L'allenatore itinerante


Diversi anni fa Mauro Manganotti, un buon C1 destro con cui ho condiviso molti anni della nostra gioventù e molte avventure di pagaia, si inventò una scuola di canoa itinerante, l’idea fu poi ripresa da Francesco Salvato. In sostanza il buon Mauro, per noi da sempre Ovo, organizzava dei corsi di canoa su diversi fiumi e i suoi allievi avevano così la possibilità di approfondire gli aspetti tecnici, ma nello stesso tempo scoprivano nuove realtà e si esercitavano su rapide diverse. Quindi, visto che i cellulari non erano in uso e internet non era ancora uscito dalle basi militari e dalle università statunitensi, non aveva una vera e propria base se non il numero di telefono fisso . Ecco io mi sento un po’ così: una sorta di allenatore itinerante. Ho la fortuna di possedere un cellulare con una tariffa passport (se ti chiamano spendo un 1 euro ci parlo 30 minuti, mentre l’altro paga la sua tariffa ordinaria prevista dal suo piano telefonico) e anche mia mamma, spaventata normalmente dai costi per il fatto che chiamare lontano potrebbe valere una fortuna, se n’è resa conto e così praticamente tutti i giorni mi augura la buona notte al suo buongiorno. Poi c’è internet che mi aggiorna sulle “buone azioni” che il buon Silvio elargisce con magnanimità e mi tiene aggiornato sul bollettino, decisamente di parte, della nostra amata Fick: la nuova grafica non mi piace e confonde non poco le idee: è forse questo lo scopo del cambiamento? Non servirebbe… sono già abbastanza confusi da soli! A Ckfiumi poi un grazie perché ci fa condividere questa passione che vale ben una vita!
Non avendo una vera e propria base operativa devo affidarmi alla tecnologia che mi viene sempre più incontro riducendo di molto tutto il materiale di cui necessito per svolgere al meglio la mia professione. E pensare che un tempo per registrare le immagini di una allenamento o di una gara utilizzavo una telecamera a spalla con la cassetta VHS. Quella telecamera, una Panasonic che conservo ancora, l’acquistai ad Andorra dopo diversi mesi di ricerca e approfondimenti in materia. Le batterie erano lunghe e pesanti e per ricaricarle si necessitava di un marchingegno enorme. Ricordo che il dubbio era se puntare su una telecamera con cassetta VHS oppure su un altro modello con mini VHS che necessitava però di un estensore per essere vista nei normali lettori di cassette collegati al televisore. L’archivio di tutte questo materiale registrato, a casa, mi occupa parecchio spazio anche se lo custodisco con estrema cura e gelosia difendendolo dagli attacchi di Zeno che ogni tanto si rifugia nel mio spazio in cantina e ci passa le ore a guardare vecchie gare ed allenamenti dei tempi passati. Dal 1982 al 2004 tutte le immagini sono su video cassette VHS, ve le ricordate? Gigantesche con il nastro che a volte gioca brutti scherzi. Solo dal 2005 ho iniziato a digitalizzare ed archiviare su tera che stanno piano piano invadendo casa.
Oggi ho una telecamera Sanyo che non arriva al chilo, mi sta in tasca e quando serve è operativa in un batter d’occhio. Registro su delle memory card da 4 GB. Per rivedere poi basta cacciare la schedina nel PC e il gioco è fatto. Fra non molto però abbandonerò Microsoft e entrerò nel mondo Apple, ho troppe pressioni per farlo! Mi danno dell’antico e la cosa non mi piace, questa è la scusa ufficiale, però quella reale è che in effetti Apple è decisamente superiore per ciò che riguarda l’ elaborazione immagini e foto. Altro vantaggio è la tranquillità praticamente assoluta di non prender virus, almeno fin quando dura e come dice il mio amico Vladi Panato finche dura facciamola durare!

Il cronometro, da molto tempo, l’ho sostituito con due orologi Casio CHR 100, la praticità dell’oggetto da polso credo che sia comprensibile a tutti: lo porti sempre con te e non c’è dubbio che tu li possa dimenticare. Anche qui c’è stata una grande evoluzione. La salvezza è stato l’inserimento delle memorie, il mio ne tiene 200 x 2 uguale 400 tempi (spero di non sbagliare questo conto altrimenti Skillo mi riprende), più che a sufficienza, non devi scrivere e lo fai dopo con calma.
L’altro problema di un allenatore itinerante è il peso dei bagagli che deve portarsi appresso. Oggi si viaggia con i voli low-cost a prezzi stracciatissimi, ma bisogna stare attenti a cosa ti porti dietro e allora ci sono piccoli stratagemmi come quello di puntare molto sul bagaglio a mano ed informarsi bene sulla situazione del tempo nel luogo dove si andrà. Questo è un grosso vantaggio. Molte volte ci si porta via cose inutili e pesanti. In alcuni luoghi poi vale la pena acquistare magliette e calzoncini sul posto così come sapone e creme varie, che tra l’altro non uso: le creme intendevo, non il sapone! Per evitare peso e spazio l’ultima chicca arriva dal caricabatteria universale che funziona per: telefono, macchinetta fotografica, reflex e telecamera… non male 4 in uno!
L’allenatore itinerante cambia spesso luogo e quindi le stanze dove soggiorna le personalizza giorno dopo giorno. Cartine geografiche della zona, foto che scatto e stampo, foto della mia famiglia, foto che arrivano da casa e disegni che a volte mi diverto a fare prima di addormentarmi. Ci sono poi oggetti che mi fanno compagnia come le boccette della sabbia che raccolgo, qualche pietra di fiume o qualche legno segnato dal tempo, le candele che accese mi scaldano il cuore. A volte ciò che ci circonda assume un ruolo importante per farci stare bene e per regalare gioia al nostro spirito se pur lontano da casa e dai propri affetti: tutta questione di organizzazione.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Palmerston North, 31 gennaio 2010 – giorno di gara che vi racconterò
domani… oggi è andata così!


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nella foto Mauro Manganotti ai giorni nostri!

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