Finali canadesi made in Cina

Tanto era fluido e scorrevole il percorso delle qualifiche tanto si è dimostrato ostico e senza senso il percorso della semifinale e finale. Eppure i tracciatori sono due ex slalomisti di livello e tecnici affermati da tempo. Il primo è Mark Delaney, un inglese cresciuto con la pagaia e, inginocchiato per molti anni, ha conquistato piazzamenti in diverse manifestazioni internazionali. Passato ad allenare i C1 inglesi dopo 14 anni di squadra nazionale come atleta, è ora una colonna portante del team di sua maestà la regina. Il secondo è un francese trapiantato nella terra dei canguri da poco più di un anno, Yann Lepennec in passato aveva pagaiato nella canadese doppia con Philippe Quemerais dal 1998 al 2006 conquistando un quinto posto ai Giochi Olimpici di Atene 2004.

Bene! Questi due signori hanno seguito, come principio ispiratore, l’idea di fare un tracciato semplice per le qualifiche e uno decisamente più complesso per semifinali e finali. Lo scopo è presto detto: così facendo si offre a tutti la possibilità di passare in semifinale, mentre poi la finale deve essere conquistata con più ardore. Il problema è che l’obiettivo non è stato raggiunto visto che un paio di combinazioni hanno rovinato il sano intento. Mi riferisco in modo particolare alla combinazione 5 - 6 e alla 11 - 12 che costringono, in entrambi i casi, gli atleti ad una retro senza senso per rimontare terreno al fine di raggiungere la porta successiva. Si capisce bene che tutto ciò non ha logicità né per il canoista, né per chi invece segue l’evento in televisione. Il primo è costretto a sprecare una montagna di energie che, viceversa, potrebbe utilizzare per far corre la canoa, mentre il secondo, seduto comodamente sul suo divano di casa, non riesce a seguire la discesa vedendo questi atleti che scendono il tracciato più con la punta in sù che nel verso della corrente. Così facendo si perde il senso della velocità: elemento base per molti sport.

In questa prima prova di Coppa del mondo sembra valere il principio che non sempre chi vince una batteria o la semifinale poi si porta a casa anche la vittoria e mai come oggi la cosa si è dimostrata veritiera. La ragazzina dagli occhi di ghiaccio, al secolo Jessica Fox - vi dice nulla il cognome? - domina la semifinale sulla Dukatova e in finale entrambe si giocano la gara al salto della 18 che probabilmente sottovalutano e le porta lunghe tanto da perdere tempo e porta successiva. La gara della canadese in rosa registra la prima vittoria assoluta della Cina che non si accontenta solo dell’oro con Nangin Cen, ma duplica con l’argento della giovanissima Qianqian Teng, poco più che sedicenne. Bronzo alla slovacca Katerina Macova allenata da Juri Mincik.
Florence, che si era dannato a vincere la qualifica, resta fuori dalla finale con un salto di porta proprio alla 12. Jezek, padrone di casa e responsabile dell’organizzazione, domina la semifinale e finirà poi in quinta posizione dopo aver dato spettacolo ed essere andato lungo alla 19 in risalita. Martikan che prova a dimostrare al mondo che la combinazione 5 e 6 si può fare anche diritta si qualifica per il rotto della cuffia e in finale ritocca l’ultima risalita a sinistra, fa registrare il terzo tempo, ma chiude in ottava posizione. La gara va al ceco Michal Jane che l’8 luglio compirà 24 anni con un passato di discreto livello nella categoria junior - campione del mondo a squadre nel 2004 - e un 8^ posto agli europei U23 lo scorso anno a Liptovosky. Più giovane di lui di un anno è lo sloveno Benjamin Savsek che prende 1,41 da Jane e si infila al collo un argento importante. Bronzo a Alexander Slafkovsky che di anni ne ha fatti 27 il 24 marzo e che piace tanto al mio amico Skillo.

Che fosse il giorno della Cina lo si era capito dalle prime battute di questo sabato di metà giugno, ma che riuscissero a vincere nella canadese doppia sembrava cosa decisamente impossibile. Eppure Minghai Hu e Junrong Shu, con un percorso pulito, l’hanno spuntata su degli Hochschoner che hanno dovuto fare i conti con due tocchi di troppo e quando si sono resi conto del brutto affare non hanno avuto il tempo materiale per recuperare tutto lo svantaggio: sarebbero bastati pochi metri in più e quel ritardo di 0,33 si sarebbe sicuramente trasformato in un vantaggio. Terzi i polacchi dai nomi impronunciabili Szczepanski/Pochwala - per fortuna che devo scriverlo e non devo speakerarlo. Gli italiani Benetti/Masoero, entrati in finale con il quarto tempo e quattro penalità, sono incappati in due errori pesanti, alla 11 e alla 19 che sono costati cari al fine del risultato di giornata. Complessivamente le buone cose viste fanno ben sperare per il futuro che è tutto nelle loro pagaie.

Interessante l’iniziativa della “Tipsport.net” che ha allestito un banco di scommesse per puntare sugli atleti in gara e si sa che tutto ciò attira pubblico e interessi, visto che ormai non ci rimane che tentare nella fortuna con lotterie, gratta e vinci, scommesse su cavalli, corridori e da oggi anche sui canoisti!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Praga, 19 giugno 2010 - seconda giornata di Coppa del Mondo di Canoa Slalom

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