Praga ospita la sua 2^ edizione del Campionato Europeo Slalom

 


Qui a Praga trovo quaderni che non riesco a trovare in Italia. Sono i classici quaderni, ma non a righe o a quadretti, ma semplicemente bianchi e la cosa la dice lunga. Mi piacciono perché mi lasciano libertà di movimento non racchiudono i pensieri che cerco di esprimere con la penna tra linee sia che esse siano orizzontali o verticali incrociate.  Un’altra cosa eccezionale qui è il succo di aloe che si trova a prezzi bassissimi rispetto l’Italia dove costa una follia. L’aloe è una pianta conosciutissima al mondo per le sue proprietà depurative e antiossidanti: fresca si beve molto volentieri e visto la calura estiva di questi giorni è perfetta per tenerci in forma.

L’aria che si respira però da queste parti non è certo quella di un campionato Continentale, a causa ovviamente della situazione che tutto il mondo sta vivendo.  Le nazioni al via saranno 19 rispetto alle 25 dello scorso anno a Pau (Francia) per un totale di 131 barche gara e 130 atleti. Siamo giunti alla 21esima edizione della rassegna Europea nata nel 1996 con la gara ad Augsburg ed è poi  proseguita con cadenza biennale fino al 2004 per poi essere disputata annualmente a partire dall’anno successivo.

Praga, o meglio il canale di Troja, ospita per la seconda volta questo evento dopo averlo già organizzato nel 2018.
Rispolverando la memoria di quella edizione salta all’occhio la grande impresa che Peter Kauzer fece in casa di  Vit Prindis e Jírí Prskavec. Il buon Pero (il nickname del fenomeno sloveno) dopo essere entrato in finale con il 9^ posto mise la punta davanti di 0,51 a Prindis (che l’anno successivo vinse l’Europeo a Pau riscattando il secondo posto del mondiale sempre su quel canale nel 2017) e di 0,85 su Prskavec. Quest’ultimo aveva fatto registrare il miglior tempo - 89.87, ma vanno aggiunti 2 secondi per un tocco ad una porta in discesa. Quarto finì Aigner ad oltre 1 secondo, con l'allora baffuto Giovanni De Gennaro in 9^ posizione dopo che lo stesso italiano era stato protagonista nella gara di semifinale con il 4^ tempo. Gli altri italiani in gara furono Davide Ghisetti (35^) e Christian De Dionigi  (46^)

Nel kayak femminile vinse con margine la tedesca Ricarda  Funk davanti a Corinna Kuhnle e in terza posizione Fiona Pennie. La campionessa olimpica Maialen Chourraut aveva fatto registrare il miglior tempo con 99.36 rispetto al 100.66 della vincitrice, ma una penalità le fu fatale e chiuse solo in 4^ posizione.
Stefanie Horn rimase fuori dalla finale  e il risultato finale fu un 17esimo posto decisamente stretto per una campionessa come è lei.


Nella canadese monoposto maschile fu un trionfo per gli atleti di sua maestà la regina Elisabetta con la vittoria a Ryan Westley seguito dal compagno di squadra Adam Burgess. Il bronzo, a sorpresa di tutti, lo mise al collo il ceco Tomas Rak. Anche qui il miglior tempo fatto registrare - 94.35 fu quello dello slovacco  Alexander Slafkovsky, ma una penalità lo collocò al 4^ posto.
Gli italiani in gara finirono con Stefano Cipressi al 16^ posto mentre 17^ Roberto Colazingari e 21^ Raffaello Ivaldi.

La canadese femminile vide Viktoria Wolffhardt vincere la gara di un nonnulla su Mallory Franklin e in 3^ posizione a sorpresa Elena Apel. Male le atlete di casa che non raggiunsero neppure la finale, infatti Tereza Fiserova chiuse al 18^ posto, mentre oggi parte da favorita numero uno viste le cose fatte nelle loro gare di selezione.

Magari dell’edizione 2019 e dei campioni europei in carica nel parleremo domani.

Occhio all’onda! 

 


 

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