Scopriamo che cosa c'è alla base del successo della Repubblica Ceca

 


Sono particolarmente contento per l’allenamento tecnico di ieri   pomeriggio, perché ho visto la felicità negli occhi dei miei atleti e solo l’oscurità li ha convinti a tornare  verso casa. Abbiamo giocato con l’acqua su combinazioni di porte difficili e abbiamo pure fatto delle scommesse su chi sarebbe riuscito a fare meglio una dritta giù dal salto per imboccare al volo una risalita a sinistra. Un allenamento, o meglio,  un gioco che sintetizza lo spirito giusto per guardare positivamente al futuro di questi atleti e  capace di creare curiosità per mettersi in discussione e trovare e provare nuove soluzioni tecniche. 

Passiamo a questo punto ad un argomento che ho visto essere di interesse comune, considerano il numero di visite e i commenti relativi,  oltre alle condivisioni dello stesso articolo. Parlo cioè del post precedente a questo   in cui si analizzano le gare  dei recenti Campionati Europei di categoria e dove emerge il fatto che la Repubblica Ceca ha conquistato 23 finali su 28 possibili con una percentuale dell’82,1%  e dove ho sottolineato il fatto che questi dati ci danno la potenzialità attuale e anche futura di ogni nazione. Tutto ciò ha avuto l’effetto di aver  creato la curiosità di  capire che cosa c’è  dietro a tutto ciò. Sicuramente un grande lavoro e una altrettanta  importante organizzazione fin dalle basi dell'attività giovanile.  Qual è il sistema adottato e su quali strutture e mezzi può basarsi questa nazione che sembra aver fatto della canoa e, specialmente dello slalom, uno sport nazionale?

Partiamo dalle strutture e cioè dai campi di slalom di cui se ne contano ben 8:

- 2 slalom course in Praga;
- slalom course in Brandys nad Labem a 20 minuti di strada da Praga;
- slalom course in Veltrusy sempre a 20 minuti dalla capitale;
- slalom course in Roudnice a circa 60 minuti;
- slalom course in Roztoky sempre ad un’ora di auto;
- slalom course in Trnávka dove si fanno regolarmente due gare di selezione per formare le squadre nazionali a circa 1 ora e mezza da Praga;
- slalom course in Ceské Budêjovice a due ore da Praga;

La superficie  di questa nazione è la somma di Sicilia, Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta e cioè delle prime tre regioni d’Italia per estensione, con l’ultima per un totale di poco più 78 mila chilometri quadrati, dove si contano quasi 11 milioni di abitanti, di cui più di un milione e duecento mila vivono a Praga.

Per capire in profondità il fenomeno dobbiamo fare un velocissimo cenno storico, dicendo che questo paese, un tempo, fino al primo gennaio 1993  Cecoslovacchia, ha sempre avuto una grande tradizione nell’andare in fiume con le canoe. Erano uno strumento e un mezzo per fare le vacanze discendendo i fiumi, campeggiando lungo le rive per poi rientrare nelle rispettive sedi in treno. Solo pochi si potevano permettere  l’auto made in Praga e cioè la Škoda Tudor per caricare le canoe e viaggiare. Detto ciò si capisce bene che gli 8  canali sparsi nella Repubblica Ceca, oltre ad un’altra serie numerosa di fiumi attrezzati per fare slalom,  aiutano a promuovere l’attività tra i giovanissimi, dando stimoli però anche al settore master che, accompagnando questi giovani alle gare,  possono partecipare alle competizioni.  In Repubblica Ceca ci sono più di 20  gare per le categorie giovanili che fanno parte di un circuito a loro dedicato e che si svolgono nei week-end con due gare e dove c’è la possibilità di gareggiare sia in kayak che in canadese.
Giusto per ricordare, anche in Italia avevamo la Coppa Primavera che prevedeva più di 10 gare con competizioni al sabato in discesa e alla domenica in slalom. Gare sparse lungo la penisola Italica, tanto per farvi un’idea si gareggiava da Bressanone a Policastro Bussentino e la partecipazione era sostanziosa.

