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Il salto con l’asta mi incanta, forse si è capito, ed è stato, per un periodo della mia vita, la mia grande passione. Iniziò tutto per caso e cioè quando al campo di atletica del Bentegodi il professor Enrico Battochi, che ci ha lasciato lo scorso maggio, mi aveva instradato a questa specialità: « tu che vai in canoa e hai braccia forti prendi in mano l’asta - mi disse - che ti spiego come si fa ». Da lì in poi per qualche tempo mi dividevo tra la passione di stare in mezzo al fiume e l’arte di saltare attaccato ad un palo che di piegarsi non ne voleva sapere. Dopo un anno di gavetta il professor Battocchi mi mandò nel magazzino dello stadio e mi disse: « prendi l’asta verde che iniziamo a fare sul serio ». Ed in effetti le cose cambiarono e con quell’asta, così leggera e sinuosa mi presentai ai campionati regionali nella città che all'ora era la rocca forte di questa specialità e cioè Padova. Qui raggiunsi la bellezza di 4 metri e 30 ricevendo i complimenti dal tecnico padavino che era anche il responsabile nazionale della specialità e che mi mise di fronte al grande dilemma se impungare per il resto della vita un' asta o una pagaia. Le cose, sappiamo come sono andate, ma è rimasto comunque in me lo spirito del saltatore e del grande appassionato di uno sport che è sicuramente arte e stile di vita. Così quando c'è occasione non rinnego nulla, ma rivivo in questi eroi il fascino e il sogno di un ragazzino che voleva toccare con i piedi all’insù e la testa all’ingiù il cielo il più in alto possibile!
Occhio all’onda!
PS sono stato bravo questa volta visto che non ho scritto nulla sul 70^ Festival della Canzone Italiana che si è chiuso da poco a San Remo. Fiorello è stato stratosferico e Benigni sempre intenso ed unico. Le canzoni in concorso... cambiamo argomento!
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