Krejci super e giapponesi al nulla dalla vittoria
Joseph Clarke, Benjamin Renia, Gelindo Chiarello, Ziga Lin Hocevar, Pavel Eigel, Martin Srabotnik, Dariusz Popiela, Noah Hegge, David Llorente e Jan Barta: un elenco di dieci illustri nomi che non vedremo venerdì 3 ottobre partire per le semifinali del Campionato del Mondo di slalom, in pieno svolgimento qui nella terra dei canguri, mentre in Europa si dorme ancora… il risveglio per qualcuno sarà traumatico! Ebbene sì anche i grandi a volte si perdono nelle cose più banali e semplici, qualcuno di loro per dei passaggi al limite, penalizzati con il massimo della penalità, altri per errori tecnici, altri ancora per aver fatto male i conti sulla durata della gara. Si pensi che su 30 kayak uomini che disputeranno la semifinali, solo cinque riescono nell’impresa con una penalità, o addirittura due tocchi come nel caso di Polaczyk. Tutti gli altri, che significa l’83.3%, percorso pulito! Tra le donne ben 13 con penalità, quindi al 56.6% si qualifica con zero penalità. Nelle canadesi uomini la percentuale è del 43.3% e nelle donne del 30%.
Da questi dati si capisce bene che un tocco tra gli uomini e tra le donne ha un peso decisamente diverso. Inoltre nel Kayak maschile si passa il turno con un distacco massimo del 3.38% e tra le donne il distacco massimo è del 10.2%. Vi riporto i dati scritti ieri nel post precedente per avere un quadro completo e per risparmiarvi la fatica di andare a controllare: si passava il turno nel C1 uomini con il 6.1% dal primo e nelle donne con il 7.3% dalla prima classificata. Quindi per assurdo nel settore femminile è più complicato in ginocchio che seduti accedere alla frase successiva.
Questo il quadro generale con dati tangibili, poi si passa alle sensazioni e quello che abbiamo vissuto sul campo di gara. Funk su queste acque e con questo percorso, non ha avuto problemi di nessun genere: ha accelerazioni brutali, ha usato l’intelligenza dove serviva (e mi riferisco alla combinazione 7/10), è da manuale su tutte e sei le risalite. Il 95.78 è il 10.1% dal miglior tempo dei K1 uomini. Alle spalle della tedesca, alla ricerca del suo terzo titolo iridato, c’è un gruppetto di atlete di altissimo livello che hanno fermato i cronometri sui 96 secondi, solo i centesimi cambiano, e sono Prigent, Vuitton e Satila. Si preannunciano semifinali e finali infuocate!
La considerazione tecnica da fare è che su un percorso molto facile, come quello delle qualifiche, il livello generale si alza e anche i più quotati atleti devono fare i conti con un maggior numero di potenziali avversari. Di tutt’altra musica sarà il tacciato di semi e finale che avrà 25 porte e più di qualche combinazione impegnativa.
Della giornata di gare mi rimangono impresse altre due cose. La prima è la discesa di Jakub Krejci che è in pratica l’unico che si azzarda a fare la 12 diretta. Il ceko, nato a Česke Budějovice, e chi mastica di canoa capisce al volo che questo è un luogo sacro per lo slalom, è solido su tutto il percorso, non è cioè dispersivo come in passato. Dalla sua ha la freschezza dei suoi 23 anni e un tecnico come Jan Vondra capace di capire il suo atleta come nessun altro.
La seconda cosa magica che abbiamo vissuto tutti noi oggi sono state le gare a squadre che ci hanno regalato forti emozioni. Ma quanto sono belle queste discese per nazione con tre atleti che assieme danzano sull’acqua, mettendo in scena veroniche, piroette, arabesque, plié. Sembrava di essere alla Scala di Milano ad assistere all’apertura della stagione dei balletti… bravi, anzi bravissimi i giapponesi nel kayak maschile con Adachi, Tanaka e Muto, tutti e tre li ritroveremo in semifinale e il primo, Kazuya Adachi, partito in gara singola con il numero 70, è rimasto a lungo al comando con un eccezionale 88.20 che alla fine gli è valso il settimo posto. I tre figli del Sol Levante hanno messo in scena una discesa perfetta sotto ogni aspetto, ma quello che più sconvolge è stata la strategia adottata. In pratica partono uniti Tanaka e Muto, mentre Adachi ritarda l’avvio. Alla prima risalita i primi due se ne vanno via e da lì in poi in pratica Adachi fa gara a sé; solo sull’ultima risalita i tre, dagli occhi a mandorla, si ricompattano per adottare un classico 2/1. Ci vorrà tutta la maestria dei galletti francesi per riuscire a fermare il cronometro solo 6 centesimi prima dei nipponici con i British a 10 centesimi, che viceversa avevano fatto la 2 in risalita con tutti e tre dentro. Insomma, più tirata di così questa prova del kayak maschile a squadre non poteva essere.
Le gare al femminile hanno distacchi più marcati e così Ceche vincono su tedesche e slovene.
Non posso tacere su quanto mi è giunto da un aggiornamento maestri di canoa tenutosi a Ivrea la scorsa settimana. Mi dicono che i docenti hanno sostenuto che l'utilizzo delle gambe è cosa antica e che si potrebbe addirittura togliere il puntapiedi che non serve a nulla. Ora aggiungere altro a quanto affermato mi sembra banale, anche perché mi è stato riferito che non fosse la sola castroneria detta da sì tanta scienza applicata al nulla!
Occhio all'onda!
foto di John Grimage
Il podio della gara a squadre K1 uomini |
il podio della gara a squadre del K1 donne |
Gli inglesi alla porta 2 hanno adottato il tutti dentro
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