Rotazioni in corrente restando sul posto

foto di Giuseppe D'Angelo                                                     foto di Giuseppe D'Angelo

Ci sono certe situazioni, ma soprattuto ci sono alcuni canali dove è necessario saper fare molto bene le rotazioni in corrente restando fermi sul posto. Tra questi i più significativi per questo tipo di manovre oltre ad Ivrea abbiamo il canale di Troja, con riccioli secchi da usare per questo tipo di tecnica, e poi i canali olimpici che annoverano tra le loro caratteristiche proprio quanto andiamo a vedere in questa analisi tecnica.   Qualcuno potrebbe domandarsi, a giusta ragione, come si fa a  restare fermi in corrente visto che non è certo cosa facile e  la risposta arriva prima dall’osservazione dell’acqua e poi dalla capacità dell’atleta di mantenere lucidità e freddezza. Saranno proprio i giochi che l’acqua si diverte a fare che ci permetteranno di sfruttare al meglio il momento preciso per girare a nostro favore tutta quell’energia.

Essenzialmente i momenti sono:

- approccio alla manovra
- pala in acqua che funge da fulcro
- corpo che bilancia la rotazione e la barca stessa
- uscita con lo stesso colpo che è stato utilizzato per la rotazione

L'approccio corretto alla manovra è decisamente fondamentale e questo lo otteniamo se abbiamo un perfetto controllo della velocità e abbiamo la percezione del nostro scafo e sulle successive manovre da fare, quasi in una sorta di anticipazione mentale (prefigurazione) del nostro movimento da mettere in atto. Questo può avvenire ovviamente da gesti costantemente ripetuti, ma che devono essere di continuo rinfrescati e ricordati ai nostri recettori neuronali con perseveranza e costanza.

La pala è lo strumento che concretizzerà il gesto fornendoci prima tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno e successivamente fungerà da mezzo per liberare l’azione stessa.

Su tutto questo il corpo servirà da equilibratore di peso permettendo al nostro scafo di essere in perfetta sintonia con l’acqua, perché altrimenti non saremmo in grado di utilizzare l’energia del ritorno d’acqua per essere fermati, ma nello stesso istante proiettati avanti, per poi ruotare e quindi ripartire. Restare con il colpo interno in acqua significa non perdere presa e contatto con l’acqua e soprattutto ci permetterà di partire con tempestività per l’azione successiva che servirà a ridare fluidità alla nostra barca.

Spero di essere stato chiaro, ma probabilmente il video ci permetterà di approfondire meglio quanto fatto con le parole scritte quindi cliccate qui
per vedere concretamente quanto descritto.

Occhio all’onda!


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