Campionati del Mondo Canoa Slalom: fra i K1 men lotta al centesimo per qualificarsi


Il prossimo ottobre passerò qualche week-end camminando sul mio monte Baldo in compagnia di Zeno, Raffy e Amur raccontandoci e rivivendo questa lunga giornata vissuta sul filo di lana. Raffy ha corso parecchio nel suo ruolo di volontario per raccogliere gli statini dei giudici. Il cappello di paglia, la maglietta bianca e arancione e un pass più grande di lui gli danno un certo tono. Il suo ruolo di postino volante lo carica di responsabilità: l’orgoglio poi di contribuire alla macchina organizzativa fa il resto. Suo fratello, viceversa, è rimasto inchiodato davanti ai monitor di servizio per registrare le immagini e prendere gli intertempi, offrendomi un valido ed importante aiuto. Io ho cercato di tenere a freno quell’emozione che ti aggredisce e che ti fa gioire per il solo e semplice piacere di essere qui nell’intento di dare supporto ai tuoi atleti. Il grosso del lavoro comunque è stato fatto prima, ne sono consapevole. Oggi posso solo offrire il mio sorriso che traspare naturalmente dal cuore perché sento l’obiettivo molto vicino.
La voglia di casa e delle montagne, mi è venuta proprio questa mattina, quando i contorni del Cadi mi hanno fatto compagnia durante il riscaldamento degli atleti. Già dalle prime battute si capiva che questo 11 settembre ci avrebbe regalato emozioni a non finire con la gara della canadese e del kayak maschile, senza dimenticare l’esordio mondiale della canadese donne.
Ma veniamo ai fatti. Nel K1 maschile ci sono cinque atleti con 87 secondi e ben 8 con 88. Solo i primi quattro della prima manche potevano fare a meno di scendere per la seconda prova, tutti gli altri qualificati in semifinale hanno dovuto migliorarsi. Per la prima volta anche Fabien Lefevre è stato costretto a fare la seconda prova, visto che nella prima le due penalità lo hanno penalizzato non poco. Il transalpino, che per muoversi fuori dalla canoa utilizza un monopattino, ha interpretato comunque la gara in maniera egregia cercando sempre e comunque eleganza e scorrevolezza. Nomi come lo sloveno Kralj, lo svizzero Kurt e il campione olimpico Grimm, con i compagni di squadra tedeschi, rimarranno a bordo campo a guardare le fasi successive di questo mondiale spagnolo. Per l’Italia solo super Cali passa alla grande con il secondo tempo dietro al rivale di sempre Peter Kauzer. Lo sloveno pagaia anche con il sostegno di oltre un centinaio di fans che, in maglietta azzurra, armati di trombette e sirene lo incitano all’inverosimile. Sembra di essere tornati ai tempi di Pierpaolo Ferrazzi quando al seguito si muoveva metà Valstagna. Cali, dopo la prima discesa non velocissima e con una penalità, lo abbiamo visto sostare a lungo davanti alle televisioni in compagnia del buon Beppe Vercelli, fine conoscitore dell’io umano, capace di ascoltare e offrire la spalla non solo per mestiere, ma sicuramente anche per vocazione.
Cosa dire di Costa e Paolini se non quello che abbiamo già scritto e ribadito in più di un’occasione? Servirà ancora molto tempo prima di sventolare bandiera bianca o ci si nasconderà ancora dietro al talento di Molmenti per giustificare uno staff tecnico decisamente inadeguato?
Gara insolita nella canadese monoposto distanziati più del solito dai kayak. Infatti normalmente i primi di questa specialità non hanno difficoltà a qualificarsi idealmente anche fra i kayak, cosa oggi non successa con un 8% che suona pesante. Certo è, che i veri protagonisti, hanno giocato a nascondino. La medaglia di bronzo olimpica, nonché campione del mondo 2005, Robin Bell torna in Australia prima del previsto. Gli farà compagnia un Jezek con penalità di troppo e un Lipatov che non ha trovato la giusta misura nella sua azione potente, ma eccessivamente fuori misura.
Abbiamo assistito e partecipato all’esordio femminile della canadese monoposto donne che dimostrano comunque un livello di partenza più che accettabile. Bella anche la T-shirt indossata da alcune atlete dove si raffigura il gentil sesso nell’atto di rompere in due la pagaia da kayak con l’evidente messaggio di volerne utilizzare solo una parte. Una nuova era è iniziata con il sigillo di un ICF presente più nella zona Vip che sul campo di gara: troppo assolato e poco consono ai tacchetti delle signore.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – La Seu d’Urgell 11 settembre 2009 – Campionati del Mondo di Canoa Slalom – seconda giornata

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