Uomini e donne due tecniche diverse per uno sport tra i pali

Stanovsky è una famiglia con la grande passione per la canoa slalom e vivono vicino a Liptovosky, ma passano l'inverno in Australia per allenare i figli. Il papà, tra le altre cose, è anche il promotore e l'organizzatore dell'ECA Cup Junior & U18

Ma quanto è brava Paola Cortellesi, ma l’avete vista ieri sera a Sanremo in coppia con un altro grande personaggio che si chiama Antonio Albanese? Ci sono persone che hanno qualità infinite e che ci regalano emozioni con la loro voce, con il loro sorriso e con il loro corpo. Della  mimica di Antonio Albanese  ne vogliamo parlare? Danza e canta con quei movimenti sgraziati, ma garbati nello stesso tempo semplicemente fantastici.

Mi sa che sono andato  fuori  tema nel senso che dovrei scrivere di canoa e lasciare a chi è del mestiere  parlare di  spettacolo, quindi torniamo a noi e disquisiamo   su tecnica maschile e quella femminile tra i paletti dello slalom. Inutile insistere siamo di fronte a due realtà diverse che pur scendendo sulllo stesso percorso fanno sport diversi.  La tecnica di un K1 uomini è totalmente diversa dalla tecnica di un K1 donne e le loro gare durano statisticamente di media su una analisi di tre campionati del mondo il 17,03% in più. Tanto per capirci meglio parliamo dai 15 ai 20 secondi di differenza tra le due categorie. Se poi andiamo a prendere il C1 donne ci allontaniamo ancora di più. 
Quindi  è evidente che dobbiamo allenare le donne in maniera diversa, ma c’è un ma! ed è legato al fatto che le donne sono chiamate a fare percorsi uguali a quelli degli uomini, quindi ciò comporta il fatto che così facendo limitiamo il potenziale di spettacolarità che potremmo avere nel settore maschile condizionando i tracciatori a proporre percorsi che devono andare bene più o meno a tutti.
E’ come se si obbligassero le saltatrici con l’asta o le lanciatrici di peso, disco e giavellotto ad usare gli stessi attrezzi dei colleghi maschi. Immaginatevi  le donne giù per Kitzbuel invece della libera di Garmisch.
Il livello del Kayak maschile oggi ha raggiunto un livello impressionante e gli atleti per cercare una finale e poi magari vincerla devono entrare a
 « bomba » in ogni risalita, ci si rende conto seguendo gli allenamenti giorno dopo giorno i rischi che devono prendersi per dare il massimo. Il modo con cui si allenano i grandi campioni ti fa capire che il margine tra vittoria e sconfitta è molto labile e sottile, quindi la forzatura è massima e il risultato è decisamente aleatorio.  Diverso invece per il settore femminile dove c’è più costanza nell’azione e il gesto tecnico se vogliamo è più definito e classico. Nell’uomo in kayak c’è una grande esaltazione della destrezza oltre ovviamente ad una grande condizione fisica considerando il fatto che nulla è concesso e un momento di rilassamento o una uscita troppo alta da una porta potrebbe compromettere decisamente il risultato finale. Oggi come non mai   c’è la necessità di avere circuiti per uomini e per donne separati, tanto più se vogliamo elevare il livello della canadese monoposto donne, altrimenti rischiamo di inserire una categoria ai Giochi Olimpici eccessivamente distante dai minimi richiesti per una dignitosa partecipazione a cinque cerchi. 

Occhio all’onda!

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