Vibrazioni

 

 Questo volta volevo cambiare camicia per il mio viaggio, ma nel momento decisivo della vestizione è riapparsa davanti a me, come se sapesse che era il momento di partire. La indosso da sempre, quando devo viaggiare, ed è perfetta perché è di un arancione che ti mette allegria e si sa che quando si parte si è sempre presi da momenti di tristezza e sconforto anche se vai a seguire la tua passione che ti ha portato a  fare ciò che ti piace.  Poi ha la tasca sulla sinistra e ci sta il passaporto e la carta d’imbarco  che nei voli internazionali è rimasta tale e quale a quella di un tempo, oggi che siamo nell’era digitale e che abbiamo i codici QR che possono contenere fino a 7.089 caratteri numerici o 4.296 alfanumerici. Le due lettere indicano «quick response» risposta rapida, quello che in pratica fa un po il nostro cervello che contiene informazioni e che ci fornisce risposte rapide a volte pure rapidissime.  Si torna a Foz do Iguaçu dopo poco meno di sette anni, se non ricordo male! Si va da quelle parti per i Giochi Sud-Americani,  che si sono aperti il primo ottobre nella capitale del Paraguay  ad Asunción, e dove  la canoa slalom, per la prima volta, è stata inserita in questa rassegna sportiva molto partecipata nelle Americhe. Il canale dove si svolgeranno le gare è quello che ha già ospitato mondiali under 23 e Junior (2015) e assoluti (2007) e visto che la diga che alimenta il tracciato è in pratica Bi-Nacional e cioè Paraguay e Brasile si è pensato bene di fare le prove di canoa slalom su questo canale. Quella di quest’anno rappresenta la 12^ edizione (la prima fu nel 1978  a La Plaza, Bolivia),  parteciperanno 15 paesi e gli sport saranno ben 34 per un totale di oltre 4.000 atleti.

Per la verità non volevo parlarvi di questo, visto che nei prossimi giorni sicuramente lo farò, ma volevo invece fissare alcuni punti su cui Marina ed io abbiamo lavorato nel workshop di tango  che abbiamo fatto sabato a Bologna con Maria Filiali e Sigrid Van Tilbeurgh, perché penso che alcuni spunti siano interessanti da condividere. Riassumendo ed in estrema sintesi diciamo che si è lavorato su due punti fondamentali: il primo sulla consapevolezza di avere idee chiare e precise e il secondo punto sulla trasmissione di queste attraverso il collegamento testa, bacino, braccia.  Due elementi indispensabili nel movimento del tango, ma direi, se vogliamo traslarlo pure ad altro, anche nella vita per non parlare della canoa!  Il tutto parte da insegnanti che hanno, secondo me, una grande sensibilità sotto l’aspetto emotivo e che hanno voluto rimettersi  in gioco con proposte molto raffinate che ricercano non tanto la coreografia, ma puntano sulla percezione del movimento. Il tango può esser un movimento ginnico per eccellenza oppure può, e dovrebbe essere, uno strumento per esprimere la propria interiorità attraverso dei movimenti che riassumono sentimenti e sensazioni richiamati e sviluppati dalla musica. Trasmettere un movimento attraverso il solo pensiero o attraverso un gesto impercettibile dall’occhio umano, ma raccolto  attraverso vibrazioni  è qualche cosa che potrebbe apparire come una magia, ma non lo è perché si concretizza e si realizza con il movimento a specchio dal nostro interlocutore.  Agire attraverso una prima fase di interiorizzazione del movimento o del gesto per poi esprimersi attraverso una sorta di trasmissione via celebrale non sembra essere possibile e reale, ma attraverso l’allenamento la cosa si può realizzare e soprattutto concretizzare.  L’altro elemento interessante è stato lo sviluppo di una conoscenza della grammatica, non parliamo  di tecnica, ma per l’appunto di quel complesso di regole necessarie alla costruzione di frasi di cui sappiamo che il tango si compone e che se da un lato si devono conoscere, dall’altro devono passare attraverso il corpo e la musica.

Occhio all'onda!

 

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