Francia ha definito la sua squadra olimpica per i paletti dello Slalom

 

La Francia ha definito i nomi che la rappresenteranno ai Giochi Olimpici di Tokyo che dovrebbero svolgersi il prossimo luglio nella capitale nipponica. Il condizionale è d’obbligo nella situazione in cui tutti noi viviamo e soprattutto leggendo ciò che il Governo di quel paese sta dicendo sulla rassegna a cinque cerchi:  se mai  verrà disputata c'è la certezza che  le gare si  svolgeranno senza pubblico, togliendo così alle casse di quel paese un introito importante non solo per la  vendita dei biglietti per assistere alle diverse gare, ma soprattutto per l’indotto che la cosa crea.
Torniamo alle gare disputate la scorsa settimana a Pau che hanno tenuto sotto torchio molti atleti, tecnici e pure tutti noi che abbiamo seguito con attenzione i 4 giorni di competizioni e che soprattutto hanno creato parecchie polemiche una volta finite.
Il primo a lamentarsi è stato il campione olimpico uscente che non potrà essere al via a Tokyo a difendere il suo titolo e cioè parliamo di Denis Gargaud Chanut che non è riuscito a confermarsi come primo C1 transalpino. Lui partiva con un bonus di uno zero e di 1 punto, in sostanza gli sarebbe bastato vincere una sola gara delle tre previste per assicurarsi il posto. Invece la cosa non gli è riuscita finendo per due volte secondo e una volta terzo. Meglio di lui il 31enne Martin Thomas che solo alcuni anni fa ha deciso di lasciare la sua professione di fisioterapista per dedicarsi a tempo pieno alla canoa rincorrendo il suo sogno olimpico.  Quest’ultimo godeva di un solo bonus rispetto ai due dei suoi più diretti avversari. Fuori dai giochi da subito è stato il campione del mondo in carica Cedric Joly che alle selezioni è decisamente mancato, infatti ha preso 2 sole finali su 3 finendo 10^ e 4^.  Ma in sostanza di che cosa si è lamentato Gargaud alla fine delle gare? Semplice! ha sostenuto il fatto che l’ultima gara vinta da Jules Bernardet è stata disputata senza che questo giovane atleta avesse nulla da perdere e quindi libero di fare una grande prova. Cosa invece che, secondo Gargaud, non si poteva permettere di fare lui perché si giocava il tutto per tutto in una sola manche, dimenticandosi però delle altre due opportunità e dei bonus regalati visto che erano più che datati. Dal 2017 ad oggi il francese tra campionati del mondo, coppa ed europei, ha conquistato  8 finali su 19 gare disputate e una sola medaglie, bronzo,  nel 2018 nella finale di Coppa del Mondo a La Seu d’Urgell. Indiscrezioni, dicono, che forse si rimetterà in gioco il posto ai campionati europei a maggio, anche se la cosa risulterebbe alquanto di parte e poco credibile.

Erano nate anche polemiche nel kayak maschile, addirittura prima di iniziare le gare,  tanto che sembrava che  Quentin Burgi non volesse neppure presentarsi al via poichè lui riteneva  che il posto fosse  già stato riservato a Boris Neveu, grazie ai  2 bonus: uno 0 e 1. Neveu, che il prossimo 12 aprile compierà 35 anni, tra il 2017 ad oggi ha partecipato a 18 gare tra euro, coppa e mondiali, conquistando 11 finali e tre medaglie:  un argento in Coppa nel 2017 a La Seu d’Urgell e due bronzi nel 2019 in coppa prima a Bratislava e poi nella finale di Praga.  Il transalpino nato a Lourdes e allenato da Benoit Peschier, dopo essere stato per molti anni nel gruppo guidato  da Sylvain Curinier che lo ha influenzato molto postiviamente, alle selezioni a Pau ha chiuso con un 9^, 3^ e 8^ posto decisamente pochino se paragonato ad esempio a Benjamin Renia che viceversa ha vinto una gara e ha ottenuto un 3^ e un 4^ posto. Probabilmente quest’ultimo il più regolare di tutti, anche su Mathieu Biazizzo (3^,5^,2^), ha avuto la sfortuna di non vincere anche la seconda gara e quindi togliersi dai giochi a cinque cerchi, visti i bonus di Boris. A nulla quindi in pratica sono servite le gare di selezioni olimpiche in questa categoria perché Neveu si è preso il posto solo grazie ai bonus precedentemente ottenuti e anche qui non si capisce in base a cosa gli fossero stati attribuiti questi vantaggi.  

Nel settore femminile le due Prigent, Camile e Romane, hanno buttato all’aria la qualifica per banali errori e forse più per la paura di potercela fare che ha giocato, in entrambi i casi, brutti scherzi. Rivedremo al via quindi ai Giochi Olimpici di Tokyo in kayak femminile per la Francia Marie-Zelia Lafont che ha ottenuto una vittoria, l’ultimo giorno e un secondo posto. Alle sue spalle, distanziata di un solo punto, Corone Bouzidi.
Sorpresona nella canadese femminile dove la spunta la giovanissima Marjorie Delassus, mentre deludono le più esperte Lucie Baudu e Claire Jacquet.  

Occhio all’onda! 

 

si ringrazia Guille Diez Canedo che con il suo  sito www.slalomstats.com  ci ha fornito dati e statistiche 

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