Incombe la paura per l'arrivo di 9.000 m3/sec. di acqua


Si respira tensione nelle sale dell’hotel Divoka Voda: il proseguo del Campionato Europeo è a rischio e le facce degli organizzatori e del supremo capo della mega diga di Bratislava ne sono la prova più concreta. Solo domani mattina si conosceranno novità atmosferiche e organizzative. Il Danubio è un fiume enorme e ora vederlo con 7,040 metri cubi al secondo fa impressione, ma il problema maggiore è che a brevissimo da settemila si passerà a novemila che significa stato di allerta numero 2, al limite dell’evacuazione di tutta la zona. Una massa d’acqua che si muove con tutta la sua forza e via via che scende si carica sempre di più dai molti affluenti che terminano la loro corsa proprio nella Duna, come lo chiamano da queste parti. Attraversa 10 nazioni ed è lungo 2.902 km, il secondo fiume del continente. A parte queste nozioni di geografia, che ovviamente ho trovato su wikipedia, c’è da dire che le gare di oggi hanno costretto tutti a dare non solo il 100% ma il 110% per passare il turno. Mi sono gustato la seconda manche di Lefevre che si trovava obbligato a rimontare posizioni su posizione per passare in semifinale. La soluzione vincente l’ha ricercata nella sua tradizionale calma e ha affrontato la sua ultima possibilità danzando e volando su un’acqua sempre più “brown”. Molti atleti invece hanno optato per soluzioni di forza, lasciando agire più l’istinto animale che l’intelligenza agonistica. Io dovrò lavorare molto sotto questo aspetto visto che il buon Rheinisch, l’atleta che seguo, ha proprio peccato sotto questo punto di vista. Se un atleta vive la competizione diversamente di come viceversa si allena si presenta al via come se non si fosse mai allenato. Tirare fuori dal momento clou tutto quello che si ha dentro e, forse, anche qualcosina in più è necessario se si vuole affrontare con qualche chance di vittoria competizioni di questo livello. Molmenti mi racconta che è un pochino deluso per 50 regalati tanto al chilo, anche se non ha avuto problemi a passare il turno con una prima manche onesta e pulita. Chi ha pagato per questo motivo è stato sicuramente Huw Swetnam con 100 penalità equamente spartite tra le due manche. Questa è una buona strategia per affrontare le varie fasi della competizione. Ho visto un Paolini molto reattivo e dinamico e se riesce a mantenere questa brillantezza mi sa che ne vedremo di belle. Il giovane altotesino, Lukas Mayr, ha fatto bene a rischiare il tutto per tutto in una seconda discesa che se non fosse stata segnata da due tocchi gli avrebbe permesso di entrare nei venti semifinalisti. Dariusz Popiela ha passato parecchio tempo su questo canale e si è tolto la prima soddisfazione:quella di vincere la qualifica con una bella prima manche e con 2,12 sul ritrovato Benoit Peschier. Quest’ultimo, campione olimpico per la Francia, è oggi greco per amore e forse per ripicca verso una nazione che certo non lo ha mai veramente considerato ed aiutato come avrebbe dovuto e potuto essere. Ritrovato anche Dorfler, rimasto al palo nel 2009, dopo aver vinto la prova continentale nel 2006 ed essersi messo al collo un bronzo due anni più tardi. Anche lui è costretto a recuperare in seconda manche con l’incubo di restare sulla riva a guardare il proseguo delle competizioni, come alcuni big del calibro di Oblinger, Meglic e Juan Martin bronzo agli ultimi campionati del mondo.
In C1 Martikan dà l’impressione di poter gestire a suo piacimento ogni situazione e guardandolo ho pensato che se fossi un potenziale sponsor certo non gli farei mettere il mio logo sulla pala visto che praticamente non esce mai dall’acqua. Per lui la pagaia è una sorta di scandaglio per i fondali marini. Nulla da dire neppure sui suoi compagni di squadra, Slafkovsky e Benus, primo e secondo. Tra i tre slovacchi si è inserito il teutonico Jan Benzin grazie solo ad una penalità alla tre del super Martikan che, nonostante ciò, si è portato a casa il quarto posto. Nessun eliminato illustre nella specialità della pala singola.
Il giovanissimo Luca Colazingheri si è comportato bene, se pur lontano dalla qualificazione. Comunque rimango dell’avviso che i giovani dovrebbero maturare e crescere con pazienza e con obiettivi più raggiungibili.

Fuori continua a piovere, nutriamoci di speranza e aspettiamo domani per capire che cosa succederà. Per il momento siamo nelle mani della natura!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Cunovo, 3th June 2010 - European Canoe Slalom Championships

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