Un abbraccio, una carezza

Certe persone entrano in te e rimangono poi a lungo. Rimarranno ancorate per sempre e  faranno  parte della tua vita. Le potrai vedere tutti i giorni oppure ricordarti malinconico l’ultima volta che hai avuto la fortuna di abbracciarli per salutarli come se il tempo non fosse mai passato, non fosse mai trascorso. Poco importa perché loro sono in te, come in te rimangono sguardi, sorrisi, parole dolci e affettuose, immagini di momenti magici.
Ho avuto la fortuna di fare una gioventù spensierata a pagaiare per rincorrere sogni fatti di acqua, corrente, porte, onde. Ho avuto la fortuna di condividere tutto ciò con amici che hanno preso il posto di fratelli che non ho avuto. Ho avuto l’onore, molto spesso di conoscere le loro famiglie, le loro madri e i loro padri. E ora piango perché una mamma di tutti noi ci ha lasciati, una mamma che ha sempre amato quei pazzi scatenati giovani di fiume che eravamo! La sua dolcezza nell’accoglierci, i suoi ricordi verso mia mamma sempre al mio arrivo a casa loro e i saluti che mi faceva portare prima di andarmene erano sinceri, affettuosi e puntuali.
Poi c’era quel suo modo di vivere una vita per i figli e quel suo essere fiduciosa verso il prossimo e soprattutto verso noi ragazzi. La sua massima libertà nel lasciarci la casa... quanti e quanti capodanni e feste abbiamo trascorso fra le sue mura.
Poi c’è stata quella volta che siamo passati da Palinuro con il vecchio e scassato Wolkswagen del Club, un ricordo vivissimo ed eccitantissimo. Quelle storie vissute da  Mauro al mare che ci raccontava nei lunghi viaggi che effettuavamo per raggiungere torrenti, fiumi , corsi d’acqua per l’Italia e per l’Europa. E così chilometro dopo chilometro i pesci pescati si allungavano vistosamente e i metri in profondità raggiunti diventavano record olimpionici. Le sue, anzi, le loro vacanze al mare con la roulotte  a  me sembravano qualche cosa di straordinario visto che a casa mia l’idea delle ferie era decisamente diversa.
La prima volta che mi fermai per pranzo in quella grande e speciale casa adiacente a Villa Chierego, rimasi sconvolto perché tutti i figli chiamavano la mamma con il suo nome di battesimo. La cosa mi dava l’idea dell’avanguardia, del progresso dell’emancipazione femminile. Anch’io, pensavo, mi farò chiamare dai miei figli con il mio nome.
Poi c’è quell’immagine fissa nei ricordi e alla quale ogni tanto attingo per godere di un tempo magico. Quell’immagine ferma il tempo al 1991, campionati del mondo di slalom a Tacen, mamma e papà di Mauro sul ponticello che attraversa il canaletto fermati da me per una foto che poi sarà inserita nel libro che scrissi per quei mondiali. Ecco, cara amata Ida,  vi ricorderò così: felici viaggiatori per il mondo che ora lassù vi siete riuniti per tornare a viaggiare in chissà quali magici, paradisiaci luoghi, spensierati come un tempo, felici e sorridenti come sempre - 


Occhio all'onda! 

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