Tacen sempre emozionante. Percorso tra i più classici di sempre


Tacen ha due caratteristiche che per me lo rendono unico. La prima è il salto iniziale che fa gioire sempre e chiunque si lanci in quel vortice di acqua, corrente ed adrenalina. Pochi infiniti secondi, solo il tempo di un respiro profondo e di due pagaiate messe sul punto giusto, ma sono di infinita bellezza. La seconda caratteristica è legata  ai ricordi che inevitabilmente ogni volta che arrivo da queste parti si rifanno vivi e rigenerano in me l’energia di anni vissuti sulla cresta dell’onda e con l’energia dei vent’anni.  Poi il resto arriva da sé trasformandosi ogni volta come qualche cosa di unico se pur in una routine consolidata di tensioni ed emozioni che solo le gare sanno procurarti.

Veniamo al percorso di qualifica disegnato da Marianne Agulhon e Jože Vidmar, una francese e uno sloveno che credo tutti voi conosciate e che quindi non starò qui a dirvi chi sono, che cosa fanno e non perderò neppure del tempo a raccontarvi le loro gesta canoistiche che sono molteplici e di spessore. Ma facciamo così:  avete due possibilità andarvi a vedere o rivedere  i  post passati la loro storia considerando il fatto che di loro ho già scritto in più di un’occasione,  oppure fate lo sforzo di chiedermelo con un messaggio o con una richiesta specifica e io sarò ben felice di riscrivere un post su questi personaggi. Dimostrerete così che la cosa vi interessa particolarmente e scenderemo nei dettagli per esaudire richieste specifiche. 
Tornando però al tema del tracciato di gara possiamo tranquillamente dire che  racchiude un pò tutte le caratteristiche tecniche che si possono avere sul canale sloveno come quella di saltare sul salto tutto a destra per andare a prendere la prima risalita per poi traghettare dal lato opposto infilandosi  nella porta 2 sempre da fare controcorrente. 3/4/5/6 e 7 hanno una chiara logica di farti  lavorare in anticipo per non intraversare la canoa che significherebbe perdere molti secondi preziosi in questo primo tratto. Poi tra la 3 e la 4 c’è un canaletto d’acqua che se preso bene ti fa evitare il buco centrale che è sinonimo di botta in faccia e perdita di velocità. Il passaggio 8 discesa con 9 risalita è il classico dei classici qui a Tacen, infatti il ricciolo che taglia in due il canale sembra essere lì proprio per trasportarti in carrozza sul lato opposto: puro divertimento!  Si prosegue con una serie di 4 porte sfasate in discesa. La risalita 14 sarà la quarta da affrontare sulle totali sei del tracciato. Qui un piccolo dilemma potrebbe nascere sul fatto di affrontarla per chiuderne l’uscita oppure lasciarsi aperta la via per andare a destra del sasso centrale invece che a sinistra che sembra essere la strada più veloce, ma anche la più dispendiosa a livello energetico.  Sotto la passerella bisognerà usare bene  il buchetto per passare dalla 15 in discesa alla 16 in risalita. Si chiude il tutto nel canalone con due discese molto ravvicinate e con una risalita a destra per poi prendere al volo 20 e 21 prima di far saltar la propria canoa sulla massa d’acqua bianca che potrebbe diventare per qualcuno una difficoltà aggiunta proprio sul finire di gara quando cioè le braccia inizieranno a dare segni di affaticamento e la vista non è poi così ancora tanto lucida.  I tempi per K1 uomini si aggireranno poco sotto i 90 secondi per entrare diretti in semifinale con la prima manche e senza dover passare per il ripescaggio.  Per il C1 donne il percorso è molto tecnico e non privo di difficoltà certo è che se ne dovrà eliminare solo una al primo turno visto che al via ci saranno 31 atlete e saranno 30 quelle che accederanno alla semifinale.

Per seguire le gare in diretta cliccate qui

Occhio all’onda! 


da sinistra Paolo Ceccon, Eleonora Lucato con il tecnico federale Pierpaolo Ferrazzi.

da sinistra Christian De Dionigi, Zeno Ivaldi e il tecnico federale Nicola Micozzi.


da sinistra Frank Trompeter (Chief Judge) con Alena Maskova (Assistant Chief Judge)

Un particolare della canoa del campione del mondo del K1 men 2017 Ondrej Tunka.

Un particolare sull'auto del vice-campione olimpico k1 men 2016 Peter Kauzer.

 

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