SEMIFINALI PER K1 UOMINI E DONNE CHI PASSA E CHI NO!

 

Tenera, delicata, amorevole Elena Apel, da alcuni anni signora Lilik,  cioè da quando si è sposata con il giocatore di hockey Leon Lilik, questa mattina ha seguito e incitato fino all’arrivo la sorella Emily. Quindi all’arrivo è andata a baciarla in fronte e si è preparata per la sua prova di semifinale che sarebbe partita 42 minuti più tardi e che ha vinto agevolmente! L’altro giorno erano salite sul podio assieme nella prova  a squadre in K1 dove avevano messo al collo una bronzo importante.
La stessa tenerezza l’ho riscontrata nei gesti di Inaki Gomez quando Ajda Novak è stata risucchiata sui fondali dal buco che dalla 16 ti porta alla 17 ed è finita sotto con la testa e di conseguenza ha saltato la porta in discesa. So quanto hanno lavorato allenatore e atleta, fidanzato e fidanzata, per esser qui, so pure quanti problemi fisici ha dovuto superare Ajda e vedere naufragare speranze di gloria in un attimo, dispiace sempre, tanto più quando conosci il valore di queste belle persone.

Partiamo dalla semifinale dei K1 uomini che  ancora una volta è dominata dai pagatori della Repubblica Ceca: Prskavec è una certezza, danza come Rudol’f Nureev  e pennella le porte come Giotto di Bondone, e se salta Pavel Prindis c’è pronto a prendere il suo posto il giovane Jakub Krejci che l’altro giorno è dovuto passare dalla seconda manche per qualificarsi in semifinale. Diciamo subito di Giovanni De Gennaro che con una discesa decisamente controllata e precisa prende la finale in ottava posizione. Due praticamente i nomi nuovi nella finale a 10, come vi dicevo per adeguarsi alle regole ICF perché altrimenti gli europei si giocano sui 15 finalisti: ci sono il giovane Pau Echaniz e Martin Halcin. Il primo è il figlio di Xabi Echaniz il tecnico e il compagno di vita di Maialen Chourraut, tra le atlete più medagliate ai Giochi Olimpici che però deve fare i conti con l’età: quest’anno nel giorno  della festa della donna sono scattate le 40 primavere. Pau, 22 anni, scende   in C1 e K1, ma, dall’anno scorso,  si è concentrato nel Kayak,  ottenendo piano piano ottimi risultati. Il secondo manca l’appuntamento con una finale dalla coppa del mondo di Makkleeberg  nel 2019  dove chiuse in seta posizione; sempre in quell’anno fu quinto in Coppa  Bratislava. Gli altri nomi della finale sono ben  conosciuti. Delusione per l’esclusione di Peter Kauzer, 11esimo, di Vit Prindis, 18esimo e di Titouan Castryck: tutti hanno bisticciato parecchio con onde e riccioli lungo il percorso senza mai trovare sintonia con l’acqua. Fuori anche Boris Neveu, che per la verità, non sembra più avere benzina a sufficienza per tenere il passo con una nuova generazione che sta avanzando.
Marcello Będą ci ha provato così come Xabi Ferrazzi. Il bolognese paga un errore grave sulle ultime combinazioni, mentre il valstagnotto non riesce a trovare energie dall’uscita della 11 in poi. 


Settore femminile dominato da Elena Lilik, sulle due polacche Natalie Pacierpnik e Klaudia Zwolinska, questo conferma che gareggiare in casa permette agli atleti di avere qualche chance in più. Mi riferisco specialmente alla Pacierpnik che di finali quest’anno non ne ha mai prese e bisogna risalire al 2021 a Praga in coppa per vederla sul podio, fu seconda dietro proprio alla sua compagna di squadra e rivale Klaudia Zwolinska.
Funk si qualifica per il rotto della cuffia con 4 penalità e deve ringraziare Majorie Delassus che avrebbe vinto la gara con 100.65, ma è stata squalificata per canoa sotto peso.  Quattro penalità come Corinna Kuhnle che fa registrare il miglior tempo, 99,55, che le consente comunque di prendersi la start list per la finale. Fuori Stefany Horn, 14esima, forse i cambiamenti tecnici apportati non sono stati così efficienti come l’atleta italo-tedesca si aspettava!

Attesa ora per la finale

 

Occhio all'onda!

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