Archiviata al freddo l'edizione 2025 della "Pyrenees Cup"

Miguel Travé protagonista in C1 e K1 nella finale della Pyrenees Cup 2025 

Non è facile commentare gare a cui non si è fisicamente presenti e che hanno l’aggravante di non fornire un servizio on line video o meglio il link è stato pubblicizzato, ma la qualità era assurda! Forse era meglio fare finta di nulla e bypassare la cosa dicendo che non era disponibile.   I risultati aiutano certamente, ma rimangono sterili se non accompagnati dalle immagini. Meno male che  mi è corso in aiuto Alessandro Barzon, era presente in loco,  che mi ha girato  i video di diversi atleti e in questo modo mi sento più tranquillo nel fare qualche commento sulla seconda e conclusiva tappa della “Pyrenees Cup 2025”, svolta a La Seu d’Urgell lo scorso fine settimana.


Il tracciato disegnato da Adrià Martin e da Paul Commenges si è dimostrato molto facile e particolarmente veloce.  Del primo allenatore vi ho già parlato nel post sulle  gare di Pau perché assieme a Benoit Peschier era il disegnatore di quella gara. Evidentemente ha dato disponibilità anche per la Spagna ed é stato subito assoldato anche per la finale della storica gara di apertura stagionale in quel de La Seu D’Urgell. Ad affiancarlo il francese Pau Commenges, che, tra le altre cose, parla uno spagnolo fluente e conosce bene questo canale e da non molto ha sostituito il tecnico Jeroime Blanchet al Club di Pau. Quest'ultimo è passato ad allenare gli Junior spagnoli al fianco di Carles Juanmarti o meglio conosciuto come Litos.  Tornando al percorso diciamo che l’unica porta che ha messo qualche brivido è stata la 13 in risalita nel buchetto di destra dopo il mortone del ponte,  e qualche atleta ci ha lasciato pure dei  secondi preziosi a vantaggio di chi viceversa di secondi ne ha guadagnati parecchi. 20 porte, combinazioni vere e proprie non se ne sono viste, anche al salto finale non sono state usate le due classiche morte, ma si è preferito far correre via gli atleti con delle discese ed una ultima risalita nell’ultima morta a disposizione sul lato sinistro.   Ci sarebbe da aprire un dibattito su questa tematica, chissà se il nuovo corso alla presidenza del boarding slalom ICF queste problematiche le vorrà  affrontare. Penso sinceramente che format veloci ed immediati siano la chiave vincente per avvicinare più pubblico al nostro amato sport. Quindi tracciati che assecondino i movimenti d’acqua e che diano spazio agli atleti di esprimersi sia dal punto di vista tecnico che fisico.  Qualifica  a manche unica con successiva finale, video on line e grafiche puntuali, dovrebbero essere i principali obiettivi da perseguire nell’immediato futuro, rendendo tutto ciò obbligatorio per le gare ICF Ranking. 

Le gare hanno visto un solo protagonista, parliamo cioè del padrone di casa Miguel Travé che ha vinto tanto in ginocchio quanto seduto. Usando una delle famose frasi del  grande  Muhammad Ali, mi verrebbe da dire che il catalano Miguel Travé è stato: “pungente come un’ape e leggero come una farfalla” in tutte le sue discese di finale. Ha navigato su quelle acque a occhi chiusi, complice probabilmente l’assenza di grandi avversari, ma soprattutto per il fatto che il polivalente atleta locale qui  è nato e cresciuto canoisticamente parlano e in questo momento non ci sarebbe stato, penso, nessuno in grado di pagaiare al suo livello. 

Nel Kayak maschile troviamo in finale  tre giovani italiani e cioè Xabier Ferrazzi, che arriva terzo con il  2.69% dal vincitore, Tommaso Barzon 9^ al 7.12% e Ludovico Cugnon al 12.24% finisce 11esimo. Non vorrei essere scortese e smemorato non dicendo che il secondo classificato è lo svizzero Martin Dougoud al 0.09% da Travé. 

Sfogliando le classifiche mi rendo conto che qualche vecchia gloria è tornata a pagaiare: è il caso di Samuel Hernanz, che ha chiesto alla Real Federazione Spagnola un periodo di pausa dal suo ruolo di allenatore per riordinare le idee. Molto evidentemente il franco-spagnolo ha pensato che forse pagaiando si ragiona meglio e così dopo Pau, dove era finito 75^, si è ripresentato al via facendo decisamente meglio prima conquistando la finale e poi chiudendo al quinto posto. Hernanz, non contento, ha gareggiato pure nel Kayak Cross dove è arrivato  quarto in finale, nella prova vinta da Frederico Alvarenga, secondo Gail Adisson e terzo Manuel Ochoa. 

Il bravo Samuel Hernanz, aveva chiuso la carriera nel 2020  e solo l‘anno prima, a La Seu,  aveva vinto il titolo iridato a squadre con Joan Crespo e David Llorente. La carriera sportiva di Samu, come tutti lo chiamano, è stata di vertice, senza però mai riuscire a vincere individualmente una medaglia in qualche grande manifestazione. Ha gareggiato per molti anni centrando, tra europei, mondiali, coppe e olimpiadi, sei finali e più di qualche volta sfiorando la medaglia. La volta in cui  ci è andato più vicino è stato in Coppa ad Ivrea nel 2016 dove è rimasto giù dal podio per soli 6 centesimi. Quella gara era stata  vinta da De Gennaro su Molmenti e terzo Popiela. I due italiani erano entrati nella finale rispettivamente come decimo e nono. 

Parlando di kayak femminile bella la prova di Maialen Chourraut che non ha avuto problemi a vincere su un canale che conosce tanto bene quanto Miguel Trave. Mi verrebbe da fare un calcolo per capire quale dei due atleti ha fatto nel corso della loro vita più discese sulle acque del canale olimpico del 1992. Un calcolo e un paragone che però si potrà concludere solo quando entrambi appenderanno la pagaia al chiodo.  Se mi chiedessero chi è che ha più discese sui canali di Liptovosky Mikuláš non avrei dubbi su chi nominare, e voi?

Finalmente Monica Doria ha avuto qualche soddisfazione vincendo la prova in C1 poiché l’andorrana, povera creatura, non è certo fortunata e la vera gloria che meriterebbe fino ad oggi non è arrivata. Lei ha tutte le qualità per emergere, le manca solo continuità e forse più strategia da mettere nelle discese che contano. Le due italiane presenti in finale hanno chiuso al settimo e al nono posto e sono rispettivamente  Marta Bertoncelli ed  Elena Borghi. Quest'ultima ha fatto una bella qualifica piazzandosi a pochi centesimi da Monica, ma in finale non è riuscita a replicare il 96.12 che comunque non sarebbe stato sufficiente per salire sul podio. Vedo molte similitudini tra Borghi e Doria, due atlete di alto livello che stentano ad uscire come meriterebbero. 

 

Il tabellino della gara ci dice che sono state giornate di freddo e vento, poco pubblico presente, organizzazione minima per un evento di questa portata. 

Per le gare di Kayak Cross, disputate la domenica,  vi lascio le classifiche qui sotto che potete consultare. Le prime sono per i Time Trial e a seguire quelle delle finali dal sito www.slalomstat.com

Occhio all’onda !






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