1st ICF WORLD RANKING SLALOM RACE 2010


Sue Natoli ce l’ha messa tutta per dare credibilità alla prima gara dell’ICF World Ranking, disputata il 31 gennaio a Mangahoe a sud dell’Isola del Nord in New Zeland, ma le condizioni meteorologiche e del fiume certo non l’hanno aiutata. Chi è Sue Natoli è presto detto. Una signora sui 50 anni passati da qualche anno che vive in Australia e che fa parte del boarding slalom International Canoe Federation presieduto da Jean Michel Pron. Bando alle chiacchiere veniamo ai fatti. Tra i kappa solo quattro atleti sono scesi sotto i 90 secondi e ha avuto la meglio con 88,77 il ventitreenne australiano Will Forsythe sul francese Raphael Revoche 89,57 e in terza posizione, ma con il miglior tempo e una penalità, Vavrinec Hradilek. Il quarto kappa uno sceso sotto il muro del minuto e mezzo è stato Eoin Rheinisch 89,56 ma due penalità lo hanno relegato al settimo posto. Tra le donne le sorelle Lawerence hanno fatto gara a se e solo la neozelandese Jane Nicholas ha tentato di opporre resistenza finendo però in terza posizione, nella gara vinta da Katerine su Rosalyne. Il distacco però del 16% dal miglior K1men ci fa capire che le donne non hanno fatto una grandissima performance, sarebbe valso tra l’ottavo e il decimo posto in una gara di Coppa. Nella canadese monoposto podio tutto francese: primo Nicolas Peschier, con il 7% dal primo K1 men, secondo Edern Le Ruyet e terzo Perre Antoine Tillard. Per la verità il campo non offriva molto… non me ne voglia nessuno.
A parte i risultati, che potete scaricare sul mio blog, si è visto fin dalle prime battute di questa stagione che gli atleti si stanno sempre di più avvicinando uno all’altro. Prendete ad esempio Huw Swetnam ottavo agli europei, quinto ai mondiali a nove decimi dalla medaglia, campione europeo a squadre e vice-campione del mondo a squadre, non è riuscito ad andare sotto i 90 secondi eppure lui è un atleta abbastanza costante per tutta la stagione. La differenza ormai tra i kappa uno uomini è minima. L’impressione è quella che per arrivare a giocarsi le medaglie bisogna comunque avere una linea di gara all’attacco, ma con una vera e propria strategia. Non solo la sparata su tutto, ma la sparata con testa. Non si può andare sempre con il piede sull’acceleratore, ma bisogna puntare su fluidità e linee veloci ovunque. Ancora una volta gli intermedi, se pur su un tracciato decisamente facile per questi atleti, non ci lasciano dubbi: paga la costanza su tutto il percorso.
Le risalite ancora una volta si dimostrano per molti atleti il punto cruciale specialmente in fase di uscita. Anche le manovre in retro costituiscono per alcuni dei punti oscuri. A tutto ciò si deve inserire una parte di coraggio nell’affrontare determinate manovre in gara. Nel momento cruciale a volte manca la convinzione in se stessi per mettere in atto manovre che in allenamento si fanno con molta facilità. Ecco centrato il problema: se pur ci si allena a fare manovre complesse molto spesso non si dà importanza all’errore e la percentuale di riuscita è troppo bassa perché possa considerarsi acquisita. Le ragioni possono essere molteplici. Per la mia esperienza noto una certa rilassatezza in allenamento ad accettare tocchi di porta o errori banali che viceversa possono e devono essere risolti se pur con fatica e con la consapevolezza che anche questo sistema va allenato. Mi spiego meglio. Si dà poco peso al tocco in allenamento con l’affermazione che poi in gara non ci sarà… purtroppo non è sempre vero. La morale della favola è che in realtà non ci si allena per l’obiettivo primario che è e rimane: una manche da 90 a 100 secondi!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Rotorua, 2 febbraio 2010 … domani vi parlo di questo posto decisamente particolare o lo conoscete già?

P.S. dal sud della Nuova Zelanda arrivano cattive notizie la spedizione di Mike Dawson, Vavrinek Hradilek e Ciaran Heurteau si è interrotta. Sembra, dalle poche notizie arrivate, che Ciaran si sia spallato. Hradilek si è fermato con lui, mentre Dawson ha dato l’allarme dopo due ore di canoa su un fiume enorme che ha fatto da solo. L’elicottero non ha potuto decollare perché ormai era notte e i due hanno passato la notte all’addiaccio nella giungla.

... segue 15^


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nella foto Nicolas Peschier

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