Strategia di gara da studiare attentamente


Non è sempre facile far capire agli atleti che una gara di slalom va gestita e organizzata nei minimi particolari. E’ impensabile affrontarla senza una vera e propria strategia ed è un suicidio pensare che si possa tenere per 80/90 secondi la massima intensità. Due fattori  come equilibrio e resa per colpo sono determinanti per la prestazione dal punto di vista tecnico e vanno strettamente a braccetto per elaborare una strategia che possa permettere all'atleta di esprimere tutto il suo potenziale.

Prendiamo ad esempio i Campionati del Mondo di Pau nella finale dei Kayak uomini Tunka ha vinto la gara con 120 colpi, Prindis alle sue spalle per 0.02 di colpi ne ha fatti 113, mentre Kauzer finito terzo, ma con il miglior tempo, ha  messo la pala in acqua 109 volte. Il quarto classificato, Schubert,  di pagaiate ne ha fatte 122.
Se noi prendiamo il tempo di gara e lo dividiamo per i colpi fatti abbiamo un indice, ovviamente molto relativo, ma che ci può dare l’idea di quanta importanza può avere ogni singola pagaiata.


NOME
TEMPO GARA
COLPI 
INDICE
TUNKA 
91,84
120
0,76
PRINDIS
91,86
113
0,81
KAUZER
90,13
109
0,82
SCHUBERT
92,37
122
0,75

L’indice di Kauzer nella semifinale che ha vinto con un tempo di 89,28 è dell’0,84 quindi ancora migliore. Facciamo un’altra  considerazione legata all’aspetto tattico. Ovviamente lo sloveno aveva come scopo in semifinale di entrare nei 10  quindi la sua maggior preoccupazione era quella di fare una gara pulita, senza troppi rischi e con margini di sicurezza elevati. Normalmente è proprio qui che lo sloveno si esprime alla grande. Eppure considerando tutti questi paletti è riuscito ad avere una resa per colpo decisamente migliore che lo ha portato a vincere agevolmente la semifinale con un tempo che gli avrebbe permesso di vincere il mondiale senza nessuna preoccupazione. Cosa è Successo poi in finale? Evidentemente Peter Kauzer ha cercato di forzare la mano considerando il fatto che si stava giocando la possibilità di vincere il suo terzo titolo iridato individuale.  La differenza in negativo è di solo 0,85, ma c’è un penalità di troppo quasi impercettibile (porta 17) che lo priva della vittoria per 0,29  e gli regala comunque il bronzo. In questo caso c'è una  differenza dell’indice per colpo  di 0,02. 

Ora viene istintivo chiederci perché Tunka con un indice colpo inferiore ha vinto il mondiale, mentre Prindis e Kauzer sono finiti alle loro spalle pur con rese migliori nel singolo colpo. 
La risposta è da ricercare nell’espressione strategica. Il ceco campione del mondo ha messo in essere una discesa perfetta dal punto di vista tecnico ed è stato fantastico  in alcuni passaggi come tra la 2 e la 3 oppure nell’entrata della 18. Mantenendo una condotta di gara costante di alto livello, ma non esageratamente eccezionale, considerando che è sceso con 2 secondi e 56 più lento della miglior prestazione assoluta per l’appunto quella di Kauzer in semifinale che aveva fatto registrare 89,28. Tunka precedentemente aveva vinto una medaglia di bronzo alla finale  di Coppa del Mondo in casa sua quindi a Praga nel 2015 e l’anno successivo 2016 sempre a Praga e sempre in Coppa del Mondo era arrivato secondo. Esordì ai  mondiali assoluti nel 2015 e finì 9^ anno in cui vinse il suo primo mondiale a squadre, quindi un eccellente atleta, ma ancora a digiuno di grandi risultati. A Pau però  il 27enne Ondrej, che al mondiale  è stato costretto a passare per la seconda manche di qualifica, ha trovato l'arma vincente nella  capacità di mettere in acqua tutte le sue potenzialità senza andare a ricercare l’impossibile, quindi la sua condotta di gara ineccepibile è stata  evidentemente bene studiata ed elaborata precedentemente con estrema modestia.  Ha mantenuto in finale una strategia che gli ha permesso di esprimere al massimo le sue potenzialità. Poi sono stati gli avversari più accreditati che non sono riusciti, se pur magari superiori tecnicamente, fisicamente e abilmente, fare meglio di lui. Prindis arriva lungo sulla 6 e poi ancora non è preciso all’entrata della 10. Kauzer tocca, Neveu si mangia la vittoria finale sull’ultima banale (ma evidentemente non troppo facile) risalita, Schubert parte troppo contenuto e pur recuperando resta giù dal podio per un nulla.

Ecco quindi che si arriva al grande risultato anche, ma ovviamente non solo, ad una strategia di gara che sappia contenere emozioni e tensioni e che permetta all’atleta di esprimere tutto il suo reale potenziale. Concretezza e non esuberanza costruita sul desiderio del vorrei fare di più che spesso e volentieri diventa il vero limite per esprimersi.

Occhio all’onda!

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