perfetto. A memoria non ricordo quando fu l’ultima volta che Giovanni De Gennaro ha dovuto fare la seconda manche per passare in semifinale, non mi aiuta neppure il sito di Guille Diez Canedo,
slalomstats.com, perché ha un archivio che parte dal 2013 il quale ci conferma che negli ultimi 10 anni non era mai successo! Chiedo soccorso allo stesso Giovanni che mi dice però che agli Europei a Pau nel 2019 era dovuto scendere in acqua anche per la seconda run (qui era poi finito 11esimo in finale a 15)  e antecedentemente si ricorda in Coppa  nel 2011, l’unica volta che non è entrato in semifinale e ancora la seconda manche ai mondiali del 2012 a Bratislava.  Quindi direi proprio una rarità vedere il campione bresciano alla partenza della seconda discesa!  Certo è che qualche errore di valutazione di linee  deve essere pur stato fatto considerando che tutti i Kayak, in casa Italia, hanno sbagliato l’approccio al salto. Potrebbe essere forse  un problema di  preparazione fisica visto che gli errori sono nella seconda parte di gara? Per fortuna che c’è la prova d’appello e De Gennaro, Beda e Ferrazzi passano il turno con discese molto accorte e attente.
Archiviate le gare di qualifica si rassetta il campo di gara, che per la verità non viene più di tanto modificato, ma  solo  qualche leggero ritocco tipo la 13 in risalita viene abbassata nella morta, così come la 19 e si parte per le semifinali delle canadesi. Alcune sorprese ci sono nella semifinale del  C1 donne con l’eliminazione di tutte le spagnole, che solitamente, in casa, hanno sempre fatto molto bene, poi rimane fuori pure Elena Lilik che era seconda in classifica generale in Coppa e che aveva vinto l’ultima gara a Tacen. Anche Marta Bertoncelli agguanta il nono posto per accedere in finale, mentre  Tereza Fiserova è decima dopo una semifinale piena di errori.
Tanti i nomi risonanti fuori dalla finale della canadese maschile, primo fra tutti il campione olimpico Benjamin Savsek a cui fanno compagnia Alexander Slafkovsky, Vacuava Chaloupka e il neo campione del mondo U23 Jules Bernardet. Grande prova di Raffaello Ivaldi che finisce in seconda posizione dietro al padrone di casa Miguel Trave. L’italiano della Marina Militare è in pratica  tra i pochi a scegliere di fare la combinazione 20/21 con una discesa e una retro, contro la tendenza comune di optare per due retro. Scelta che gli regala sicuramente un’ultima parte di gara velocissima. Colazingari e Ceccon fuori dalla finale dovranno accontentarsi di seguire e di tifare il compagno di squadra nell’atto conclusivo.
La finale donne è segnata da molte discese con penalità, infatti solo  due atlete su 10 riescono a mettere assieme una manche pulita. Nonostante però le 4 penalità a dominare su tutte c’è sempre e solo lei… Jessica Fox! Prima per solo 8 centesimi su una ritrovata Andrea Herzog e in terza posizione Kimberly Woods. L’italiana di Ferrara, seguita dalla mamma Giorgia sulla sponda, è brava, ma al suo tempo bisogna aggiungere una penalità fatta alla porta 18, termina in 6^ posizione. Si dimostra comunque positiva la scelta di farla gareggiare solo in C1, accantonando il kayak.
Nella finale uomini il primo a partire è il neo campione europeo, nonché novello sposo, Ryan Westley, ma ovviamente l’attenzione è tutta su Raffy che non tradisce le aspettative facendo quella finale che da tempo stava ricercando e per cui ha lavorato tanto e con convinzione e determinazione. Alla fine il pagaiatore veronese conquista il gradino più alto del podio con una discesa da manuale, nulla sfugge al suo controllo e la canoa vola sulle acque del canale catalano. La nostra memoria ci riporta però  a molti anni fa quando su quello stesso canale il piccolo Raffy scendeva quelle acque con l’amico Pau  su un canotto di gomma, felice di cavalcare quelle onde alla scoperta di nuove emozioni, con il sorriso stampato sul volto e sognando ciò che oggi è accaduto! Bravo Raffy bisogna sempre crederci nei sogni, perché "solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre!"  (John Keating)


Occhio all’onda! 

 

Le origini

 

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