Troppo forte Nicolas Gestin!

Amo arrivare al canale di buon ora. Ho il tempo di salutare i volontari e la sicurezza, scambiare con loro qualche impressione e posizionare il mio computer nella sala video. Qualche vota c’è pure il tempo per un caffè al bar del Penrith Wildwater Stadium, spendere quei 18 dollari australiani in compagnia del personale di Siwidata e quindi anche di Zeno. L’aria è ancora fresca e regna il silenzio. Dalle Blue Mountains si eleva una nuvola di fumo e subito dopo si vede arrivare in lontananza l’elicottero con la benna carica di acqua e ritardante, così in qualche ora viene domato l'incendio nei boschi di queste infinite montagne.  Gli australiani sono maestri della perfezione, diciamo che sono inglesi che fanno gli americani, visti gli spazi a loro disposizione e per la sicurezza sono molto attenti. Gli operatori sul campo che fanno salvataggio sono attrezzati come se dovessero operare in piena giungla con kit di sopravvivenza al seguito, con tanto di radio, meglio due, corde, coltelli e frontale… chissà mai che il sole venisse improvvisamente oscurato da qualche pianeta e, seppur precipitati improvvisamente nel buio, loro sono pronti ad intervenire. Poi sembra che tutto si animi in un attimo, avete presente quei video  in time-laps dove prima non si vede nulla e poi, in un minuto, velocemente mostra ciò che accade in due ore?

Bene, è la stessa sensazione che si vive qui quando sei il primo ad arrivare in loco.  

Mi sono perso a raccontarvi quello che vivo, ma dovrei magari concentrarmi di più sull’opera messa in atto da un Nicolas Gestin sempre più dominatore di questa categoria. Eppure quando lo vedi camminare, parlare, osservare non ti sembra neppure un atleta tanto per il fisico, alto, longilineo, leve lunghe, quanto per per la sua modestia unita ad una sorta di timidezza. Quando però monta sul suo cavallo bianco e indossa il mantello di Superman, le cose cambiano per tutti e per tutto. Ieri, nel primo giovedì di un ottobre ventoso, è sceso in finale con la consapevolezza che, per restare sul tetto del mondo, non doveva sbagliare nulla dopo la discesa di un ritrovato Westley, artefice di grandi imprese, ma anche di prestazioni pessime.  Il bretone, allenato da un sapiente Arnaud Broignart, che fa  l’allenatore da vent’anni, da quando cioè di anni ne aveva 23, è rimasto in testa alla gara fin dalle prime porte, i suoi intermedi la dicono lunga su come ha impostato la gara e cioè in progressione, per arrivare nel passaggio finale, 23/24, con un certo margine nel caso in cui qualche cosa fosse andato storto. Infatti è proprio sul finale che il transalpino ci lascia 1.48 su uno scatenato Ryan Westley che viceversa su questa combinazione e il successivo scatto finale, costruisce la sua impresa e cioè quella di mettere paura a chi oggi è il re della canadese monoposto maschile! 



Primo Gestin, secondo Westley a 90 centesimi. Terzo, e salva la faccia e la bandiera al paese ospitante, senza Jessica in acqua per i “canguri” conquistare medaglie non è facile, arriva Kaylen Bassett. L’australiano, che  di mestiere fa il project manager, ha gareggio sotto gli occhi attenti di Robin Bell,  il trionfatore dei mondiali del 2005, e quasi riusciva a ripetere quell’impresa storica messa in atto giusto vent’anni fa.  Tra le altre cose ho avuto modo di parlare con lui durante la cerimonia di premiazione e lo spirito è rimasto quello di una volta: vive a Manley, ha due figli e con loro si diverte con la canoa oceanica e a giocare a tennis. Oltretutto mi ha dato dei consigli su dove andare nelle mie imminenti vacanze australiane con Amur e il successivo selfie è stato d’obbligo!

con il mio amico Robin Bell
Da sottolineare un’altra impresa realizzata da Michal Martikan che a 46 anni agguanta la sua ennesima finale ad un Campionato del Mondo. Poi nella gara per le medaglie si è spento e ha chiuso al 10 posto. Poche cose sono certe nella vita, ma quella di rivedere il campione slovacco ancora in gara diventa una certezza e ci potete giurare che non mollerà.



Occhio all'onda! 

Commenti

Post più popolari