Il successo in un sorriso


Tornando dall’aeroporto di Sydney a Penrith, dopo aver preso la M5 non sono uscito sulla 7 ma sono andato un pochino lungo, forse i miei occhi erano troppo lucidi per vedere la segnaletica mentre la mia mente era troppo impegnata a ricordare, così ho dirottato prima sulla 9 e poi sulla 55 raggiungendo la piccola cittadina olimpica della pagaia e del remo da sud e non da est come usualmente si fa. Ho attraversato una zona a pascolo, dove sono diversi i ranch con cavalli e vari animali e ogni tanto incontri dei negozietti tipo far-west. L’Australia sa tanto di America se non fosse per la guida a destra e un inglese molto nasale non troveresti grandi differenze. Una forse si: non ci sono le bandiere a stelle e strisce che incontri in ogni dove negli USA.
Ad apprezzare e a commentare assieme a me quei nuovi paesaggi però non avevo il mio pargoletto che sta rientrando a casa per impegni scolastici: e la sua assenza da queste parti si farà sentire. Nello specchietto retrovisore non incontrerò il suo sguardo luminoso, non sentirò la sua seconda voce alle canzoni che in questo ultimo mese ci hanno fatto compagnia in macchina su 104.9: la radio di musica e non parole, come l’abbiamo ribattezzata noi. Nei prossimi giorni e fino a marzo so che sul lago adiacente al canale non vedrò una canoa azzurra e bianca con la chiave di violino riscaldarsi prima di quelle magiche ore passate tra le porte, onde, riccioli, fatica e sudore. Lo sguardo la cercherà senza possibilità di scorgerla, ma saprà il cuore dove trovarla. La stanza che abbiamo condiviso, anche quando avremo potuto fare a meno, è vuota. Le mie cose riempiono spazi troppo grandi da vivere da solo, le sue ora sono ammassate e pressate in qualche stiva di aereo che lo riporta a casa fra le braccia di sua mamma e le richieste del suo piccolo fratello C1. Di fronte al computer che sto usando per scrivere solo il divano e non un altro computer bianco indaffarato a scaricare video di canoa e di sport. Mi accorgo che tutto è troppo quieto e fermo, mi mancano già quei piedi immensi che toccano ogni cosa e si muovono nervosamente. Mi manca la richiesta di merendina, mi manca chi riempirà il carrello della spesa di cioccolatine e biscotti, mi mancherà il sorriso di chi vive alla grande momenti magici!
Trentatre giorni, 44 allenamenti in canoa sul canale, 4 allenamenti in palestra per mantenere la tecnica dello slancio e dello strappo, 7 corse e 6 sedute di yoga. Direi che si è lavorato duro, cercando di sfruttare al massimo la possibilità di allenarsi su un tracciato favoloso che ti permette di prendere confidenza con manovre tecniche impegnative, ma nello stesso tempo è capace di stimolare la sensibilità e l’acquaticità. Ci siamo divertiti e allenati sempre con il sorriso, ecco questo è l’aspetto sicuramente più bello, questo il vero successo di un mese dall’altra parte del mondo!

Penrith – Australia 18/01/2010 25° gradi e forte vento – Wonderful Slalom traning camp!

… segue 6^

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