In Repubblica Ceca a gestire e a promuovere l’attività  in loco ci sono i canoa club che gestiscono queste strutture. Nei Club poi ci sono tecnici, normalmente ex atleti formati in scienze motorie, che seguono gruppi al  massimo di sei  giovanissimi e li portano avanti per diversi anni fino ad approdare alle squadre junior, dove, a quel punto, se meritevoli, entrano sotto l’osservazione della federazione e qui parte un progetto più ampio che va dalle trasferte invernali al caldo alla partecipazione di gare ranking e a training camp specifici.

Vediamo come lavorano i Club e prendiamo ad esempio l’ USK Praha  che apre le porte, una volta ogni due anni, a nuovi  ragazzi e ragazze dai 12 ai 14 anni con un mese di avvicinamento  alla canoa nel mese di settembre. Normalmente  arrivano dai 250 ai 300 giovanissimi e per un mese e per  cinque volte la settimana, vengono istruiti per iniziare questo sport. Alla fine vengono fatte delle prove valutative che sono: un percorso di slalom di sei porte in acqua ferma, una corsa di 1 chilometro, trazioni alla sbarra e a tutto questo si aggiungono le presenze durante il mese per capire l’impegno prestato. Alla fine viene data la possibilità ai migliori 30 di iscriversi al Club dove verranno suddivisi in gruppi di 5 o 6 e affidati ad un tecnico. Dal mese successivo inizia l’attività in acqua, se il tempo lo permette, oppure in palestra se le condizioni climatiche sono avverse.  Per le vacanze di Natale questo gruppo è in grado di fare l’eskimo in tutte le maniere,  pure con le mani, in piscina e da aprile in poi inizia l’attività costante in fiume. Arriva la stagione di gare e si inizia a viaggiare per partecipare alle prove e queste trasferte sono coadiuvate dai genitori che collaborano a turno per la logistica e il trasporto.

Riassumendo quindi, diciamo che:  strutture, organizzazione di gare, tecnici e un coordinamento generale portano concreti risultati. Chi paga tutto questo? Ci sono i contributi federali, ci sono le quote dei giovani, ci sono i patrocini dei vari enti locali, ci sono pure degli sponsor, ma c'è soprattutto progettualità e visione per il futuro.

Giuseppe D’Angelo, nel condividere il post di cui sopra, ha aggiunto un commento  e fra le righe si legge, in maniera molto sottile, il disappunto per non aver portato ai recenti europei di categoria alcuni atleti italiani a completamento delle squadre. Concordo con Beppino, difficile non essere in sintonia con lui in queste sue osservazioni, considerando il fatto che, effettivamente ad eventi internazionali, ci si deve andare a ranghi completi, soprattutto per le categorie giovanili, per fare esperienza, per motivare il settore, per valorizzare il lavoro di questi ragazzi e delle loro società, compatibilmente con la disponibilità economica, che comunque ci sarebbe, visto che si portano in trasferte atleti per settimane interea solo per fare una prova cronometrata con la consapevolezza che difficlmente passeranno il primo ostacolo.  Per la verità caro Beppino, oramai  non mi stupisce più nulla della   conduzione tecnica a cui ti riferisci,  tanto più dopo aver visto che l’anno scorso hanno lasciato a casa dagli Europei di categoria l’intera squadra campione del mondo in kayak maschile under 23! Evidentemente vincere non era una prova ritenuta sufficientemente valida per loro, ma utile solo a qualcuno per il personale conto delle medaglie!


Occhio all’onda! 

un gruppo  di giovani del Club di Praga che si allena seguiti da un tecnico sulla riva

Finito l'allenamento in acqua si pranza dopo aver preparato assieme il cibo

 

 

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