Slalom Parallelo anteprima di Coppa del Mondo
Il salto di Tacen ha sempre un grande fascino e su questo non ci sono dubbi: si parte dall’acqua perfettamente piatta del fiume Sava e, dopo aver attraversato la porta di accesso al canale, ti tuffi in un budello d’acqua che ti proietta verso il basso ad una velocità impressionante, navigando su una sorta di schiuma bianca come la neve, che non lascia neppure il tempo di un solo respiro. Le combinazioni su quel tratto sono limitate, bisogna solo salire sopra il budello d’acqua e gestire la velocità di discesa per affrontare le porte successive. Da lì in poi inizia la vera gara e le cose prendono un’altra piega. È strano: ogni volta che torno qui i ricordi di un passato felice e spensierato ritornano puntuali e vivi come non mi succede in nessun altro campo di gara. Forse perché il mondiale del 1991 mi è rimasto nel sangue più di ogni altra competizione vissuta da atleta, forse perché il libro che scrissi su quel mondiale fu il primo di una serie a tema cano...