Una notte e una vita di sogni


Ho assaporato il sonno più del solito questa notte: la sana e divertente pagaiata ed i quotidiani scambi a tennis mi hanno dato una piacevole sensazione di stanchezza e la brezza portata dal fiume nella nostra casa viaggiante ha fatto il resto. C’è chi dice che l’ottima cenetta preparata da Amur possa essere il terzo magico ingrediente per avere notti mentalmente produttive e sognanti.

Mi rendo conto che rituffarmi nel passato è sempre molto bello e felice, basta salire in canoa e scendere sul canale di Tacen. Ti presenti al salto e ti accorgi che in un attimo il tempo non esiste più. Sensazioni, emozioni, paure e gioie tornano a farsi risentire a rivivere dentro di te. Poco importa se sono passati vent’anni o poco più. Giù da questo budello d’acqua c’è “fratello Ovo” che mi aspetta, dobbiamo salvare Sandro che sta girando a nuoto come una trottola nella gigantesca morta di destra. La cosa ci sembra impossibile e non riusciamo a non guardarci e a ridere come due pazzi con le lacrime agli occhi. Solo le urla di aiuto del nostro amico ci fanno capire che è il caso di intervenire. Sulla riva un Heltai decisamente scosso lascia intuire la chiara intenzione di non prendere parte al succulento banchetto di acqua, salti, riccioli e onde così alte da sparire con tutta la canoa.
Il salto si presenta netto all’imbocco e il riferimento diventa un ciuffo d’acqua che si forma prima di un muro bianco liquido lungo e gonfio. Qui hai praticamente tre possibilità. La prima e salirci sopra per filare via diritto sulla destra, la seconda è unirti alla massa d’acqua bianca a metà e farti spostare parallelamente ad essa a sinistra. Ed infine l’ultima chance è quella di centrare l’immenso buco finale nel mezzo, spostando il peso in avanti e agganciarti più forte che puoi con la pala a sinistra e sperare di uscirne il più velocemente possibile senza essere risucchiato in un vortice spumeggiante, ma sempre e comunque molto umido. Ci sono poi le varianti al primo e al secondo punto e cioè quella di salire sopra a destra proseguire diritti fino alla cresta del buco finale e percorrerla per tutta la sua lunghezza per entrare a sinistra, oppure la stessa cosa da sinistra. Basta poco per sbagliare, anche se - come dice Super Cali - bisogna mantenere sempre un margine tra i 30 e 40 centimetri di sicurezza. Comunque vada una cosa è certa: il divertimento è sempre assicurato.
La fase rem del sonno è un dato scientifico. I sogni tengono allenata la nostra mente a pensare e a lavorare anche durante il riposo, questo assioma però non è sempre vero visto che certe menti riescono ad elaborare metodologie d’allenamento che si addicono di più a piste di atletica leggera o a corsie in piscina. Così mi sembra di vedere scattanti slalomisti partire e fermarsi a comando cercando di prendere in qualche modo porte assurde su tracciati improbabili anche per i tracciatori più contorti. La tecnica messa in atto è più legata ad una sopravvivenza fisica che alla gestualità di una performance vincente. Per fortuna questa fase della notte passa velocemente e lascia posto a un gruppo di giovani che illusi di un’attività estiva ricca si presentano inutilmente ad un raduno programmato con tanto di delibere e proclami a quattro colonne sulle pagine internaute. Per fortuna che sono solo sogni, come giustamente qualcuno mi può far notare. Le parole scritte non hanno nessun valore si possono cambiare e aggiustare a proprio piacimento. Improvvisamente mi ritrovo seduto dentro la mia canoa in un’aula gremita di gente e davanti a me un signore togato con in mano la bilancia della giustizia e sorridente mi dice: “ma senta caro amico perché non è Franco e ci confessa come si fa un buon olio extra-vergine?” Io gli rispondo: “caro giudice l’olio da noi prodotto è quello della terra, genuino, spontaneo e senza conservanti, non capisco come a qualcuno però possa creare l’effetto dell’olio di ricino!”

La notte stellata di mezza estate sulla verde riva del fiume Sava si sta concludendo, le prime luci del giorno filtrano nella casa viaggiante, è tempo del caffè e di iniziare un’altra giornata di onde, riccioli, sorrisi e pensieri.

Occhio all’onda!

Tacen, 22 luglio 2010 - Summer Slalom Traning Camp

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