K1 uomini una finale senza possibilità di replica












 

















I recenti campionati del mondo di slalom, da poco conclusi a Rio de Janeiro, sul canale olimpico, ci offrono spunti di riflessione per analisi tecniche.
Partiamo dal Target Time (TT) e cioè prendiamo la somma degli otto migliori intermedi  fatti registrare in semifinale o finale da una rosa di sette atleti, di cui tre sono i vincitori delle medaglie. Dopo la semifinale il TT era di 87,88, mentre  dopo la finale questo riferimento si è abbassato a 85,85 con una percentuale di potenziale miglioramento ribassata dell’2,3%.
Queste informazioni ci forniscono molti dati, ma andiamo per ordine.

E’ evidentemente che gli atleti in finale conoscono meglio il tracciato e possono trovare soluzioni tecniche più veloci confermate dal rilevamento degli intermedi.
Il vincitore ha solo due intermedi migliori di tutti e sono gli ultimi due (siamo intorno ai 10 secondi totali, mentre il secondo classificato ha un solo miglior tempo assoluto, il terzo e cioè dopo circa 30 secondi di gara, mentre il terzo classificato ha i primi due intermedi come migliori assoluti.
I dati cronometrici confermano che  non si vince con la miglior prestazione assoluta per ogni singola frazione di gara, ma si vince o si prendono medaglie con una prestazione che ha una somma di percentuali più vicino alla miglior prestazione singola.  Logico si potrebbe pensare, ma non sempre è così perché molto spesso l’errore comune è quello di ragionare su singole situazioni tecniche trovando la soluzione nell’ottica di quel singolo tratto. Viceversa i dati confermano che la vittoria e le medaglie arrivano da una costante, attenta e accorta strategia di gara nel suo complesso.  

Il tempo del vincitore 89,69 è  a 3,84 secondi  dal TT assoluto che vale un 4,47% dall’ideale  performance.  Questo dato secondo il mio modo di vedere e di analizzare le gare è molto, molto significativo, perché ci può dare la dimensione di come dobbiamo affrontare la gara dal punto di vista tattico e strategico.
Hannes Aigner, il tedesco  29enne vincitore nel k1 uomini, certo non è uno sconosciuto considerando che ai Giochi Olimpici di  Londra 2012 fu bronzo e a Rio rimase giù dal podio per un 0.03 cioè per un qualcosa non quantificabile. A distanza di  due anni  si prende una bella rivincita proprio su Jiri Prskavec che lo aveva lasciato giù dal podio a Rio nel 2016.

La gara del tedesco è molto regolare, subisce una accelerazione impressionante all’uscita della porta numero 3 fino alla porta numero 4 dove guadagna 0,72 su Prskavec. C’è un video (cliccare qui per visualizzarlo) molto interessante che mette in sovrapposizione Aigner e Prskavec e si nota decisamente come il teutonico all’uscita della porta 3 guadagna metri sul ceco che alla fine arriverà secondo. Aigner è costantemente sotto il secondo di distacco dal target time per i primi sei intermedi, riuscirà negli ultimi 10 secondi di gara a far registrare pure due migliori split-time di tutta la gara. Ha solo un tentennamento ed è all’entrata della risalita numero 20, ma seppur in evidente anticipo riesce a rimettersi in assetto grazie ad un colpo largo di sinistro seguito da una rotazione di spalle verso l’interno infilando il fianco della sua coda in acqua per cercare di stabilizzare lo stesso scafo imprimendogli però rotazione al fine di scappare via dalla risalita. 125 sono le pagaiate messe in acqua  dal tedesco  per vincere questo mondiale che certo non si presentava facile per nessuno.

Due ulteriori considerazioni: la prima è che Jiri Prskavec sia sceso in finale con l’idea di portare a casa una medaglia e non tanto per cercare la vittoria finale. Il ceco, classe 1993, già campione del mondo nel 2015 e tre volte campione d’Europa evidentemente ha guardato più al futuro che a prendere il massimo dal momento stesso, considerando il fatto che questa sua medaglia gli permetterà di avere già assicurato un posto in squadra per il 2019 e così potrà presentarsi ai mondiali di La Seu d’Urgell veramente preparato con il solo obiettivo di vincerli per andare diretto ai Giochi Olimpici di Tokyo. Poi la sua soddisfazione l'aveva già conquistata poche settimane prima vincendo la sua prima Coppa del Mondo.  Se gareggi per la Repubblica Ceca questi conti li devi assolutamente fare perchè essere l'atleta che rappresenta questo paese ai giochi a cinque cerchi la tua olimpiade la devi vincere in anticipo sui tuoi compagni di squadra!
La seconda considerazione è su Peter Kauzer che, come lui stesso ha dichiarato a fine gara, a Rio era andato solo per vincere, null’altro poteva interessarlo. La sua condotta di gara lo testimonia; infatti fino alla 15 era decisamente in vantaggio su chi poi si è messo le medaglie al collo. Favoloso ancora nel traghetto 15-16 poi entrando nella risalita 20 tocca il fondo con la pala destra, si sbilancia e tocca il palino interno della stessa risalita. Qui capisce che la sua impresa è messa a rischio e prova a forzare, affronta la 21  troppo da sinistra e va diretto  nella 22. A questo punto però si accorge che non riuscirà a ruotare la sua gialla canoa verso l’ultima risalita e prova a frenare profondamente con il sinistro in acqua. Troppa velocità e anche per un campione come lui si dimostra essere decisamente impossibile recuperare la linea ideale e finirà fuori dalla porta in discesa. 

Occhio all’onda! 




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