Difference between women’s and men’s training methods

 

Adoro l’insalata con la cipolla e i pomodorini dolci: un mix di sapori, profumi che ti invadono il corpo e ti fanno stare bene. Completa l’opera culinaria estiva una fetta di pane fatto da Marina e un calice di vino bianco chardonnay imbottigliato dal mio amico Camporesi. Cose semplici, ma che danno la carica giusta per affrontare il resto della giornata.

Interessante il primo incontro organizzato dall’ICF (ne seguiranno altri cinque) con tema: «Difference between women’s and men’s training methods» con relatore l’Ungherese Zoltan Bako un esperto allenatore dell’acqua piatta con trascorsi da atleta, ma soprattutto da tecnico in vari paese del mondo dove ha riscosso numerosi successi con gli atleti da lui allenati. La tematica era molto chiara e ben definita e cioè la differenza di allenamento tra uomini e donne. Il magiaro è partito da un aspetto più che logico: la differenza fisiologica che esiste tra i due sessi. In estrema sintesi la donna presenta rispetto all’uomo:

una minor capacità di potenza aerobica dovuta a livelli inferiori di testosterone;
una ridotta capacità di erogare potenza sfruttando la via glicolitica; per via di una minor massa muscolare complessiva e di una minor quantità di fosfato a disposizione (infatti a parità di sezione trasversa del muscolo vi è una notevole differenza di forza a confronto con l’uomo, soprattutto a livello della zona superiore del corpo). Mediamente la donna è più debole del 75% rispetto ad un uomo di pari peso, questa differenza diminuisce negli arti inferiori ed aumenta nelle braccia.
numero di mitocondri per miofibrilla minore; questo sembra essere un limite biochimico a quella che è la massima potenza aerobica
minor emoglobina (10-14% in meno degli uomini)
le differenze prestative nella corsa ai massimi livelli mediamente differiscono di un 15% tra uomo e donna.

A fronte di tutto ciò i programmi di allenamento devono essere diversi proprio per rispettare queste differenze.

In sostanza però mi è piaciuta una affermazione del relatore quando ad una domanda di quando iniziare a lavorare con i sovraccarichi ha fatto una precisazione importante che poteva  non essere così scontata. Infatti il il bravo Zoltan ha voluto sottolineare  che pratichiamo uno sport con altissima componente tecnica che implica il fatto che dobbiamo principalmente raggiungere l’obiettivo di far trasmettere in acqua tutta la potenza che ogni atleta può avere o raggiungere. Altrimenti ogni buon programma potrebbe essere viceversa un pessimo programma di allenamento. L’attenta osservazione del relatore deve farci meditare molto perché se è vero, e io concordo con lui, che la canoa da velocità è uno sport altamente tecnico che cosa dobbiamo dire e scrivere noi per lo slalom!

Occhio all’onda! 

 


 

 

 

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