Finiti i Campionati del Mondo di Slalom è tempo di fare delle analisi

  


Quando sbarchi in Gran Bretagna non ti devi  preoccupare per la musica, perché basterà accendere la radio e il gioco è fatto. In un attimo  capisci  il motivo per cui questo paese ha fatto la storia della musica nel mondo:  Beatles, Rolling Stones, Queen   poi  David Bowie, Amy Winehouse e poi leggende come Elton John, George Micheal, tanto per citarne solo alcuni, suonano a ripetizione e ti integrano nel paesaggio.  Nel Regno Unito si è pervasi dalle note di canzoni entrate in noi, molto prima di rendercene conto. Cavalli di battaglia che hanno accompagnato la pur scarna cerimonia di apertura dei Campionati Mondiali di Canoa Slalom appena conclusi.
 

Tempo quindi di bilanci per non far cadere nel dimenticatoio magici momenti che ci hanno regalato grandi emozioni e che solo le parole scritte posso conservarle nel tempo. 


Oggi parliamo  dell’organizzazione:  cosa è stato fatto, che cosa c’è stato di positivo, che cosa non c’è stato e ci sarebbe dovuto essere. 


Gli aspetti positivi secondo me sono parecchi e  principalmente li ho individuati in questi punti: 


- i tre schermi per seguire le gare erano posizionati in modo tale che ovunque ci si trovasse si poteva seguire agevolmente la gara. Immagini  ben gestite dalla regia con una ottima grafica per restare sempre aggiornati su classifiche in relazione agli arrivi;
- gli  spot per spiegare il nostro sport sono stati fatti in maniera intelligente utilizzando gli atleti come attori. Piacevoli anche i siparietti registrati con alcuni atleti… idea interessante!
- i numerosi steward per la sicurezza e per i vari controlli,  altamente professionali in giacca e cravatta, hanno offerto sempre un ottimo servizio di coordinamento del pubblico e non solo;
- ampi spazi messi a disposizione per le squadre e i relativi rimessaggi canoe ben curati;
- bagni sparsi in vari punti e sempre tenuti molto puliti;
- tante scelte, dal punto di vista alimentare,  nella zona mista per pubblico e addetti ai lavori, anche questa dotata di mega schermo per non perdere mai una discesa di un mondiale che approda in questo impianto per la seconda volta;  
- le gare sono state raccontate da ben quattro commentatori e più esattamente da: Andy Maddock, Eilidh Gibson, Amber Maslen e Kevin McHugh. Tutti molto bravi anche se in perfetto stile inglese: un aplomb tipico di queste parti  e cioè con quella calma e flemma che contraddistinguono generalmente il popolo britannico nel seguire le gare. Una sorta di pragmatismo di stato, a cui non siamo abituati, ma al quale ci siamo  ovviamente adeguati.
- Cerimonie di premiazioni in grande stile. Si è abbandonato il podio olimpico, troppo laterale per come era stata studiata la scenografia dell’evento, e si è optato per un podio centrale sul campo di gara,  sopra una struttura mobile che offriva però una grande visibilità. Bella l’idea dei fuochi in arrivo e delle stelline che venivano sparata in cielo stile X-Factor, quando un concorrente va direttamente in finale.  E di finale certamente si trattava visto che si premiavano i primi tre classificati!
- mi è piaciuta la mascotte che veniva regalata ai medagliati, peccato però che se ne sia parlato poco ed è praticamente apparsa solo al momento della premiazione. Qualche sporadica presenza l’ha fatta nei giorni di gara tra il pubblico, ma, ripeto, senza una vera e propria presentazione.
 

Gli aspetti negativi secondo me non sono stati molti, ma per dovere e per completezza bisogna pur sottolinearli.


- Era stata allestita una zona atleti relax che purtroppo però non è stata ben curata. Spesso e volentieri non era pulitissima, il cibo offerto era solo della frutta, acqua, caffè e qualche biscotto. Ci sarebbero dovuti  essere degli addetti in presenza costante. Mancava uno schermo per seguire le gare con relativa grafica per restare aggiornati;
- all’ingresso dell’impianto non c’era nessuna indicazione che illustrasse  l’importanza delle gare che si stavano svolgendo: tutto è  passato nel più assoluto anonimato;
- zero  merchandising dell’evento: non un capellino, non una maglietta, non una felpa con il logo dei mondiali o con la mascotte, visto che una mascotte c’era, se pur l’abbia scoperto nei giorni di gara!  Ho faticato a capire quale fosse il segno grafico di questo mondiale, non sono riuscito a trovare un manifesto della manifestazione per arricchire la già ricca collezione di poster al Canoa Club Verona;
- infine si è sentita la mancanza di qualsiasi evento collaterale a parte  la gara tra le vecchie glorie su imbarcazioni d’epoca, che  però si è svolta durante le ore di gara, quindi per molti di noi "ex-atleti" è  stato praticamente impossibile parteciparvi o quanto meno assistervi;
- Nella cerimonia di apertura  non è stato rispettato un minimo di  protocollo e, se vogliamo, è stata decisamente scarna per un evento di tale portata; 
- capisco che l’inglese potrebbe risultare la lingua più parlata al modo e si dà per scontato che tutti lo conoscano, ma non sarebbe male sforzarsi a parlare pure qualche altro idioma e magari dare qualche risultato  in francese o in  tedesco, così,  giusto per dare un senso di internazionalità all’evento anche dal punto di vista del linguaggio!

Improvvisamente poi, dopo molte lamentele, sono arrivate le immagini sul canale Youtube che hanno risollevato chi non poteva essere presente, ma che voleva comunque non perdersi nulla di uno sport che magari ama e pratica. In un primo momento si è pensato che la cosa fosse cosciente e voluta dalla stessa ICF, a distanza però di qualche ora è arrivata la verità! Recast ha chiuso per fallimento e guarda caso la canoa ci era pure cascata dentro. Mi dispiace per Amur che si era abbonata e che ha perso i suoi euro per seguire il mondiale, amara consolazione è quella che entrerà nella lista dei creditori!

Occhio all'onda!  


Commenti

Post più popolari