Europeo o mondiale statisticamente parlando?


Piove, governo ladro come ha scritto anche Antonio Gramsci! Ma qui butta proprio male con il tempo visto che anche le previsioni danno pioggia sicura fino a venerdì, qualche schiarita sabato e sole domenica. Al tempo non si può certo comandare e quindi prendiamo quello che viene senza pensarci troppo, certo è che mi devo mettere in cerca di un paio di stivali da acqua visto che ho solo le ciabattine Havaianas e le scarpe Adidas per correre! Per la verità ho anche le mitiche “skazz” che porto sempre con me chissà mai che capiti la possibilità di muovere due passi di tango.
Si sono chiusi gli allenamenti ufficiali e mercoledì è dedicato solo al controllo delle canoe, alla demo-run e alla cerimonia di apertura di questa 12esima edizione continentale iniziata nel 1996, proseguita con cadenza biennale fino al 2004 per trasformarsi in annuale dal 2005 in avanti.
Se noi prendiamo i vincitori in kayak maschile su 11 campioni europei solo 4 hanno vinto anche il mondiale (Billaut, Dorfler, Molmenti, Kauzer), ma nessuno nello stesso anno ha fatto suo il titolo iridato e quello continentale. Solo uno di loro ha vinto le olimpiadi (Ferrazzi) e solo due di loro hanno preso medaglie ai giochi a cinque cerchi (Ratcliffe e Walsh, casualità tutti e due inglesi). Tutto questo lungo discorso per dire cosa? Semplice per constatare che chi vincerà domenica prossima, statisticamente non vincerà il mondiale di settembre... ma si sa anche che le statistiche possono essere modificate dal campo!
A parte questi giochetti dei numeri devo dire che ho visto in questi due giorni pagaiare atleti di tutto rispetto su un canale che per la verità, secondo me, ha fatto il suo corso e sembra, in relazione ad altre strutture, un semplice canaletto più adatto ad allievi e cadetti che a professionisti della pagaia. Le insidie, lo sappiamo, comunque sono tante e ci sono in ogni dove, ma la velocità dell’acqua e la poca profondità in alcuni punti offrono pochi spunti per mettere in essere manovre estreme e spettacolari. Lefevre in kayak è tornato al manico diritto, mentre in C2 ha ridisegnato i pozzetti abbassandoli notevolmente rispetto al profilo della coperta costringendo Vajda a trovare delle soluzioni per far scorrere via l’acqua dal paraspruzzi. Il costruttore slovacco c’è riuscito facendo delle vere e proprie opere di ingegneria idraulica sullo scafo con canalette che sembrano rifarsi agli acquedotti dell’antico popolo mesopotamico dei Sumeri , probabilmente dopo aver letto e studiato il manoscritto più dettagliato sull'argomento: il “De aquæ ductu urbis Romæ” scritto da Sesto Giulio Frontino nel I sec. d.C.
Peter Kauzer ha dovuto fare i conti con il vento. Aveva lasciato la sua canoa ai cugini croati perché gliela portassero in terra di Spagna, ma a Perpignan il vento ha staccato letteralmente dal pulmino il portapacchi facendo volare via le otto canoe che vi erano issate sopra. Conseguenza più che logica: canoe da buttare, ma, per fortuna, nessun incidente o danno a persone o macchine. Di canoe il mondo è pieno e non è così difficile poi farne di nuove.
Ancora una nota sui kayak uomini. In squadra slovena è entrato un giovanissimo, classe 1993, Simon Brus che l’anno scorso ai mondiali junior ha messo al collo l’argento e che quest’anno ha lasciato a terra un certo Dejian Kralj. Un altro giovanissimo in squadra è il ceko Jiri Prskavec, campione europeo junior e figlio di Jiri Prskavec che nel 1995 conquistò il bronzo ai Campionati del Mondo.

Occhio all’onda!

La Seu d’Urgell, 8 giugno 2011 - Campionati Europei di Slalom

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