Gare a squadre in una giornata più che autunnale


La Slovacchia non ce la fa a conquistare il suo decimo titolo iridato consecutivo nella canadese monoposto a squadre finendo solamente terza: fallisce il sogno di vedere ancora una volta gli atleti di casa sul gradino più alto del podio in quella storia che era iniziata nel 2009 con i mondiali a La Seu d’Urgell e che ci sarebbe piaciuto non finisse mai. L’assenza dell’ormai quarantenne Michal Martikan, sostituito dal giovane Marko Mirgorodsky, ha  rotto quell’incantesimo che nasceva magicamente ogni qual volta che Benus, Slafkovsky e lui solcavano  assieme i canali di mezzo mondo come farfalle nel cielo, come tori scatenati nell’arena, ma soprattuto come solo loro tre sapevano fare per trasformare lo  slalom in pura arte.  A commettere l’errore fatale è proprio la new entry e cioè il 22enne di Liptovsky Mikulas già campione del mondo nel 2017 under 23, che all’uscita della risalita 6 è preso dalla fretta di lasciare posto a Benus che avrebbe dovuto entrare nella porta  e così finisce lungo,  tanto lungo e sbilanciato da dover rimontare la porta 7 e gli equilibri cambiano con Slafkovsky che prende in  mano la situazione seguito subito da Benus, lasciando  Mirgorodsky a rincorrerli. Finiranno, come già detto, terzi a 1.49 dai francesi vincitori di pochissimo sui Cechi, ma con 4 penalità. Quindi ciò ci fa pensare che senza quell’errore di inesperienza, del pur bravo Marko, gli slovacchi avrebbero alzato l’asticella del record con una certa facilità.  
Troppe, viceversa, le otto penalità per Flavio Micozzi, Roberto Colazingari e  Raffaello Ivaldi, che con un 97.65 avrebbero potuto sperare anche in qualche piazzamento d’onore. Si sa però che lo slalom è la somma del tempo e delle penalità che troppe volte incidono pesantemente sul risultato finale.

Mi sono piaciute le tre inglesi del kayak, Fiona Penny, Kimberley Wood  e  Mallory Franklin, che, con semplicità, ma con con grande classe,  hanno dominato in questa categoria. Manche veloce e pulita, scambi regolari, distanze ampie sempre mantenute che alla fine hanno ripagato con la conferma del secondo titolo iridato dopo quello del 2019 sempre e comunque davanti alle atlete della Repubblica Ceca.  Terze le slovacche che fanno degnamente il loro lavoro e, se pur non eccellendo, contribuiscono al medagliere della Repubblica Slovacca che è tenuta sotto stretta sorveglianza, quale paese organizzatore.

Della stessa pasta è fatto il successo dei francesi nel kappa uno che assieme sfiorano i 100 anni di vita (Boris Neveu 35, Benjamin Renia 31 e Mathieu Biazizzo 30). I tre guasconi sono stati capaci di mettere in acqua una discesa veloce e pulita. Unico vero brivido all’ultima risalita allorquando Boris Neveu, arrivando troppo in anticipo, ha rischiato di mettere in difficoltà Benjamin Renia, ma soprattutto ha dovuto fare il contorsionista per non toccare il palino interno in uscita. Per Biazizzo e per Neveu si tratta del secondo titolo iridato conquistato a squadre dopo quello del 2014 a Deep Creek, mentre la Francia arriva a quota sette vittorie nella gara a squadre del k1 uomini. Secondi gli slovacchi e terzi gli sloveni. C’era molta attesa nel vedere all’opera i cechi che da molte edizioni sono a podio vincendone tre consecutive -  2015,  2017 e 2018 - ma è mancato all’appuntamento proprio il numero uno nonché campione olimpico Jiri Prskavec  che parte male e si blocca alla risalita numero 1 creando i primi problemi ai compagni Hradilek e Prindis.  Cerca di recuperare per riprendere in mano le redini della discesa,  ma arriva pure lungo alla risalita di destra numero 6. Il patatrac  però è quando Jiri, in netto ritardo sulla tabella di marcia, all’uscita della risalita 9 esce troppo stretto, per lasciare posto a Vit, ma manca la porta successiva con l’evidente perdita di tempo nel rimontare per recuperarla passando da primo a terzo. Prskavec dopo i Giochi si era preso una pausa, in parte per lasciare il suo posto in Coppa al compagno Tunka e in parte per recuperare energie proprio in vista di questa ultima prova di stagione. Evidentemente anche i campioni hanno bisogno di ritornare in quello stato di forma che permette di esprimere tutte le proprie potenzialità per essere quel grande fenomeno che tutti noi conosciamo. Ci nasce ora la curiosità di capire cosa il neo campione olimpico metterà in acqua già a partire da domani  nelle prove individuali.
Tanto da ridire avranno in tedeschi che avrebbero fatto registrare il miglior tempo assoluto, ma  si vedono assegnare dal video judge, più tardi,  un 50 alla risalita 16 per un passaggio irregolare di Stefan  Hengst il tedesco che porta la barba alla Abraham Lincoln.  Gli italiani, Marcello Beda, Giovanni De Gennaro e Christian De Dionigi, chiudono in settima posizione con 4 penalità la prima alla risalita 1 e la seconda alla discesa 3. Il tempo senza le penalità gli avrebbe regalato la quinta posizione scartando ovviamente anche le 4 penalità degli inglesi che sarebbero finiti secondi. Però come recita un noto proverbio italiano non possiamo altro che dire: « con i se e con i ma la storia però non si fa ».

Nel C1 donne si impone la Repubblica Ceca davanti a Spagna e Russia. Quest’ultima nazione però gareggia sotto la bandiera della Federazione di Canoa Russa che significa che non viene issata la bandiera della nazione e in caso di vittoria non verrebbe neppure suonato l’inno Russo, ma eventualmente quello dell’ICF.  Italia non ha preso parte alla gara, nonostante ci siano tre atlete iscritte nella gara individuale. Giallo?

Per dovere di cronaca dobbiamo dire che la gara è stata disputata con condizioni atmosferiche piuttosto avverse: 10 gradi la temperatura dell’aria e forte vento che in quel luogo così ameno non è certo una sorpresa. Sempre per  completezza d'informazione devo dire che è vistosa l'assenza della Germania nelle prove a squadre.

Per la terza volta consecutiva il campionato del mondo di slalom è abbinato alla prova iridata della canoa discesa sprint, ma di altro tema e competenze si tratta.

Intenso il programma di domani 23 settembre con mattina gare di qualifica per donne e uomini in kayak, mentre il pomeriggio qualifiche per le canadesi di entrambi i sessi.

Venerdì 24  riservato alle prove di qualifica per l’Extreme Slalom e poi sabato 25 semifinali e finali per k1 donne e uomini. Si finisce domenica con semifinali e finali C1 donne e uomini, mentre il pomeriggio sarà dedicato alle fasi finali dell’Extreme Slalom.

Occhio all’onda!

 

PS - ricordate ieri! Avevo ventilato la possibilità che per le gare a squadre  C1 uomini e donne e K1 donne non si potessero convalidare i titoli per mancanza di almeno tre continenti al via. Per risolvere il problema è stato applicata la regola 1.7.1.b che in buona sostanza dice che i Campionati del Mondo sono ritenuti validi con la partecipazione di 6 federazioni nazionali in ogni evento e 3 Continenti che partono in tutta la competizione. 

Grazie a Giuseppe D'Angelo che ci ha reso l'importante consulenza arbitrale e ci permette di informarvi in maniera precisa e puntuale.  
 

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