Soffrire e godere!


Ho gli addominali che mi fanno male, le braccia che urlano vendetta. Per la schiena, prima che si blocchi, ho fatto un’ora di allungamento, ma ho l’animo e il morale a mille, il sorriso stampato sulla faccia e questa notte sicuramente dormirò con molto piacere. Cosa ho fatto? Semplice! Sono andato in canoa e mi sono goduto un mondo, ma quanto è bello pagaiare su un canale che ti regala mille emozioni? Penso che bisognerebbe, per noi allenatori, andare più spesso in acqua per non perdere quella visione della realtà e quindi del percorso di slalom, seduto dentro un canoa con quella prospettiva, da quella angolazione. Le soluzioni che si propongono da riva possono, a volte, essere parecchio diverse da quelle magari vissute direttamente a stretto contatto con l’acqua. L’altro aspetto interessante arriva dal fatto che guardando da fuori molto spesso ci si dimentica di quanta fatica si fa a pagaiare in un tormento di onde, riccioli, buchi e porte. Ci si può dimenticare viceversa anche di quanto piacere si provi nel preparare una risalita, nel sentire la punta della propria canoa risucchiata in una morta, o la libidine di aspettare il momento giusto per saltare sopra un’onda e godere della forza dello spirito dell’acqua che corre che ti fa partecipe e ti amalgama a chissà quale forza della natura.
Che bello andare in canoa, che bello mettersi in mezzo ai pali, che bello sentire l’acqua che ti avvolge, che bello pagaiare e sentirti vivo.

Per il resto nulla da segnalare tutto nella normalità australiana: le scuole sono ripartite per un nuovo anno e vedi tutti i ragazzi e ragazze nella loro divisa scolastica, i campioni della canoa slalom si sono allenati come sempre, dopo le piogge della settimana scorsa il lago ha più acqua e l’ultimo salto del canale è decisamente più piccolo e meno “birichino”, se riuscissero a tenerlo sempre così sarebbe una bella idea… dove non arriva l’uomo ci pensa la natura!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Penrith – Australia, 11 febbraio 2010

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